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Come misurare e prevenire l’elettrosmog in casa

Elettro smog in casa: magnetismo nel cielo di notte
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Da che mondo è mondo l’essere umano, nel corso della sua vita su questo pianeta, è sempre stato circondato da campi di forza invisibili, di origine naturale. Pensiamo al campo magnetico terrestre, oppure a quello del sole. Le scariche elettriche che si propagano durante acquazzoni e temporali generano campi elettromagnetici. Persino la luce, o il calore, lo fanno. Tutti questi campi sono completamente innocui per l’organismo umano. Quando però vengono alterati, divengono nocivi. Lo sviluppo tecnologico degli ultimi anni ha innalzato notevolmente il normale livello delle emissioni elettromagnetiche. Abbiamo portato l’elettrosmog in casa e ora dobbiamo farci i conti.

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Salute ed elettrosmog

Studi recenti si sono occupati di ricercare a fondo le relazioni e correlazioni tra un alto livello di elettrosmog in casa e alcuni disturbi che danneggiano l’organismo umano. Forti campi elettromagnetici, a frequenza alta oppure bassa, possono causare una serie di patologie e problemi di salute. Si tratta di problemi che possono evolvere fino ad acutizzarsi o a rendersi cronici. Questi possono riguardare il sistema uditivo, nel qual caso si manifestano sotto forma di disfunzioni, ronzii o rumori anomali all’interno del padiglioni auricolari, oppure quello visivo. Quando ciò avviene, il cristallino si altera o irrita e la visione si fa più debole. È quel che tipicamente avviene quando si passano troppe ora di fronte a uno schermo.

L’elettrosmog in casa e nell’ambiente ha anche effetti collaterali sulla sessualità. In particolare quella maschile. Esso comporta, infatti, una riduzione del desiderio e un abbassamento della soglia di produzione degli spermatozoi. L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha dimostrato una correlazione tra la sovraesposizione ai campi magnetici e l’insorgenza della leucemia infantile. Alla luce di ciò, sono attualmente allo studio casi di tumori insorti in persone che vivevano particolarmente vicino a radar o antenne. Di fronte a questa realtà, va da sé che è consigliabile mantenere al minimo, per quanto ci sia possibile, l’esposizione ai campi magnetici.

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La presenza dell’elettrosmog in casa

Generalmente, pensiamo alla nostra casa come a un rifugio e a un luogo di riposo e benessere. Non sempre è così, specialmente se viviamo in città come la maggior parte delle persone. L’inquinamento raggiunge anche le mura domestiche e quando lo fa le supera, entrando da finestre, vani e intercapedini. Ciò vale per qualunque delle sue tipologie: atmosferico, acustico, luminoso… Non ce ne accorgiamo, in quanto si tratta di un nemico invisibile, ma sa inficiare tutte le attività di relax e rigenerazione necessarie a una vita sana, come per esempio sonno e alimentazione. Oggigiorno, l’elettrosmog in casa è particolarmente diffuso e ciò è dovuto principalmente a due ragioni:

  • fattori endogeni: legati al fatto che gli impianti elettrici e i sistemi tecnologici installati presso l’abitazione, e di cui facciamo uso, non sono adeguatamente schermati ed espellono radiazioni nocive non mitigate;
  • fattori esogeni: La casa si trova entro 2 chilometri da linee elettriche ad alta tensione, potenti impianti radar, ripetitori (tanto televisivi quanto radiofonici e per la telefonia mobile) oppure stazioni di alimentazione elettrica per ferrovie o case.

In ambedue le situazioni o, ancor peggio, quando siano compresenti, è il caso di attivarsi per abbassare il livello delle radiazioni che bombardano l’abitazione e chi vi viva all’interno. Per misurare l’elettrosmog in casa, e in ogni altro ambiente, esistono appositi tester. Sono reperibili in commercio e rilevano campi magnetici a 50 Hz ed elettromagnetici da 50 MHz a 3,5 GHz.

Ridurre l’elettrosmog in casa

Per quanto riguarda i fattori esogeni, sfortunatamente, si può fare ben poco. Se ci troviamo già in casa, non abbiamo modo di spostarla e ancor più difficilmente possiamo rimuovere le sorgenti magnetiche che la circondano. Sull’elemento endogeno, invece, abbiamo molto più potere.

Contattando un elettricista possiamo fare installare degli interruttori ad hoc, che inibiscano il passaggio di corrente elettrica ogni qualvolta essa non sia richiesta, principalmente in camera da letto. Faremmo bene ad accertarci che tutti i nostri elettrodomestici riportino il marchio di conformità europea (CE), il quale ci garantisce che le loro emissioni non siano troppo massicce. Stiamo anche attenti a non collocare tutti gli apparecchi in un unica stanza. In questo modo daremmo origine a una concentrazione di elettromagnetismo troppo pericolosa, principalmente per soggetti sensibili come bambini e anziani. Questi ultimi farebbero bene a mantenersi lontani da elettrodomestici in funzione.

Riduciamo per quanto possibile i tempi di esposizione a televisori, computer, forni e altri device, perché è proprio durante la loro accensione che emettono il maggior numero di radiazioni. Prestiamo attenzione ai tempi di utilizzo di rasoi elettrici e asciugacapelli. Sono strumenti che normalmente sottovalutiamo ma sono fortemente emissivi e li utilizziamo tenendoli vicinissimi ai nostri organi, dunque il loro magnetismo è ancor più nocivo.

La questione smartphone

Per quanto riguarda il cellulare, regna una forte confusione. Studi e ricerche si succedono ma, al momento, è stata solamente dimostrata una correlazione tra utilizzo eccessivo e diminuzione della memoria, principalmente a breve termine. In ogni caso, il telefono cellulare provoca un forte campo elettromagnetico proprio all’altezza del cervello. È stato dimostrato che, dopo una lunga conversazione, la temperatura dell’encefalo aumenti di 1 o 2 gradi. Le ripercussioni di questo fenomeno non sono ancora ben chiare. Faremmo bene a limitarne, per quanto possibile, l’utilizzo (già fortemente sconsigliato ai portatori di pacemaker) e a utilizzare un sistema vivavoce o l’auricolare.

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Mattia Mezzetti

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