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Elysium City: progetto urbano di sensibilità ambientale

Elysium City, una metropoli moderna non distante da Madrid
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Benvenuti a Elysium City. Potrebbero accoglierci così, tra qualche anno, dei pannelli stradali posizionati a sud-ovest di Madrid. A quelle latitudini, infatti, un terreno incolto è destinato a diventare un laboratorio vivente per il futuro delle città. O perlomeno, questo è quel che intendono fare gli urbanisti coinvolti nella pianificazione.

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Da Eurovegas a Elysium City

Il progetto di Elysium City non è partito sotto ispirazione virtuosa. L’idea originaria non aveva infatti nulla a che vedere con la sostenibilità. Quel che si desiderava creare era una città del gioco d’azzardo, ricca di locali notturni e destinazioni per il divertimento, una sorta di Las Vegas europea. Poi però è arrivata la pandemia e allora Francisco Nuchera, il developer che si è garantito i diritti di edificazione dull’ampio lotto, ha cambiato i suoi piani. Niente più casinò, hotel o parchi a tema, bensì qualcosa di più significativo. Invece che mirare allo svago e alla perdizione, Elysium City sarebbe stata un’avanguardia del futuro urbanistico mondiale, interamente focalizzata sulla sensibilità ambientale.

Via allora alla rivoluzione progettuale. Restava però un’importante questione da risolvere: come portarla avanti? Grazie a uno degli studi di architettura più all’avanguardia e attento all’ambiente esistenti su questo pianeta: Gensler. La firma globale ha subito accettato l’incarico, cambiando completamente il destino del progetto.

Una nuova visione

Carlos Cubillos, archistar e direttore creativo di Gensler, ha da subito accettato l’incarico, pensando a un centro urbano costituito da polo sportivo, plesso di ricerca, marina e nucleo centrale. Il progetto appare utopistico e ipertrofico: 1174 ettari di ampiezza per 20 miliardi di euro di costo. Le cifre sono clamorose. Probabilmente è per questo che si tratta ancora di una visione e non esiste nulla di concreto. Dai render, però, emerge una città che potrebbe davvero rivoluzionare il concetto di centro urbano per come lo conosciamo.

Elysium City genererà una comunità urbana?
Le metropoli sono in grado di generare una comunità urbana in decenni se non secoli. Infrastrutture colossali come Elysium City possono farlo a tavolino?

L’impegno verso la sostenibilità è il fine ultimo dell’intero progetto. All’interno di Elysium City non sarà possibile circolare a bordo di veicoli dotati di motore a scoppio e il trasporto pubblico locale sarà interamente elettrico. L’irrigazione delle numerose aree verdi sarà affidata integralmente a un sistema di recupero delle acque reflue. Il principale simbolo della vocazione green della città sarà il suo motore energetico: un sistema gigantesco, governato da tre impianti fotovoltaici potentissimi e capaci di fornire energia al nucleo urbano di giorno e di notte, con o senza sole, grazie alla presenza di sistemi di accumulo di ultima generazione.

Elysium City sarà innovativa sotto ogni aspetto ma non reciderà il legame con le grandi città antiche, le quali sorgevano tradizionalmente vicine alle fonti d’acqua. Il bacino del Garcìa Sola è infatti collocato a due passi da dove si vuole posare la prima pietra. C’è poi un altro aspetto rilevante, nel progetto di questa città, che sembra essere una lezione arrivata direttamente dall’Arabia Saudita. In quello Stato si realizzerà Neom, la prima metropoli ecologica al mondo, già bersaglio di numerose critiche.

Elysium City e la natura

I detrattori di Neom, coloro i quali pensano che il progetto sia soltanto un elaborato stratagemma di greenwashing ordito dal principe saudita, non hanno risparmiato accuse all’iniziativa. Il nucleo urbano denominato The Line, ovvero la zona residenziale che dovrebbe ospitare ben 9 milioni di persone in una cittadina lineare nella quale non si utilizzeranno mezzi di trasporto convenzionali, è infatti totalmente innaturale. Non solo il suo design impatta a livello visivo con la natura circostante, bensì causa anche variazioni gravi alle abitudini migratorie della fauna locale e comporterà l’eradicazione delle locali tribù nomadi. Di fatto, si tratta di un land grabbing bello e buono.

Elysium City vuole evitare di contrapporsi alla natura circostante. Il progetto manterrà almeno il 30% del sito intatto, con la speranza di arrivare al 40%. Il dettaglio non è trascurabile ma è insufficiente per risolvere il problema che sta alla base di questi progetti faraonici. È davvero possibile disegnare una comunità a tavolino? Si può pensare di generare appartenenza creando, in maniera totalmente artificiale, una città dove prima non c’era nulla? Le città più popolate al mondo crescono in maniera organica lungo l’arco di decenni, secoli e talvolta persino millenni. Un nucleo urbano concepito come un’azienda può davvero funzionare?

Il cantiere Elysium City

Il progetto esecutivo è in approvazione e la roadmap di Elysium City sembra ormai definita. Naturalmente, lo scetticismo resta concesso. Il cantiere del polo urbano dovrebbe svilupparsi in una serie di step sequenziali.

I lavori inizieranno dal distretto dell’intrattenimento, prima di spostarsi ai luoghi destinati allo sport e all’istruzione. Quando questo scheletro di servizi sarà stato definito, giungerà il turno della salute e del benessere. Solo a questo punto, quando le infrastrutture destinate allo svago saranno operative, ci si occuperà dell’ambito residenziale. Di fatto, per attirare curiosi e investitori, Elysium City passerà comunque per una fase nella quale sembrerà proprio Eurovegas.

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Mattia Mezzetti

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