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Il costo degli eventi climatici estremi

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L’Agenzia Europea per l’Ambiente stima in oltre 85mila decessi e 500miliardi di euro i danni provocati dagli eventi climatici estremi, in Europa, negli ultimi 40 anni. In assenza di database pubblici, ha impiegato quelli di due compagnie di assicurazione.

Tempeste, ondate di calore, siccità, inondazioni e altri eventi meteorologici estremi hanno provocato tra 85.000 e 145.000 morti in tutta Europa e causato perdite economiche tra 450 e 520 miliardi di euro negli ultimi 40 anni. A stimare gli effetti di questi fenomeni che la crisi climatica ha reso sempre più frequenti è l’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA) con lo studio “Perdite economiche e decessi causati da eventi meteorologici e climatici in Europa”. Il documento raccoglie dati e fornisce informazioni sull’impatto degli eventi meteorologici estremi come ondate di caldo, forti precipitazioni e siccità e sull’aumento del rischio che rappresentano per i beni, le infrastrutture e la salute umana, dando concretezza agli studi dell’Organizzazione meteorologica mondiale. Copre il periodo 1980-2020 e i territori dei 27 Stati membri dell’Unione europea, più Norvegia, Svizzera, Turchia, Islanda e Liechtenstein.

Italia tra i Paesi più colpiti

Tra i Paesi che hanno subito i maggiori danni economici figura anche il nostro. In termini assoluti, infatti, le maggiori perdite si sono registrate in Germania (107 miliardi di euro), Francia (99 miliardi) e Italia (90 miliardi). Mentre le perdite pro capite più elevate sono state registrate in Svizzera, Slovenia e Francia. Quanto alle vittime, la Germania ne ha contate circa 42.000, la Francia 26.000, l’Italia 21.000. L’AEA evidenzia come la grandissima maggioranza dei decessi, oltre l’85%, sia dovuta alle ondate di calore (quella del 2003 è stata l’estate più drammatica). Oltre all’enormità delle perdite umane ed economiche, un altro dato fa riflettere: circa il 3% dei fenomeni metereologici estremi è responsabile del 60% delle perdite. A causare i danni, spiega l’Agenzia, sono eventi climatici sempre più disastrosi.

Mancano database pubblici

“Nonostante le raccomandazioni della Commissione europea e di altre organizzazioni internazionali, nella maggior parte degli Stati membri dell’UE non esiste attualmente alcun meccanismo per raccogliere, valutare o segnalare le perdite economiche dovute a eventi meteorologici e climatici estremi in modo omogeneo e con dettagli sufficienti per sostenere politiche di adattamento” denuncia l’AEA. Una constatazione tanto più preoccupante alla luce dei dati appena forniti. Le informazioni alla base del paper arrivano da società private, in particolare assicurazioni: l’Agenzia ha infatti avuto accesso ai data base NatCatSERVICE di Munich Re e CATDAT di Risklayer. Invece il monitoraggio dell’impatto di questi fenomeni distruttivi è importante, “per informare i responsabili politici, in modo che possano migliorare l’adattamento ai cambiamenti climatici e le misure di riduzione del rischio di catastrofi, per ridurre al minimo i danni e la perdita di vite umane” chiarisce l’Agenzia.

Adattamento, anche con le polizze

L’AEA spinge a rafforzare le coperture assicurative. In media solo il 23% dei danni totali era coperto da assicurazione, con rilevanti differenze tra i Paesi: si va dall’1 % in Romania e Lituania al 55 % di Paesi Bassi e Danimarca. Dei 90 miliardi di danni in Italia solo 5 erano assicurati. “Colmare il divario di protezione del clima aumentando la copertura assicurativa può essere uno degli strumenti chiave di gestione del rischio finanziario, per aumentare la capacità delle società di riprendersi dai disastri, ridurre la vulnerabilità e promuovere la resilienza”.

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