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Robot muratore: innovativa tecnologia per la costruzione sostenibile

Robot muratore nel futuro dell'edilizia
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Sono circa 10mila anni che i muratori posano mattoni su questo pianeta. Gli storici stimano infatti che la tecnica edilizia in uso ancora oggi sia stata messa in opera per la prima volta, in forma rudimentale e con strumenti, materiali e conoscenze dell’epoca, intorno al 7000 avanti Cristo. La preparazione del mattone si è evoluta molto nel corso dei millenni. Inizialmente era lasciato seccare al sole. Poi si è cominciato a servirsi di un forno per cuocerlo. Ciononostante, il metodo di posa è rimasto grossomodo lo stesso: stendere la malta, posizionare il mattone e rimuovere la malta in eccesso. Anche gli operatori sono rimasti sempre i medesimi: gli esseri umani. Questo potrebbe però cambiare con l’avvento del robot muratore.

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Hadrian X, robot muratore al vostro servizio

Vista la ritmica del lavoro di un muratore e la ripetitività delle operazioni compiute nell’edilizia, era soltanto questione di tempo prima che qualcuno pensasse di creare un macchinario capace di ripeterle. Tra le numerose aziende che si sono poste l’obiettivo di sviluppare un robot muratore, la pole position è occupata dagli australiani di FBR, nota anche come Fastbrick Robotics.

Il business principale di questa azienda sono le costruzioni tecnologiche. Data la loro expertise nel settore, i vertici FBR hanno scelto di investire in maniera decisa in questo campo, garantendo il capitale necessario a portare a termine la ricerca che ha dato alla luce Hadrian X, un produttivo – e massiccio – robot muratore. Il dispositivo è in grado di lavorare in completa autonomia, senza necessità di alcun intervento di supervisione umana, e il nome si ispira a quello dell’imperatore romano Adriano, che innalzò l’omonimo vallo in Gran Bretagna, per tenere bretoni e galli fuori dall’impero.

Estremamente preciso e dotato di un’efficienza che farebbe impallidire il più zelante dei capomastri, Hadrian X si dimostra più veloce ed economico di una squadra di muratori. L’approccio di Hadrian X è quello tipico di una costruzione lean, innalzata mediante lo sfruttamento della tecnologia: maggiore produttività e minore produzione di scarti e rifiuti. Prima di mettersi all’opera, il robot muratore può infatti calcolare quanti mattoni occorrano e di quanta malta dovrà fare uso.

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I benefici di una simile tecnologia

Dopo aver letto queste righe, è lecito pensare a un’altra invenzione tecnologica pronta a mettere i bastoni tra le ruote delle persone e privare i professionisti dell’edilizia dei propri posti di lavoro. È innegabile che si corra tale rischio, eppure ci sono anche svariati benefici dovuti all’impiego del robot muratore. Secondo Steve Pierz, il responsabile della gestione dei processi di innovazione presso FBR, si tratta di una vera e propria svolta.

“Non ci sono persone sufficienti per costruire gli edifici abbastanza velocemente. Abbiamo bisogno di automatizzare il processo con metodi di costruzione su grande scala, e questo è uno dei modi che abbiamo per farlo. Mi immagino eserciti di questi robot che costruiscono velocemente strutture abitative nelle aree colpite da una catastrofe.”

Pierz crede naturalmente molto nel suo prodotto. In effetti però, le possibilità aperte da Hadrian X sono numerose.

“La magia avviene nella testa posatrice, Il robot tiene saldo il blocco anche in caso di forte vento e quando le vibrazioni scuotono tutto il braccio, eseguendo centinaia di compensazioni al secondo per mantenere il blocco nella posizione corretta”

Com’è fatto un robot muratore

La realizzazione di Hadrian X ha richiesto oltre 20 anni ai propri ideatori. Il primo prototipo risale al 1994 ma non era in grado di garantire l’affidabilità necessaria. Soltanto nel 2005 Marc Pivac, direttore tecnico di FBR e fondatore dell’azienda, raggiunse un livello soddisfacente nel rapporto tra costi e funzioni. Nel 2008 fu però necessario congelare ogni sviluppo, a causa della crisi. Hadrian 105, com’era denominato al tempo, fu riattivato soltanto nel 2014. La realizzazione della versione successiva, Hadrian X, iniziò nel 2016.

L’efficacia del robot muratore si deve al software che coordina il suo cervello, per così dire. Si tratta di un programma che unisce coordinate cartesiane e design parametrico per trasformare la struttura di ogni parete in un insieme di metadati. Modellandola grazie al CAD, la superficie orizzontale viene visualizzata come una trama a rete. È su di essa che il robot va a posizionare i mattoni.

L’aspetto di Hadrian X è quello di una gru collocata su un camion. Il suo funzionamento si deve alla sinergia tra vari componenti complessi che regolano la stabilizzazione dinamica, i sistemi di controllo e la fornitura dei blocchi. Le capacità del robot muratore non sono legate soltanto all’identificazione del mattone che sarà posato, bensì anche alla sua gestione ottimale. Hadrian X possiede gli strumenti per tagliare ogni blocco a metà, o dividerlo in quarti. Le porzioni che non servono sono conservate, memorizzate e riutilizzate all’occorrenza.

Il robot muratore è elettrico e non si sposta dal luogo della costruzione finché non abbia terminato il proprio lavoro, impattando meno rispetto al lavoratore che si muove a bordo di una vettura motorizzata.

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Mattia Mezzetti

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