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Una cassetta degli attrezzi contro il surriscaldamento

Monte Bianco
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Il progetto Adapt Mont Blanc ha sviluppato 30 buone pratiche per permettere alle comunità locali di adattarsi ai cambiamenti climatici in arrivo.

Sviluppare strumenti di pianificazione e gestione del territorio per adattarsi ai cambiamenti climatici. È questo l’obiettivo del progetto AdaPT Mont-Blanc, che dal 2018 al 2020 ha studiato gli effetti del climate change sull’area dell’Espace Mont Blanc, che comprende i territori di Valle D’Aosta, Savoia francese e regione Vallese in Svizzera. Arrivando a definire una vera e propria “cassetta degli attrezzi” di buone pratiche per le comunità e le istituzioni pubbliche di quel territorio. Il progetto, finanziato dal programma europeo Interreg, ha coinvolto per l’Italia ARPA Valle D’Aosta e Fondazione Montagna Sicura, in collaborazione con la Regione Valle D’Aosta.

Gli effetti del surriscaldamento globale

Dalla fine degli anni ‘80 le temperature medie annue nell’area dell’Espace Mont Blanc sono aumentate tra gli 0,2 e gli 0,5 °C per decennio. Soprattutto in primavera – estate, parallelamente all’aumento della frequenza di giornate torride. Le previsioni sono inquietanti, con un aumento delle temperature annuali medie di 1 – 2°C entro il 2035 (rispetto alla media del periodo 1980-2010). La combinazione di temperature più alte e precipitazioni ridotte durante il periodo estivo porterà maggiori rischi di siccità, con una riduzione del bilancio idrico estivo tra il 15 e il 40% dal 2035, a tutte le altitudini. Meno acqua e dunque meno energia prodotta con l’idroelettrico. Ma non sono gli unici effetti negativi che il riscaldamento climatico produrrà sull’area. È attesa una riduzione della durata della copertura nevosa, il ritiro dei ghiacciai, il degrado del permafrost nel massiccio del Monte Bianco e un conseguente aumento di instabilità delle pareti rocciose. Flora e fauna alpine si sposteranno a quote maggiori per trovare condizioni climatiche favorevoli. Alcune specie vedranno il loro habitat diminuire o scomparire e il paesaggio risulterà profondamente modificato. Le piante della foresta saranno più vulnerabili alla siccità estiva, agli attacchi di parassiti e malattie, nonché agli eventi estremi. Per il settore agricolo, forse, sarà possibile cogliere qualche opportunità: aumento della produttività, impianto di nuove colture a quote più alte, riduzione delle gelate tardive.

Una cassetta degli attrezzi per affrontare il climate change

Per mitigare i cambiamenti climatici in arrivo e adattarvisi, è stata creata una cassetta degli attrezzi con 30 buone pratiche da seguire per le comunità alpine. Qualche esempio. Negli impianti sciistici diventerà sempre più raro usare gli sci, per questo si dovrà diversificare l’offerta, puntando anche sulle escursioni. Le guide alpine dovranno prepararsi sul cambiamento dei percorsi e della stagionalità dell’esperienza turistica. E ancora. La cassetta degli attrezzi suggerisce come preservare la biodiversità e favorirne il progressivo adattamento ai cambiamenti climatici attraverso la conservazione degli spazi naturali e la valorizzazione dei cosiddetti corridoi ecologici. Oppure raccomanda di favorire e promuovere lo sviluppo di nuove colture, come le erbe medicinali e i piccoli frutti, ma anche la diversificazione, la rotazione o addirittura lo spostamento delle colture in quota. Prescrizioni per sviluppare un piano agricolo resiliente. Il Comune di Courmayeur ha integrato i risultati dello studio sul cambiamento climatico nei suoi strumenti urbanistici: dato che l’edilizia esistente è sottoutilizzata e presenta gravi deficienze sotto il profilo del rischio sismico, del risparmio energetico e dell’integrazione con il contesto ambientale, il Comune punterà su un minore consumo di suolo, sulla ricollocazione di insediamenti e infrastrutture, sulla rigenerazione urbana e sulle ristrutturazioni edilizie in termini di efficienza energetica e resilienza ambientale.

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Redazione

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