Recuperare l’acqua domestica, in particolare le acque grigie, rappresenta una strategia efficace per migliorare l’efficienza idrica nelle abitazioni, ridurre i consumi di acqua potabile e contribuire alla sostenibilità ambientale.
Il riuso delle acque domestiche e in particolare il recupero delle acque grigie è una pratica fondamentale per affrontare il problema della scarsità d’acqua e migliorare l’efficienza idrica nelle abitazioni. Le acque grigie, ovvero quelle provenienti da lavandini, docce e lavatrici, possono essere trattate e riutilizzate per attività non potabili come l’irrigazione e il raffreddamento, riducendo l’impiego di acqua potabile. Scopriamo quindi l’importanza del recupero dell’acqua grigia, le tecnologie disponibili e i benefici economici e ambientali derivanti dal suo riutilizzo.
Cos’è l’acqua grigia e perché è importante recuperarla

L’acqua grigia è costituita da acque reflue domestiche che provengono da docce, vasche, lavabi e bidet dei bagni, lavelli e lavastoviglie delle cucine, lavatrici e lavabi delle lavanderie, che non sono contaminate da agenti patogeni, come nel caso delle acque nere. Sebbene contenga residui organici, detergenti e saponi, l’acqua grigia è relativamente pulita e, se trattata adeguatamente, può essere riutilizzata senza compromettere la salute umana. Infatti le acque grigie sono composte solo al 50% da sostanze organiche, da azoto per il 10% circa e la restante parte da fosforo.
Il recupero delle acque grigie è essenziale per promuovere l’efficienza idrica nelle abitazioni. Con il crescente rischio di carenza idrica a livello globale, il recupero e il riutilizzo di queste acque rappresentano una strategia importante per ridurre il consumo di acqua potabile e ottimizzare le risorse. Ricordiamo infatti che secondo Legambiente, l’Italia è al primo posto in Europa per il consumo di acqua pro-capite, ben 428 litri a testa, e con le riserve d’acqua dimezzate nel nostro Paese negli ultimi 10 anni, si rischia che queste si esauriscano in tempi troppo brevi.
Differenza tra acque grigie, nere e piovane
Per comprendere meglio il contesto, è importante distinguere tra le diverse tipologie di acque:
- Acque grigie: provengono da lavandini, docce, vasche da bagno e lavatrici. Possono essere trattate e riutilizzate per scopi come l’irrigazione o per i sistemi di scarico del WC.
- Acque nere: sono acque reflue provenienti da WC e scarichi fecali. Queste acque necessitano di trattamenti avanzati e sono difficili da riutilizzare senza costosi impianti di depurazione.
- Acque piovane: raccolte dai tetti e dalle superfici esterne, queste acque sono generalmente più pulite e possono essere riutilizzate direttamente per l’irrigazione o per usi non potabili, previo trattamento.
Benefici ambientali ed economici del riutilizzo
Il riutilizzo dell’acqua grigia offre numerosi vantaggi, sia in termini ambientali che economici. Innanzitutto, ridurre il consumo di acqua potabile contribuisce a preservare le risorse idriche naturali. L’adozione di tecniche di recupero delle acque grigie può ridurre significativamente il carico sulle risorse idriche locali – domestiche, industriali e urbane – , abbattendo il consumo di acqua potabile.
Dal punto di vista economico, il recupero delle acque grigie riduce i costi legati al consumo di acqua. Infatti diminuisce la quantità di acqua potabile utilizzata per attività come l’irrigazione dei giardini o il lavaggio dei pavimenti. Le acque grigie costituiscono il 50-80% delle acque reflue domestiche e il loro recupero permette di risparmiare una quantità significativa di acqua potabile, pari a 50-80 litri ogni 100 consumati. E’ un importante passo verso la sostenibilità idrica.
Tecnologie domestiche per il recupero dell’acqua

Esistono diverse soluzioni tecnologiche che permettono di recuperare e trattare l’acqua grigia in ambito domestico. Vediamo alcune delle tecnologie più diffuse.
Sistemi di filtraggio e decantazione
I sistemi di filtrazione sono essenziali per trattare l’acqua grigia prima di riutilizzarla. I sistemi più avanzati combinano il trattamento meccanico (per rimuovere le impurità grossolane) con il trattamento chimico e biologico (per ridurre i contaminanti e i batteri). Questi sistemi consentono di ottenere acqua sicura per l’irrigazione o per il riutilizzo nei WC.
Per riutilizzare in modo sicuro le acque grigie provenienti da lavandini, docce e lavatrici, è fondamentale adottare strategie progettuali mirate e dotarsi di un sistema tecnologico adeguato. Il processo inizia con il convogliamento dell’acqua verso un impianto di trattamento. Questo prevede una fase primaria per la rimozione di grassi e schiume, seguita da un trattamento secondario volto alla depurazione vera e propria.
Tra le soluzioni più diffuse ci sono la fitodepurazione, che sfrutta vasche impermeabilizzate riempite di ghiaia e piante acquatiche per filtrare naturalmente le acque. Non mancano sistemi tecnologici più avanzati come i reattori a membrana (MBR), che utilizzano processi di ultrafiltrazione, o i reattori SBR, che combinano in un’unica camera le fasi di ossidazione e sedimentazione. A seconda del tipo di impianto, può essere necessario un ulteriore trattamento di disinfezione finale. Questo viene effettuato tramite lampade UV o dosatori di disinfettanti chimici, per garantire la qualità dell’acqua. Una volta trattata e resa sicura, l’acqua viene conservata in appositi serbatoi di accumulo ed è pronta per essere impiegata in usi non potabili come lo scarico dei WC, l’irrigazione o il lavaggio di superfici esterne.
Dispositivi compatti per uso residenziale
Negli ultimi anni si stanno diffondendo sempre più dispositivi compatti progettati per l’uso residenziale, pensati per semplificare il recupero e il riutilizzo delle acque grigie anche in appartamenti o abitazioni esistenti. Questi sistemi, di dimensioni contenute e a bassa manutenzione, si installano facilmente in ambienti come locali tecnici, lavanderie o vani sotto lavabi e docce, e permettono di raccogliere l’acqua in tempo reale, trattarla tramite filtri integrati, e reimmetterla nella rete domestica per usi non potabili.
Molti modelli sono dotati di sensori intelligenti e centraline elettroniche per monitorare flusso, qualità e disponibilità dell’acqua recuperata, garantendo così un’efficienza idrica ottimale anche su piccola scala. Si tratta di soluzioni ideali per famiglie attente alla sostenibilità e al risparmio, che desiderano ridurre i consumi d’acqua potabile senza affrontare interventi edilizi complessi.
Impianti integrati per nuove abitazioni o ristrutturazioni
Gli impianti integrati per il riutilizzo delle acque grigie, sia in nuove abitazioni che in ristrutturazioni, permettono di recuperare e riutilizzare l’acqua di scarico da docce, lavandini e lavatrici, filtrandola e sterilizzandola per usi non potabili. Questo sistema riduce il consumo di acqua potabile e i costi, contribuendo alla sostenibilità ambientale. L’acqua di scarico viene raccolta e sottoposta a un processo di filtrazione e sterilizzazione per rimuovere gli inquinanti. I vantaggi sono un notevole risparmio di acqua potabile, fino al 50%, la riduzione dei costi per l’acqua e un’importante riduzione dell’impatto sull’ambiente. Inoltre può contribuire al miglioramento della classificazione energetica dell’edificio. Alcuni esempi di impianti sono gli impianti REDI, IDROCELL, MajiEco e i sistemi Aliaxis.
Come riutilizzare l’acqua recuperata in casa
L’acqua grigia recuperata può essere riutilizzata in vari modi, a seconda del livello di trattamento effettuato:
- Irrigazione del giardino: è uno degli usi principali per l’acqua grigia, in quanto il trattamento elimina la maggior parte dei contaminanti per consentire un riutilizzo sicuro.
- Sistemi di scarico del WC: l’acqua recuperata può essere utilizzata per il riempimento del serbatoio del WC, riducendo significativamente il consumo di acqua potabile.
- Lavaggio di pavimenti e superfici: dopo un adeguato trattamento, l’acqua grigia può essere utilizzata per pulire pavimenti esterni e altre superfici non sensibili.
Normativa e buone pratiche per la sicurezza
Per garantire che il riutilizzo dell’acqua grigia sia sicuro, esistono normative specifiche che stabiliscono i requisiti tecnici per i sistemi di recupero e il trattamento dell’acqua. Il recupero delle acque reflue ad uso civile o domestico è regolamentato dall’art. 113 del Decreto Legislativo 03 Aprile 2006 n° 152 parte III “Disposizioni sulla tutela delle acque dall’inquinamento”, dalle direttive comunitarie n° 91/271/CEE “Trattamento delle acque reflue urbane” e n° 91/676/CEE “Acque meteoriche di dilavamento e acque di prima pioggia”.
Altre indicazioni e limitazioni sono fornite dal D.M. 185/2003. Questi forniscono indicazioni per l’uso sicuro dell’acqua grigia, stabilendo che quest’acqua può essere riutilizzata solo dopo un trattamento adeguato per evitare rischi sanitari. È essenziale seguire le linee guida relative alla filtrazione e alla sicurezza per prevenire contaminazioni.
Progetti virtuosi e case history
In Italia, diversi progetti virtuosi hanno dimostrato i benefici del recupero dell’acqua grigia. Nel cuore del quartiere finanziario di Milano, il condominio di via Sassetti è stato oggetto di una riqualificazione che ha incluso l’installazione di un sistema per il riutilizzo delle acque grigie e piovane. Il sistema, fornito da REDI, consente di recuperare l’acqua proveniente da lavabi e bidet, oltre all’acqua piovana raccolta dalle grondaie. Dopo un trattamento mediante ultrafiltrazione a membrana, l’acqua viene stoccata e riutilizzata per usi non potabili, con un risparmio di acqua potabile fino al 50%.
Nel comune di Ferla, in provincia di Siracusa, è stata realizzata una parete verde (Living Wall) per il trattamento e il riutilizzo delle acque grigie prodotte dalla scuola media “Valle dell’Anapo”. Il progetto, parte dell’iniziativa NAWAMED finanziata dal programma ENI CBC MED, utilizza moduli vegetati per la fitodepurazione delle acque grigie provenienti dai lavandini. L’acqua trattata viene poi disinfettata con raggi UV e riutilizzata per gli scarichi dei bagni e l’irrigazione, trattando un volume medio giornaliero di 1,3 m³.
A Gorla Maggiore, in provincia di Varese, è stato realizzato il “Parco dell’Acqua”, un sistema di fitodepurazione che integra diversi servizi ecosistemici. Il progetto ha migliorato la qualità delle acque del fiume Olona, ridotto il rischio di allagamenti a valle, creato un’area ricreativa e aumentato la biodiversità. L’intervento rappresenta un esempio di drenaggio urbano sostenibile (SuDS) applicato in ambito urbano.
Presso lo stabilimento FCA di Verrone, in Piemonte, è stato sperimentato un sistema di fitodepurazione (constructed wetland) per il trattamento delle acque reflue industriali. Il sistema ha dimostrato un’efficace riduzione degli inquinanti, permettendo il riutilizzo dell’acqua trattata nei processi industriali. La configurazione a flusso sommerso orizzontale si è rivelata la più efficiente, con un potenziale di riutilizzo del 55-80% delle acque trattate.
L’adozione di soluzioni tecnologiche per il trattamento e il riutilizzo dell’acqua è alla portata di tutti, dalle famiglie che vogliono risparmiare alle abitazioni in fase di ristrutturazione. Con il supporto di normative e buone pratiche, il riutilizzo delle acque grigie è una soluzione vantaggiosa sotto ogni punto di vista.