Il frutteto urbano estivo è un’area verde ampiamente sconosciuta, fino a poco tempo fa. Oggi, però, si sta diffondendo a macchia d’olio. Si dedicano simili spazi alla coltivazione di alberi da frutto con l’obiettivo di produrre alimenti freschi, gustosi e rinfrescanti, specie durante la stagione estiva. Tali piantumazioni possono essere realizzate in vari contesti urbani: parchi, giardini, aree dismesse e così via. Spesso sono progettati per essere fruibili dalla comunità locale, offrendole cibo genuino, spazi verdi e di aggregazione.
Perché creare un frutteto urbano condiviso in estate
Dal momento che le città sono sempre più affollate, mentre le campagne si spopolano, poiché nei centri urbani si trovano maggiori opportunità di vita e lavoro, perché non portare anche appezzamenti di campagna nei nuclei abitati? Deve essere stata questa la riflessione da cui sono partiti gli urbanisti e le comunità che si sono avvicinate all’idea del frutteto urbano estivo e condiviso. Realizzare un parco adibito a frutteto non garantisce alla cittadinanza soltanto i tipici benefici delle aree verdi urbane, quali ombreggiatura e tutela della biodiversità, bensì anche la possibilità di cogliere, con le proprie mani, frutta deliziosa per rinfrescarsi.
C’è poi il vantaggio di avere a disposizione un’area in più nella quale socializzare. Chi non può o vuole lasciare la città, nella calura estiva, può rifugiarsi in questi parchi per meglio tollerare le elevate temperature. In una città come Milano, spesso tra le più roventi in Italia, durante questa stagione, vi sono ben 4 frutteti urbani nella quale la cittadinanza si può rifugiare. Il più noto è FruttaInCampo, in zona San Siro; CiliegiaMI è invece collocato presso il Parco Nord; Frutteto del Parco è a Ceriano Laghetto e quello del Gallaratese tra i quartieri QT8 e Gallaratese. Quest’ultimo insiste su aree inutilizzate presso questi quadranti e ne è prevista un’estensione. Potenzialmente, potrebbe arrivare a misurare fino a 12 ettari.
Frutti ideali per l’estate: angurie, meloni e fichi
La stagionalità estiva è particolarmente adatta a riempire i frutteti urbani di colture dolci e rinfrescanti. Anguria, fico e melone sono prodotti della bella stagione, più che adatti a essere piantumati anche in città. Per fornire loro un letto adeguato è possibile servirsi di suoli rigenerati, cassoni o vasconi.
Come coltivare l’anguria in città
L’anguria è forse il frutto che maggiormente simboleggia l’estate. Essa necessita di molto sole, ampi spazi e tanta acqua. Per coltivarla con successo, in un contesto urbano, è necessario fare uso di vasi capienti. Scegliere varietà nane, o rampicanti, e garantire un’ottima esposizione solare. La coltivazione in vaso può limitare le dimensioni del frutto, ma non il sapore, se si rispettano le condizioni ottimali di crescita e maturazione. Occorre che sia esposta al sole ogni giorno, per un intervallo di tempo compreso tra le 6 e le 8 ore. Per maturare a dovere necessita di una temperatura superiore ai 20 gradi e teme molto le gelate tardive, che possono causarne la morte.
Coltivare il melone in cassoni condivisi
Coltivare il melone in cassoni, se non si ha a disposizione un campo, ma soltanto un frutteto urbano, è possibile. Sono però necessarie alcune attenzioni. Va scelto un contenitore capiente, profondo almeno 40-45 cm. La collocazione è fondamentale. Occorre posizionarlo in un’area soleggiata, riparata da venti forti. Il terriccio posto nel cassone non deve essere lasciato al caso. È bene arricchirlo con sostanza organica, e garantire un’irrigazione regolare, soprattutto durante la crescita dei frutti. Porre sul fondo uno strato di argilla espansa assicurerà il drenaggio a seguito dell’irrigazione. Questa deve essere abbondante, ma diminuire una volta che i frutti maturano, in modo da aumentarne la dolcezza.
Il fico: varietà adatte alla coltivazione urbana
Per la coltivazione in frutteto urbano, le varietà di fico più adatte sono quelle che restano compatte e non si ammorbidiscono, come Dottato, Verdeccio, Brogiotto Nero, Nerucciolo e Longue d’Aout. Queste varietà possono essere coltivate con successo anche in vaso. Occupano infatti poco spazio e richiedono un basso quantitativo di cure. È importante scegliere fichi di dimensione contenuta, adatti alla coltura in vaso, e posizionarli in aree ben soleggiate. Il fabbisogno idrico del fico non è eccessivo e la pianta sopporta bene la siccità, ma occorre fornirle acqua in gioventù. Nelle prime fasi di crescita non può sopravvivere senza innaffiature regolari.

Tecniche colturali sostenibili
In un frutteto urbano è possibile servirsi di tecniche di coltura sostenibili, amiche dell’ambiente. Tra quelle che ci sentiamo di suggerire, perché semplici da implementare, possiamo indicare le seguenti:
- pacciamatura con paglia, o canapa, per ridurre l’evaporazione. Questa tecnica, nota da tempo immemore, consiste nel coprire il terreno con uno strato di materiale (organico, in questo caso) al fine di proteggere il suolo, ridurre la crescita delle erbacce, mantenere l’umidità e migliorare la salute delle piante;
- irrigazione goccia a goccia o da recupero. Allo scopo di irrigare un frutteto urbano, o qualsiasi altra area verde, è possibile fare uso di acqua non potabile, come quella piovana, per irrigare senza necessità di rifornirsi dall’acquedotto;
- compostaggio in sito. Produrre compost sullo stesso luogo di coltura, o nei suoi pressi, trasforma i rifiuti organici in fertilizzante (o meglio, ammendante naturale per il suolo) e lo fa là dove vengono prodotti. Questo metodo è un’alternativa sostenibile alla raccolta differenziata dei rifiuti organici. In aggiunta, riduce il trasporto dei rifiuti.
Esempi di frutteti urbani in Italia
Oltre alle esperienze milanesi, nel nostro Paese abbiamo altre importanti realtà di frutteto urbano ben avviate. Gli orti comunitari di Torino, parte del progetto nazionale denominato Orti urbani, occupano più di 2.000.000 di metri quadrati, destinati a orto e area agricola. Questi spazi rappresentano una storia di successo, grazie all’entusiasta adesione e partecipazione di gruppi organizzati, dalle classi scolastiche ai centri giovanili e dalle associazioni di cittadini alle cooperative sociali e agricole.
Nel capoluogo piemontese, per ottenere l’assegnazione di un simile spazio in gestione occorre rivolgersi all’Ufficio Verde Pubblico. Secondo la normativa nazionale, un orto urbano medio ha una superficie che varia dai 50 ai 100 metri quadrati. Il canone oscilla tra i 50 e i 200 euro annui. Possono fare richiesta persone maggiorenni. L’affidamento, in seguito alla vittoria di un bando circoscrizionale, viene concesso per un periodo di 5 anni, rinnovabile.
Nel parco romano del Fosso delle Campanelle si sta realizzando quello che diverrà l’orto urbano più grande d’Europa. Sarà collocato negli spazi rigenerati adiacenti all’ex ospedale psichiatrico di Santa Maria della Pietà. La zona ospita oggi 220 orti urbani, coltivati da tempo, ma l’amministrazione, che punta molto sui frutteti urbani, li risuddividerà, arrivando a un totale di circa 350 appezzamenti. In Italia siamo piuttosto sensibili al tema dell’autoproduzione alimentare urbana, e anche in numerosi centri più piccoli sono già a disposizione della cittadinanza spazi adibiti a verde urbano.
Come avviare un frutteto in uno spazio urbano condiviso
Avviare un frutteto urbano richiede pianificazione. Generalmente, se ne occupano le amministrazioni locali. Innanzitutto, occorre scegliere una posizione soleggiata, ben protetta dal vento. Il suolo, naturalmente, non è trascurabile. Il terreno deve essere fertile e ben drenato.
Occorre scegliere alberi da frutto adatti al clima locale e allo spazio a disposizione (un orto urbano non può superare i 100 metri quadrati, da normativa) considerando le varietà autofertili, per una migliore impollinazione e dunque una maggiore longevità. Prepariamo a dovere il terreno, lavorandolo in profondità e arricchendolo con materia organica, prima della piantumazione. Gli alberi vanno interrati con la zolla intatta, facendo attenzione a non seppellire il colletto. La pianta giovane ha bisogno di molta acqua.
Per quanto riguarda permessi e autorizzazioni, l’iter differisce di comune in comune. Talvolta gli orti urbani sono di pertinenza del verde pubblico, ma potrebbe anche essere l’assessorato all’urbanistica o qualche altro dipartimento a legiferare in merito. Per realizzare un frutteto urbano, o adibire un’area a coltivazione, bisogna sempre accertarsi della sua destinazione d’uso e notificare il municipio. Il terreno su cui si insedierà la coltivazione è comunale e per riconvertirlo occorre il via libera, anche se si tratta di un’area in disuso.
Un frutteto urbano estivo origina un microclima produttivo che rigenera suolo, coinvolge la comunità e crea autosufficienza alimentare. Le tecniche per curarlo e mantenerlo in salute sono semplici e replicabili. Anche chi non ha il pollice verde può rendersi utile in un orto comunitario senza grande sforzo. Queste caratteristiche sono quelle che rendono la realizzazione di un simile spazio tanto attraente per le amministrazioni locali, così come per le loro comunità.