Il legislatore italiano è chiamato a un nuovo sforzo per adeguare il proprio sistema normativo alle più stringenti regole Ue su diversi fronti, compreso quello della tutela penale ambientale
Per mettersi in riga con gli impegni assunti in sede Ue, l’11 giugno scorso il Parlamento ha approvato in via definitiva, con 137 voti favorevoli (36 contrari e 59 astenuti), il disegno di legge di “Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l’attuazione di altri atti dell’Unione europea – Legge di delegazione europea 2024”. Il provvedimento si pone l’obiettivo di conformare il nostro paese a un totale di ben 21 tra Direttive e Regolamenti Ue, oltre a istituire un tavolo tecnico avente ad oggetto una sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea (in merito alla remunerazione adeguata dei medici per i periodi di formazione relativi alle specializzazioni mediche).
Di seguito, alcuni degli interventi normativi in materia ambientale di maggiore importanza.
L’adeguamento alla Direttiva sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee)
Tra i provvedimenti europei chiave rientra sicuramente il recepimento della Direttiva 2024/884 in materia di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee), che, in particolare, chiede al Governo:
- Di riordinare la disciplina nazionale relativa ai pannelli fotovoltaici a fine vita provenienti dai nuclei domestici e dagli utilizzatori diversi dai nuclei domestici, anche in relazione alle disposizioni sul finanziamento della gestione dei rifiuti originati dai pannelli fotovoltaici;
- Di adeguare la disciplina relativa al finanziamento della gestione dei rifiuti originati da AEE (apparecchiature elettriche ed elettroniche) diversi dai pannelli fotovoltaici secondo le nuove disposizioni della Direttiva, ovvero per quei prodotti immessi sul mercato dopo il 13 agosto 2005;
- Di adeguare la normativa nazionale a quanto previsto dalla direttiva (UE) 2024/884 in tema di obblighi di informazione diretta sia agli utilizzatori, sia agli operatori degli impianti di trattamento, prevedendo in particolare una marcatura degli apparecchi, preferibilmente in conformità alla norma europea EN 50419:2022.
A ogni modo è stato precisato che il recepimento dovrà avvenire prevedendo oneri per la gestione dei rifiuti, nell’ambito del regime di responsabilità estesa del produttore, proporzionati sui produttori, incluse le piccole e medie imprese, e nel rispetto dei princìpi di semplificazione e digitalizzazione degli obblighi informativi.
La direttiva contro gli ecrocriminali
La seconda direttiva da recepire è quella sulla tutela penale dell’ambiente (2024/1203), la meglio nota Environmental Crime Directive (che modifica la precedente Direttiva n. 98), avendo tempo fino al 21 maggio 2026. Un provvedimento atteso da tempo, nono solo tra gli addetti ai lavori. Tra i nuovi reati introdotti dalla direttiva che cambieranno per sempre la geografia dei crimini ambientali e dovranno essere previsti anche nel nostro ordinamento penale, sono da sottolineare, tra gli altri:
- Lo scarico, l’emissione o l’immissione di un quantitativo di materie, sostanze, energia o radiazioni ionizzanti nell’aria, nel suolo o nelle acque che provochino o possano provocare il decesso o lesioni gravi alle persone o danni rilevanti alla qualità dell’aria, del suolo o delle acque, a un ecosistema, alla fauna o alla flora;
- L’immissione sul mercato, in violazione di un divieto o di un altro obbligo inteso a tutelare l’ambiente, di un prodotto il cui impiego su più vasta scala [..] comporti lo scarico, l’emissione o l’immissione di un quantitativo di materie, sostanze, energia o radiazioni ionizzanti nell’aria, nel suolo o nelle acque e che provochi o possa provocare il decesso o lesioni gravi alle persone o danni rilevanti alla qualità dell’aria, del suolo o delle acque, a un ecosistema, alla fauna o alla flora;
- La realizzazione di progetti [..] la cui condotta è attuata senza autorizzazione e provoca o può provocare danni rilevanti alla qualità dell’aria o del suolo o alla qualità o allo stato delle acque, o a un ecosistema, alla fauna o alla flora;
- Il riciclaggio irregolare delle navi (ovvero in violazione del Regolamento (UE) n. 1257/2013);
- Lo scarico in mare di sostanze inquinanti effettuato dalle navi in violazione del Regolamento (UE) n. 35/2005;
- Il furto d’acqua, se tale condotta provoca o può provocare danni rilevanti allo stato o al potenziale ecologico dei corpi idrici superficiali o allo stato quantitativo dei corpi idrici sotterranei;
- L’uccisione, la distruzione, il prelievo, il possesso, la commercializzazione o l’offerta a scopi commerciali di uno o più esemplari, o di loro parti, delle specie animali o vegetali selvatiche protette dalle varie norme internazionali;
- L’istigazione, il favoreggiamento, il concorso e il tentativo di uno dei reati summenzionati.
Le sanzioni previste dalla legge delega
Rispetto alle sanzioni previste per questi reati, il criterio da adottare è quello di essere effettive, dissuasive e proporzionate, prevendono in ogni caso l’obbligo per i responsabili di ripristinare l’ambiente e risarcire il danno ambientale. In merito alle sanzioni pecuniarie, gli stati membri devono prevedere anche forme di “esclusione dall’accesso ai finanziamenti pubblici”, “l’interdizione dall’esercizio delle funzioni”, il” ritiro dei permessi e delle autorizzazioni” e persino “divieti temporanei di candidarsi alle cariche pubbliche”.
Ribadendo un concetto giù sancito nella vecchia direttiva, la responsabilità e le relative sanzioni per i reati già detti si estendono anche alle persone giuridiche.
Gli altri provvedimenti targati Ue da recepire, che incideranno sulla regolazione ambientale, riguardano le emissioni inquinanti provenienti dalle industrie e dalle discariche e la qualità dell’aria, le obbligazioni in materia di sostenibilità, la sicurezza generale dei prodotti, la protezione delle indicazioni geografiche per i prodotti artigianali e industriali, il Regolamento relativo ai materiali e agli oggetti in materiale plastico riciclato destinato a venire a contatto con i prodotti alimentari, il Regolamento sulle batterie e i rifiuti di batterie.
Provvedimenti, tutti, che si pongono sempre nell’ottica di migliorare gli standard di protezione ambientale e a beneficio delle comunità, chiedendo al nostro legislatore uno sforzo non comune nei prossimi mesi.