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Agricoltura cellulare: tutto quello che non sapete

Agricoltura cellulare: uno scienziato processa una pianta in laboratorio
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Dall’agricoltura cellulare giungerà sulle nostre tavole cibo vegetale coltivato in maniera non tradizionale. I laboratori di biotecnologie di ENEA stanno già sperimentando con basilico, bieta rossa, cioccolata e caffè. I risultati sono promettenti. Leggere queste righe potrebbe straniare qualcuno ma occorre tenere a mente che i sistemi produttivi alternativi sono inevitabili. Entro il 2050, infatti, la domanda globale di cibo aumenterà del 50%. I cambiamenti climatici, poi, potrebbero ridurre la portata dei raccolti del 30%. I dati provengono dal World Economic Forum e sono difficilmente avversabili. La comunità scientifica ci dice, da tempo, che è questo il destino che ci attende.

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Cibo vegetale prodotto in laboratorio

Il laboratorio interno alla Divisione Biotecnologie e Agroindustria di Enea porta avanti da tempo ricerche sulla produzione vegetale. Gli scienziati hanno sviluppato un vero e proprio prototipo di cibo cellulare. Il loro obiettivo è quello di fornire alimenti più sani e sostenibili, contrastando gli effetti nocivi del cambiamento climatico sul suolo e, di conseguenza, sulla salute e la qualità delle piante che crescono in esso. Le cellule vegetali si basano su specifici modelli produttivi che consentono di superare gravi problemi di crescita e sviluppo.

Numerose colture stanno sperimentando già oggi crisi di produttività dovute alla modifica delle condizioni di maturazione. La coltivazione in laboratorio può portare al superamento di queste criticità e, simultaneamente, è in grado di limitare lo sfruttamento di acqua e terra, riducendo scarti di produzione e utilizzo di prodotti fitosanitari. L’agricoltura cellulare offre la possibilità di migliorare e massimizzare la fertilità di una pianta. Mettendo da parte la questione etica e i gusti personali, la quantità e qualità del prodotto possono davvero guadagnarne molto.

Il punto di vista degli scienziati sull’agricoltura cellulare

Agricoltura cellulare: una scienziata al microscopio
In ENEA si portano avanti da tempo ricerche sulla produzione vegetale

In un lungo approfondimento pubblicato sulle pagine di Repubblica Green and Blue, la scienziata Silvia Massa, ricercatrice presso ENEA, ha diffusamente spiegato tutti i vantaggi resi possibili dall’agricoltura cellulare.

“La plant cell agriculture è un metodo per la produzione di alimenti a partire da colture cellulari vegetali. Le cellule vegetali possono essere prelevate dalle piante, ad esempio dalle foglie di insalata, ed essere moltiplicate, in condizioni controllate, per ottenere una coltura di cellule. Questa può presentare proprietà benefiche simili, o migliorative, rispetto alla pianta d’origine.”

“La nostra dieta, per essere salutare, ha bisogno di alimenti vegetali freschi, proprio perché da questi acquisiamo molecole importanti e necessarie alla nostra salute, come antiossidanti o vitamine. Non siamo in grado di produrre da soli queste sostanze e non potremmo acquisirle naturalmente in altro modo.”

Come la scienza può aiutare la produzione

Dalle affermazioni di Silvia Massa, dunque, si capisce come sia possibile implementare tecniche di laboratorio per aumentare la produttività dei suoli e fornire più cibo di qualità, ricco di nutrienti, alla popolazione. La scienza può aiutare la produzione. L’agricoltura cellulare si pone come moltiplicatore salubre di alimenti e fornisce un modo di disporre di più verdure.

“Sarà sempre più difficile produrre alimenti vegetali in quantità e qualità sufficienti, in futuro. Questo metodo sposterebbe la produzione dal suolo, sempre meno disponibile in termini di estensione, a un ambiente controllato. Ciò avverrebbe in modo indipendente dalla stagionalità e dagli eventi climatici e ambientali.”

Precisa ancora la scienziata, dandoci un altro motivo per accettare di buon grado la tecnologia dell’agricoltura cellulare. Consideriamo che gli alimenti di nuova generazione, prodotti da cellule vegetali, possono presentare valori nutrizionali e caratteristiche di digeribilità simili, o migliori, rispetto alle piante di provenienza. I benefici diretti e indiretti, per il consumatore, sono numerosi. Pensiamo alla possibilità di disporre di alimenti naturalmente ricchi di nutrienti. E al fatto di poterlo fare senza il bisogno di servirsi di prodotti addizionati, rischiosi dal punto di vista della sicurezza alimentare.

I prodotti dell’agricoltura cellulare

Quali alimenti è in grado di mettere sulla nostra tavola, oggi, l’agricoltura cellulare? La risposta a questa legittima questione ci giunge, ancora una volta, dalla scienziata Massa:

“In Enea, stiamo studiando il potenziale di colture di basilico o bieta rossa, ricchissime in antiossidanti. È stato inoltre possibile ottenere cioccolata e caffè. Pensiamo a quanti vantaggi otterremmo, senza dover necessariamente importare quello che non possiamo produrre. Prestigiosi istituti di ricerca hanno dimostrato la possibilità di ottenere alimenti, con ottime proprietà nutrizionali, da colture cellulari derivate da piccoli frutti di bosco artici, i quali hanno periodi di raccolta limitatissimi e non possono essere coltivati. Teniamo sempre presente il fatto che molte colture sono minacciate dai cambiamenti climatici e dalle calamità.”

“Le cellule vegetali sono coltivate in un ambiente confinato e controllato. Controllato significa che queste cellule non si ammalano, non hanno bisogno di pesticidi, e controllando i loro parametri di crescita, possiamo modularne il contenuto in molecole utili per la salute. Possiamo veramente aprire la strada al concetto di alimentazione personalizzata.”

Gli alimenti vegetali possono alimentare tanto i cittadini sulla Terra quanto gli astronauti nello spazio. Durante i lunghi viaggi verso l’hub lunare, oppure verso il Pianeta Rosso, che è ormai una vicinissima frontiera, sarà possibile sfruttare questo sistema di coltivazione fuori suolo. Anche in ambiente extra-terrestre.

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Mattia Mezzetti

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