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Anche Pac-Man e Angry birds contro la crisi ambientale

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A cominciare da Mission 1.5, il videogioco voluto dell’UNDP, il mondo dei videogame sta scendendo in campo per aumentare consapevolezza e partecipazione contro i problemi ambientali. E per ridurre la propria impronta carbonica.

Greta Thunberg e il movimento di giovani che ha saputo innescare ci hanno ricordato quanto la consapevolezza e la partecipazione siano leve essenziali per vincere la sfida climatica e in generale ambientale. Un ruolo nell’edificazione di questa consapevolezza possono svolgerlo, e hanno iniziato già a svolgerlo, anche i videogiochi. Ce lo ricorda l’Onu in un post della sezione news del suo sito.

Mission 1.5 il videogioco in difesa del clima

Chi utilizza il trasporto pubblico, si trova in una sala d’attesa o in coda alla posta, avrà notato che molti, ragazzi ma anche adulti, ammazzano il tempo testa china e pollici in azione sui propri cellulari giocando a Candy crush o Angry birds. Osservando questo tipo di scena qualche anno fa, Cassie Flynn, consigliere strategico sui cambiamenti climatici per il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP) si è chiesta perché non giocare tutti contro la crisi ambientale. Nasce così, nel 2020, il gioco per cellulare Mission 1.5 dell’UNDP, che sfida i giocatori – e sono già 6 milioni in 58 Paesi – a prendere le decisioni giuste per mantenere il riscaldamento globale entro i 1,5 C°. Se il videogioco UNDP è utile ad aumentare la sensibilità e la partecipazione, è servito anche come piattaforma per quello che è conosciuto come il voto popolare sul clima, “il più grande sondaggio dell’opinione pubblica sui cambiamenti climatici mai condotto” sottolinea l’Onu. Un sondaggio che ha coperto 50 Paesi, realizzato in 17 lingue, e i cui risultati sono stati impiegati “nei principali incontri internazionali, come il vertice del G20 e l’ultima Conferenza delle Nazioni Unite sul clima, la COP26”. I produttori di videogiochi alleati per il clima “Il successo di Mission 1.5 è solo la punta dell’iceberg se pensiamo alla portata dell’industria dei videogiochi di oggi, che si estende sugli schermi di almeno 3 miliardi di persone nel mondo, 1 persona su 3 sul Pianeta”, commenta Flynn. Per questo, oltre al proprio videogioco, l’UNDP ha supportato la nascita della Playing for the Planet Alliance. Un’alleanza che raggruppa i principali nomi dell’industria dei giochi – da Microsoft a Sony a Ubisoft e altri 40 studi di produzione – e che mira a lavorare con queste aziende su due fronti: ridurre l’impronta di carbonio delle loro industrie e sfruttare la potenza delle loro piattaforme per veicolare messaggi e iniziative per il clima. “L’industria dei videogiochi è probabilmente il mezzo più potente al mondo in termini di pubblico, attenzione e coinvolgimento”, ha detto Sam Barratt, Chief of Education, Youth & Advocacy dell’UNEP e co-fondatore dell’alleanza. Quanto al primo obiettivo, alleggerire l’impronta climatica, secondo l’ultimo rapporto di Playing for the Planet Alliance, il 60% dei suoi membri è impegnato a diventare net zero o carbon negative entro il 2030. Per citare alcune iniziative specifiche, l’anno scorso, Microsoft ha condotto uno studio che misura la quantità di energia che i cellulari utilizzano mentre giochiamo. Sony e Gameloft, invece hanno adottato misure per ridurre la propria impronta di carbonio e quella delle proprie console.

Messaggi e missioni ecologiche nei videogiochi per l’ambiente

I modi in cui un videogame può avvicinare alla difesa del Pianeta sono infinti come le possibilità offerte dalla fantasia: dai messaggi ambientali alle missioni ecologiche, agli inviti alle donazioni alla partecipazione a campagne di attivismo. Tra gli esempi offerti dalla Playing for the Planet Alliance, Alba: a wildlife adventure. In questo videogame una ragazza cerca di impedire la cementificazione di una bellissima isola del Mediterraneo e insegna agli utenti di PlayStation, Xbox e Nintendo Switch, l’importanza di conservare gli habitat naturali. Inoltre, parte del ricavato di ogni download ha già supportato la piantumazione di 1 milione di alberi. I giocatori di Pac-Man hanno potuto giocare in modalità avventura a tema foresta con una skin dedicata (un download che cambia l’aspetto dei personaggi nel gioco) ottenuta come ricompensa per il completamento dell’avventura. Minecraft, invece, ha aggiunto un piano di lezioni aggiuntivo sul “riciclaggio radicale”. Ancora. Giocando ad Anno 1800, un videogioco di strategia per la costruzione di città, vincitore del premio Jam’s UNEP’s Choice 2021, i gamer iniziano su un’isola incontaminata con una piccola popolazione e sono tenuti a creare una città sostenibile. Se giocando sottovalutano gli aspetti negativi della crescita e non trovano misure per contrastarli, l’ecosistema e la città alla fine collassano.

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