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Boyan Slat e Ocean Cleanup: chi è il guru che salva gli oceani

Boyan Slat è un inventore olandese fondatore e CEO di Ocean Cleanup: scopriamo insieme la sua incredibile e lodevole storia.
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Nato il 27 luglio del 1994 a Delft, in Olanda, Boyan Slat è il fondatore di una delle organizzazioni no profit ambientaliste più note al mondo in assoluto: stiamo parlando della Ocean Cleanup, una realtà operativa fin dal 2013 che ha come obiettivo quello di ripulire gli oceani dalle tonnellate di materie plastiche che si sono accumulate negli ultimi decenni. La storia di Slat è per molti versi eccezionale e dovrebbe senza ombra di dubbio diventare un punto di riferimento per chiunque, non soltanto per le nuove generazioni a cui consegneremo i destini del pianeta Terra. Scopriamola meglio insieme.

Chi è Boyal Slat, un genio precoce

Ocean Cleanup è un'organizzazione no profit che si occupa di ripulire il mare dalle materie plastiche: ecco chi è il fondatore Boyan Slat.
Onde nell’oceano.

Cresciuto in una famiglia di origini croate, Slat ha iniziato ad appassionarsi al mondo dell’ingegneria fin da piccolissimo, battendo persino un record nel Guinness dei Primati grazie ad un lancio simultaneo di ben 231 razzi a soli 14 anni. Appena due anni dopo, a 16 anni, il giovane si è reso conto nel corso di un’immersione in Grecia di come nel mare ormai ci fossero più pezzi di plastica che pesci: è stato proprio a partire da questa constatazione che è emersa la necessità di sviluppare un progetto sull’inquinamento dei mari mentre ancora studiava al liceo. Prima dell’impegno profuso da Slat, infatti, erano in molti a pensare che l’oceano fosse impossibile da ripulire da tutti i rifiuti prodotti dagli esseri umani. Il primo step del suo percorso verso la no profit che avrebbe fondato è stato a proposito un evento TED Talk a Delft in occasione del quale l’inventore ha presentato un sistema passivo di raccolta che sfruttava la circolazione delle correnti oceaniche.

Boyan Slat ha poi deciso di lasciare i suoi studi in ingegneria aerospaziale per dedicarsi anima e corpo allo sviluppo della sua innovativa idea: è stato così che nel 2013 ha fondato Ocean Cleanup, diventandone anche amministratore delegato. Il resto è storia.

Che cos’è Ocean Cleanup e di che cosa si occupa

Scopriamo insieme tutto quello che c'è da sapere sull'inventore olandese Boyan
Acqua di mare.

L’idea nata dal genio di Slat è stata accolta fin da subito con enorme entusiasmo da parte del pubblico, che si è attivato per trasformare il suo sogno in realtà partecipando ad una fortunatissima campagna di crowdfunding in grado di raccogliere nel giro di cento giorni oltre due milioni di dollari, con un totale di 38.000 donatori sparsi in 160 Paesi.

Un risultato straordinario, che ha così permesso alla no profit di portare ad un livello superiore la sua campagna di pulizia degli oceani: il denaro raccolto è stato investito da Slat per sviluppare processi ingegneristici molto avanzati e per far partire le prime missioni negli oceani, utili a raccogliere dati preziosi per poter sviluppare il sistema di raccolta rifiuti. Si era trattato, tra l’altro, della campagna di crowdfunding di maggior successo della storia fino a quel momento, come aveva anche sottolineato la piattaforma Seeds della Abn Amro, dov’era stata organizzata l’iniziativa.

11 anni dopo la sua fondazione, Ocean Cleanup raccoglie diverse tonnellate di materie plastiche finite negli oceani di tutto il mondo attraverso un particolare sistema passivo che sfrutta le forze naturali del vento e delle correnti e che si alimenta completamente con energia solare. Il primo sistema in assoluto è stato perfezionato da Slat nel 2018 e prevedeva l’utilizzo di un grosso tubo galleggiante a forma di U lungo fino a due chilometri che avrebbe permesso di concentrare la plastica in un unico punto, facilitandone così il recupero: questo primissimo prototipo, tuttavia, ha mostrato fin da subito i suoi limiti, per cui è stato fondamentale apportarvi delle migliorie. Ecco dunque che Slat si è inventato un nuovo sistema che utilizzava anche un’ancora lasciata a 600 metri di profondità e un pannello rigido posizionato sotto al tubo galleggiante per bloccare del tutto la plastica.

I miglioramenti apportati nel corso del tempo al sistema di raccolta rifiuti hanno permesso a Ocean Cleanup di raccogliere fino a 5 tonnellate di rifiuti plastici in mare in un solo mese. Boyan Slat però non si vuole certo fermare qui e ha un obiettivo ancor più ambizioso: l’imprenditore punta infatti ad eliminare il 50% di rifiuti nel Great Pacific Garbage Patch e il 90% della plastica da tutti gli oceani entro il 2040.

La piaga delle isole di plastica negli oceani

Forse non sono tutti a conoscenza del fatto che nei nostri mari sono presenti almeno 5 enormi distese di plastica galleggiante, delle vere e proprie isole di rifiuti trasportati nel corso dei decenni dalle correnti degli oceani in alcune aree delimitate. La più grande e tristemente celebre è proprio quella che si trova nell’oceano Pacifico. Si tratta di un’enorme quantità di plastica che rappresenta un pericolo concreto non soltanto per la biodiversità marina, ma anche per la nostra stessa salute. I pesci che mangiamo si nutrono di queste materie plastiche marine, ingerendo materiali spesso tossici che poi finiscono sulle nostre tavole. La comunità scientifica, inoltre, sta ancora cercando di comprendere quale potrebbe essere l’impatto delle cosiddette microplastiche sulla salute degli esseri umani. Ecco dunque perché progetti come quello di Boyan Slat assumono da questo punto di vista un significato così importante.

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Alberto Muraro

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