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L’innovazione tecnologica per pulire il mare

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Ogni anno finiscono in mare 8 milioni di tonnellate di plastica. La ricerca sta sviluppando soluzioni tecnologiche che danno già primi incoraggianti risultati.

Negli ultimi decenni la plastica è diventata parte della nostra vita quotidiana: sacchetti della spesa, packaging, giocattoli o bottiglie d’acqua. La plastica sembra essere onnipresente. Diventando però anche il principale problema che affligge i nostri Oceani. Ogni anno, secondo l’Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN) finiscono in mare 8 milioni di tonnellate di plastica e alcuni di questi oggetti impiegano fino a 600 anni per degradarsi, compromettendo in maniera definitiva la vita di interi ecosistemi. La National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) ha mappato gli oggetti che inquinano i sistemi marini. Ai primi posti ci sono le sigarette e i filtri per sigarette, i sacchetti di plastica, gli involucri e i contenitori per alimenti, i tappi e i coperchi, le bottiglie di plastica. Le stesse ricerche stimano che, entro il 2050, avremo in mare più plastica che pesci. La soluzione del problema richiede cambiamenti strutturali delle modalità di produzione e di smaltimento dei rifiuti, ma la ricerca sta sviluppando già oggi soluzioni che iniziano a dare i primi incoraggianti risultati.

The Ocean Cleanup

Conosciuta anche come Sistema 001, questa tecnologia consiste in un’enorme barriera galleggiante, lunga 62 miglia, che sfruttando le correnti marine cattura le plastiche prima che abbiano il tempo di degradarsi e trasformarsi in pericolose microplastiche. Il Sistema 001 è stato ideato da un giovanissimo Boyan Slat, che immergendosi nei mari della Grecia si accorse di avere davanti a sé più plastica che pesci. Dalla sua genialità è nata The Ocean Cleanup, società che oggi raccoglie 80.000 tonnellate di rifiuti all’anno dalla Great Pacific Garbage Path, la tristemente nota isola di plastica che galleggia nel cuore del Pacifico.

Seabin Project

Seabin è una specie di cestino portarifiuti, ideato nel 2015 da due adolescenti australiani. Da quel primo prototipo, oggi Seabin Project è arrivato alla quinta versione, già utilizzata in molti Paesi del mondo, tra cui l’Italia. Seabin V5, realizzato in materiali riciclabili, permette di raccogliere rifiuti galleggianti in acque calme, come porti o laghi. Il suo filtro è in grado di trattenere anche microplastiche, olii nocivi e carburanti.

OC-Tech

L’innovativo catamarano OC-Tech, creato dalla startup spagnola Ocean Cleaner Technology, è pensato per il più sofisticato multitasking. Questo mezzo permette la raccolta di plastiche, microplastiche e la pulizia di eventuali sversamenti di idrocarburi, in modalità non-stop fino a 48 ore. Può operare in acque infestate da alghe e meduse o in prossimità di relitti. La sua struttura modulare ne permette un facile trasporto.

Mr. Trash Wheel e FRED

Mr. Trash Wheel, creato dalla Clearwater Mills, è un innovativo battello con ruote idrauliche che catturano la spazzatura in fiumi, torrenti e porti e la stocca al suo interno, grazie ad uno speciale nastro trasportatore alimentato da energia solare. Mr. Trash Wheel può ripulire 17 tonnellate di spazzatura ogni giorno e, ad oggi, ha già raccolto 800 tonnellate di detriti dall’Oceano. Uno strumento analogo è in fase di prototipazione da parte dell’organizzazione americana no-profit Clear Blue Sea. FRED, acronimo di Floating Robot Eliminating Debris, utilizzerà delle pale poste nella parte anteriore del mezzo per raccogliere detriti di grandi dimensioni e trasportarli in un contenitore di raccolta. Si sposterà a velocità molto basse e grazie ad avanzate tecnologie di monitoraggio, opererà nel massimo rispetto della vita marina. Questa tecnologia verrà provata sul campo agli inizi del 2023.

WasteShark

WasteShark è stato creato da RanMarine Technology nel 2018, con un design ispirato allo squalo balena. Si tratta di un drone acquatico che, galleggiando sulla superficie dell’acqua, raccoglie ogni tipo di detrito prima che i venti, le maree e le correnti li portino nell’Oceano. In più, WasteShark analizza costantemente la qualità dell’acqua e trasmette queste informazioni in tempo reale.

Bobine magnetiche

Anche le nanotecnologie possono offrire soluzioni al problema delle plastiche. Lo scienziato Xiaoguang Duag e il suo team di ricercatori hanno creato bobine magnetiche che abbattono la quantità di microplastiche in mare, utilizzando una reazione chimica. Le bobine sono coperte di azoto e manganese in grado di reagire chimicamente con le molecole di ossigeno e trasformare le microplastiche in composti salini ecologici, anidride carbonica e acqua. L’innovazione è in fase di test, ma si stima che dovrebbe ripulire il 100% delle microplastiche nei fiumi e nei porti turistici. I test di tossicità evidenziano che le microplastiche degradate smettono di essere dannose per la vita marina e diventano una fonte di carbonio per la crescita delle alghe.

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