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Coastal upwelling: il vento che rigenera il mare e può salvare gli ecosistemi costieri

Coastal upwelling: il vento che rigenera il mare e può salvare gli ecosistemi costieri. Oceano agitato dal vento
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Quando il vento spinge il mare e risveglia le acque profonde, nasce un miracolo silenzioso: l’upwelling, il fenomeno che rigenera gli oceani, sostiene la vita marina e protegge le comunità costiere.

Tra i tanti movimenti nascosti che agitano la superficie degli oceani, ce n’è uno che agisce in silenzio ma con una forza rigenerante straordinaria: l’upwelling costiero. Questo fenomeno naturale si verifica quando i venti, soffiando parallelamente alla costa, spingono le acque superficiali verso il largo. In risposta, dalle profondità marine avviene la risalita delle acque fredde, più dense e cariche di nutrienti, che affiorano in superficie portando nuova vita.

Anche se meno conosciuto rispetto ad altri fenomeni marini estremi, l’upwelling è un motore essenziale per la produttività degli oceani, la salute della fauna marina e la resilienza degli ecosistemi costieri. Vediamo insieme che cos’è l’upwelling nel dettaglio, come funziona, dove si verifica, quali effetti ha sulla biodiversità marina e perché è cruciale per l’economia ittica e la resilienza degli ecosistemi costieri.

Cos’è l’upwelling costiero e come funziona

Il mare al tramonto

Immagina una brezza costante che soffia lungo la costa. Questo semplice gesto del vento ha il potere di mettere in moto una delle dinamiche più importanti degli oceani: l’upwelling costiero. Ma cosa si verifica durante il fenomeno dell’upwelling?

Quando il vento soffia parallelamente alla linea costiera, entra in gioco un meccanismo fisico chiamato effetto di Coriolis: a causa della rotazione terrestre, le acque superficiali vengono spinte verso il largo. A quel punto, per riequilibrare il sistema, dal fondo dell’oceano risalgono acque più fredde e dense, particolarmente ricche di nutrienti come nitrati e fosfati, che altrimenti rimarrebbero intrappolati negli strati profondi.

Questa risalita delle acque fredde crea le condizioni ideali per lo sviluppo del fitoplancton, la base della catena alimentare marina. Il risultato è un’esplosione di produttività primaria che sostiene la vita di innumerevoli specie marine: dal plancton ai pesci pelagici, dai mammiferi marini agli uccelli oceanici. Non a caso, gli upwelling costieri sono alla base di alcuni tra i più ricchi ecosistemi costieri del pianeta.

Tra gli effetti del vento sul mare, questo è forse uno dei più benefici per l’umanità: zone come la costa peruviana, quella del Benguela in Africa sud-occidentale o le acque al largo della California sono esempi di aree in cui l’upwelling rende possibile una pesca intensiva e sostenibile. In effetti, come si legge su National Geographic, anche se queste zone rappresentano solo l’1% della superficie oceanica mondiale, forniscono circa il 50% del pescato globale.

Tuttavia, non tutto è immutabile. Alcuni cambiamenti climatici in corso stanno modificando la frequenza e l’intensità dell’upwelling in vari oceani. Aumenti anomali delle temperature e variazioni nei regimi dei venti possono influenzare profondamente la capacità di questo fenomeno di rigenerare le acque e sostenere la vita marina. Anche un meccanismo così apparentemente costante può diventare vulnerabile.

Dove si verifica nel mondo

Il fenomeno del coastal upwelling non è ovunque, ma dove avviene lascia un’impronta profonda sulla vita marina e sulle economie locali. Come si spiega in uno studio di Clivar (Climate and Ocean: Variability, Predictability, and Change, il progetto di ricerca globale del World Climate Research Programme), le regioni del mondo caratterizzate da upwelling sono 4 e sono definite Eastern Boundary Upwelling Systems (EBUS). Sono il California Current System (Calcs), lungo la costa occidentale del Nord America, il Canary Current System (CanCS), al largo dell’Africa nord-occidentale, l’Humboldt Current System (HCS), al largo del Perù e del Cile, e il Benguela Current System (BenCS), al largo della costa dell’Africa sud-occidentale.

In particolare le aree più interessante sono:

  • Costa della California (Stati Uniti): lungo il Pacifico nord-orientale, è una delle zone di upwelling più studiate e produttive, attiva soprattutto in primavera ed estate.
  • Isole Canarie e costa del Marocco: l’upwelling nord-africano sostiene importanti risorse ittiche e biodiversità costiera.
  • Costa del Cile e del Perù: ospita il famoso sistema di Humboldt, uno dei più ricchi al mondo per pesce azzurro e plancton.
  • Namibia e Benguela Current: uno degli upwelling più intensi del pianeta, con effetti ecologici amplissimi sulla fauna marina.
  • Golfo di Guinea (Africa occidentale): meno noto ma fondamentale per la pesca locale, presenta upwelling stagionali molto marcati.

Sebbene più rari, episodi di upwelling si verificano anche nel Mar Mediterraneo, in particolare lungo le coste dell’Algeria, della Sicilia e del Mar Ligure, dove condizioni di vento e batimetria possono temporaneamente attivare correnti verticali nutrienti.

Tabella – Principali aree di upwelling nel mondo

Regione costieraTipo di upwellingPeriodo attivoImpatti ecologici
California (USA)CostieroPrimavera-estateAlta produttività, pesca di sardine e acciughe
Canarie e costa marocchinaCostieroEstateBiodiversità marina, risorse ittiche locali
Cile e Perù (corrente di Humboldt)Costiero equatorialeTutto l’anno, più intenso in inverno australeArea tra le più pescose al mondo
Namibia (Benguela)Costiero subtropicaleTutto l’annoEcosistema ricchissimo, grande abbondanza di plancton
Golfo di GuineaCostiero tropicaleEstate e invernoFonte primaria per la pesca artigianale
Mediterraneo (Algeria, Sicilia)Episodico e stagionaleVariabilePicchi locali di produttività, impatto limitato

Perché l’upwelling è vitale per la biodiversità marina

Coastal upwelling e biodiversità marina

L’upwelling costiero non è solo un fenomeno fisico: è il respiro profondo degli oceani, che porta in superficie la linfa vitale degli ecosistemi marini. Quando le correnti verticali sollevano le acque fredde dalle profondità, trasportano con sé una grande quantità di nutrienti oceanici — in particolare nitrati, fosfati e silicio — fondamentali per la crescita del fitoplancton, minuscoli organismi fotosintetici che costituiscono la base della catena alimentare marina.

Questo impulso di nutrimento dà origine a vere e proprie esplosioni di produttività primaria marina: il fitoplancton, che è la base della catena alimentare marina, prolifera, attirando copepodi, piccoli pesci, invertebrati e, via via, predatori sempre più grandi come tonni, cetacei e uccelli marini. Dove c’è upwelling, c’è cibo in abbondanza, e dove c’è cibo, la vita marina si concentra in quantità sorprendenti.

In queste aree si formano ecosistemi tra i più ricchi e stabili del pianeta. Le popolazioni di pesci pelagici, come sardine e acciughe, prosperano grazie alla costante disponibilità di risorse alimentari. Questo meccanismo naturale non solo sostiene la biodiversità marina, ma rende l’oceano più resiliente agli shock ambientali e ai cambiamenti climatici. È anche per questo che l’upwelling viene considerato un motore ecologico fondamentale, capace di alimentare intere reti trofiche e di mantenere in equilibrio gli habitat costieri.

Legami tra upwelling e pesca sostenibile

Le zone di upwelling sono veri scrigni di vita, dove la ricchezza marina si traduce in opportunità concrete per le comunità costiere. In queste acque fertili, specie come sardine, acciughe e tonni trovano un habitat ideale per nutrirsi e riprodursi, dando origine a popolazioni abbondanti e resilienti. Questa abbondanza non è solo una benedizione per la fauna marina, ma rappresenta il cuore pulsante di molte economie locali, dove la pesca è fonte primaria di sostentamento, lavoro e cultura.

Qui, la natura crea un equilibrio perfetto: l’upwelling alimenta il ciclo della vita, mentre le persone imparano da secoli a pescare rispettando questi ritmi, costruendo un legame profondo e sostenibile con il mare.

5 effetti positivi dell’upwelling sulla vita marina

  • Aumento del fitoplancton, primo anello della catena trofica.
  • Incremento della biomassa di pesci pelagici, e quindi risorse abbondanti.
  • Rafforzamento della diversità biologica locale, con habitat vibranti e complessi.
  • Sostegno all’acquacoltura naturale, con ambienti ricchi di nutrienti.
  • Benefici per uccelli marini e mammiferi, che seguono le risorse alimentari nelle zone di upwelling.

Questa straordinaria connessione tra vento, mare e vita marina ci ricorda quanto sia prezioso preservare questi meccanismi naturali, fondamentali per un futuro di pesca responsabile e oceani vivi.

I rischi: quando l’upwelling diventa instabile

L’upwelling costiero è un delicato equilibrio tra vento, temperatura e correnti oceaniche. Oggi, i cambiamenti climatici stanno mettendo a dura prova questo meccanismo, con il rischio che l’upwelling si intensifichi troppo o, al contrario, scompaia del tutto in alcune aree. Come spiega anche l’ISPRA, le alterazioni nei pattern dei venti e l’aumento delle temperature oceaniche possono infatti modificare la frequenza, la durata e l’intensità della risalita delle acque fredde, compromettendo la disponibilità di nutrienti essenziali per gli ecosistemi marini.

Questi cambiamenti possono portare a instabilità nella produttività marina, mettendo a rischio non solo la biodiversità, ma anche le comunità umane che da essa dipendono. La variabilità degli upwelling è già osservata in molte regioni, con conseguenze importanti per la pesca e la salute degli ecosistemi costieri.

El Niño e la soppressione dell’upwelling in Sud America

Uno dei casi più noti di interruzione dell’upwelling è legato al fenomeno di El Niño, un’anomalia climatica che si manifesta nel Pacifico tropicale. Durante gli eventi di El Niño, i venti che normalmente spingono le acque superficiali verso il largo si indeboliscono o cambiano direzione, causando una drastica riduzione o sospensione dell’upwelling lungo le coste del Perù e del Cile.

Questa interruzione provoca un aumento delle temperature superficiali e una diminuzione dei nutrienti disponibili, con effetti devastanti sulla produttività primaria marina. Di conseguenza, le popolazioni di pesci pelagici, come sardine e acciughe, crollano, causando gravi ripercussioni per la pesca commerciale e per le economie locali, che spesso si trovano impreparate a fronteggiare queste crisi.

Tabella – Effetti dell’interruzione dell’upwelling

AreaEvento climaticoImpatti riscontrati
Costa del PerùEl NiñoRiduzione drastica della pesca, collasso delle popolazioni di sardine e acciughe
Costa del CileEl NiñoAumento delle temperature marine, calo della produttività primaria
California (USA)Eventi anomali di ventoDiminuzione temporanea dell’upwelling, impatti sulla pesca locale

Monitorare e proteggere l’upwelling: quali strategie esistono

La complessità e l’importanza dell’upwelling hanno spinto la comunità scientifica a sviluppare sofisticati sistemi di monitoraggio. Le agenzie spaziali come la NASA e il programma europeo Copernicus utilizzano satelliti per osservare in tempo reale la temperatura delle superfici oceaniche e la concentrazione di clorofilla, indicatori chiave della risalita delle acque fredde e della fioritura di fitoplancton. A queste osservazioni si affiancano reti di boe oceaniche e sistemi radar che raccolgono dati sulle correnti, i venti e altri parametri fisici cruciali per comprendere la dinamica dell’upwelling.

Questi strumenti permettono non solo di monitorare il fenomeno, ma anche di prevederne le variazioni e intervenire tempestivamente in caso di anomalie che potrebbero compromettere gli ecosistemi marini e le attività umane ad esse collegate.

Parallelamente, cresce l’attenzione verso la protezione attiva degli ecosistemi di upwelling attraverso la creazione di aree marine protette (MPA) costiere e una gestione più responsabile della pesca. Queste strategie mirano a salvaguardare la biodiversità e a mantenere la capacità produttiva naturale del mare.

Upwelling nel Mediterraneo: realtà o potenzialità?

Nel Mediterraneo l’upwelling è un fenomeno meno frequente e più localizzato, ma non per questo meno importante. Sono stati documentati rari casi di risalita di acque fredde lungo le coste italiane, ad esempio nel Golfo di Trieste e nel Mar Ligure, dove condizioni particolari di vento e conformazione del fondale favoriscono queste correnti verticali.

Questi episodi offrono un’opportunità unica per lo sviluppo di micro-pesche sostenibili locali, capaci di valorizzare le risorse marine senza sovraccaricarle. Inoltre, progetti pilota di gestione marina rigenerativa stanno prendendo forma, con l’obiettivo di replicare e potenziare questi fenomeni naturali, promuovendo un equilibrio fra uomo e mare anche in un bacino così delicato come il Mediterraneo.

In sintesi

L’upwelling è il cuore nascosto degli oceani, un motore invisibile che alimenta la vita, intreccia il clima con la biodiversità e sostiene intere comunità umane. Capirlo e proteggerlo significa custodire il futuro dei nostri mari e di chi ne vive.

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Rosaria De Benedictis

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