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Discariche abusive: l’80% è sanato

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65 discariche abusive bonificate e una sanzione europea che da 42 milioni di euro a semestre è passata a 5 milioni. Domani il Generale Vadalà presenta la 10ma Relazione sullo stato delle discariche abusive in Italia e i risultati di 5 anni di attività.

Sessantacinque discariche abusive bonificate (l’80% di quelle sotto procedura di infrazione) e una sanzione europea passata da 42 milioni di euro agli attuali 5 milioni. È il bilancio estremamente positivo che il Commissario unico alle bonifiche, il generale Giuseppe Vadalà, presenterà domani con la 10ma Relazione semestrale sullo stato delle discariche abusive italiane relative alla causa europea c-196/13.

La procedura di infrazione europea sulle discariche abusive

Il Commissario lavora con una task-force messa a disposizione dall’Arma dei Carabinieri per far fuoriuscire l’Italia dalla procedura d’infrazione europea, scattata quando la Commissione ha ritenuto che l’Italia avesse violato l’obbligo di recuperare i rifiuti e smaltirli senza pericolo per l’uomo e l’ambiente, ossia che i detentori delle scorie avessero violato l’obbligo di consegnarli ad un raccoglitore che effettuasse le operazioni di smaltimento o recupero secondo le norme Ue. Nella sentenza del 2 dicembre 2014 la Corte UE constata che l’Italia:

  • non ha garantito che il regime di autorizzazione fosse effettivamente applicato;
  • non ha assicurato la cessazione effettiva delle attività realizzate in assenza di autorizzazione;
  • non ha provveduto all’identificazione esaustiva dei rifiuti pericolosi sversati;
  • viola l’obbligo di garantire che per determinate discariche sia adottato un piano di riassetto o un provvedimento definitivo di chiusura.

La Corte evidenzia tra l’altro che la mera chiusura di una discarica, o la copertura dei rifiuti con terra e detriti, non è sufficiente per adempiere agli obblighi derivanti dalla direttiva “rifiuti” e che gli Stati membri sono tenuti a verificare se sia necessario bonificare le vecchie discariche abusive e, all’occorrenza, sono tenuti a sanarle. Né sono misure sufficienti il sequestro della discarica da bonificare e l’avvio di un procedimento penale contro il suo gestore. La sentenza riguarda 200 discariche: 198 discariche abusive – di cui 16 contenenti rifiuti pericolosi – per cui sono necessarie operazioni di bonifica; 2 discariche per le quali occorre l’approvazione di piani di riassetto oppure l’adozione di decisioni di chiusura definitiva. La Corte Europea nel 2014 infligge all’Italia una sanzione di 42,8 milioni di euro per ogni semestre di ritardo nell’attuazione delle misure necessarie a dare piena esecuzione alla prima sentenza del 2007. La penale deve essere liquidata dall’Italia sino alla permanenza in stato di infrazione di ciascuna discarica. Ma per ogni sito nel frattempo posto a norma, vengono detratti semestralmente 400mila euro per ciascuna discarica contenente rifiuti pericolosi e 200mila euro per ogni altra discarica. Il 24 marzo 2017 il Governo decide di nominare un Commissario per risolvere la situazione nel modo più efficiente e vengono commissariati 81 siti, con tre diversi provvedimenti Governativi.

I risultati di cinque anni di Commissariamento

In 5 anni, grazie all’attività della squadra guidata dal generale Vadalà, sono state risanate 65 discariche abusive, ne restano 16 da bonificare o mettere in sicurezza, in linea con gli obiettivi fissati nel cronoprogramma operativo. Tra i siti bonificati, 58 sono usciti dal procedimento sanzionatorio in tutto il territorio nazionale: Abruzzo (12 siti), Campania (11), Calabria (18), Sicilia (8), Lazio (7), Veneto (3), Puglia (6) e un solo sito in Toscana. La sanzione europea da 42 milioni di euro è passata agli attuali 5 milioni, da ridurre a 3,6 milioni di euro al termine del vaglio dei dossier di espunzione proposti nel giugno 2022 che riguardano altri 7 siti bonificati. In media, l’attività della missione commissariale ha portato alla bonifica di una discarica abusiva al mese. Un risultato frutto della collaborazione con il Ministero della Transizione ecologica, della sigla di protocolli collaborativi con diversi enti pubblici, ma anche grazie alla sinergia con i soggetti privati e le categorie di settore, in un lavoro corale per il Paese e per i cittadini che ad oggi ha portato un cospicuo risparmio economico per l’erario e soprattutto ha restituito zone più salubri alla collettività. “Abbiamo la convinzione che in futuro, con operosità sinergica e proseguendo sulla strada tracciata, si potrà definitivamente risolvere l’annoso problema delle bonifiche – ha commentato il Generale Giuseppe Vadalà – potendo così restituire ai cittadini e più in generale al Paese, i territori sanati, a garanzia del primario benessere di ogni individuo”.

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Redazione

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