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Ecco i cestini intelligenti: l’AI ci aiuta a differenziare

Bottiglie vuote da buttare nella spazzatura
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Inutile negarlo: fin troppo spesso tendiamo a fare la raccolta differenziata in maniera errata, per di più senza porre la necessaria attenzione alle conseguenze ambientali delle nostre azioni. Può per esempio capitare di inserire nel cassonetto della carta i cartoni della pizza con pezzi di cibo ancora presenti, oppure di smaltire delle bottiglie di vetro con l’etichetta di carta attaccata. Va detto che non tutti sono a conoscenza delle regole esatte di riciclo dei rifiuti, per cui gli errori possono essere più frequenti di quanto non potremmo pensare. Per fortuna da questo punto di vista la tecnologia sta iniziando a venire in nostro aiuto e sembra che in futuro, grazie al contributo dell‘Intelligenza Artificiale, riciclare in modo corretto sarà un vero e proprio gioco da ragazzi. Ecco tutto quello che è necessario sapere nel merito della questione.

Indice

L’idea dei cestini intelligenti

Alcune aziende italiane stanno iniziando a sviluppare dei cestini per il riciclaggio basati sull'IA: ecco come funzionano esattamente.
Una borsa con sopra un telefono

Quanto sarebbe bello avere a disposizione informazioni in tempo reale su come suddividere tutti i nostri rifiuti domestici evitandoci così lo stress della loro separazione? Ebbene, c’è chi si è posto questa domanda e ha iniziato ad attivarsi di conseguenza: è per esempio il caso della start-up ReLearn, che in tempi non sospetti ha sviluppato Nando, un vero e proprio cestino il cui funzionamento è basato sull’IA.

A spiegare le caratteristiche di questo prodotto innovativo in un’intervista a La Repubblica è stato Riccardo Leonardi, amministratore delegato dell’azienda, che ha raccontato:

Si chiama così in onore di re Ferdinando II di Borbone che nel 1832 approvò una legge che istituiva di fatto la prima raccolta differenziata a Napoli. Per altro anche per noi si tratta di un Nando II perché il primo prototipo robotico aspirava a differenziare direttamente, ma non ce l’ha fatta.

Nando è un dispositivo che concretamente è capace di misurare la quantità, la tipologia e la qualità della raccolta differenziata. Esso appare come una piccola rete di videocamere wireless da installare sui cestini della differenziata, eventualmente abbinabile ad un monitor wireless: questi dispositivi sono in grado di fotografare ogni oggetto posto nei cestini, inviare i dati su cloud tramite la rete Wi-Fi e grazie all’intelligenza artificiale identificarne tipologia e quantità.

Le possibili applicazioni di ReLearn

L’azienda ha sviluppato il suo prodotto affinché possa essere utilizzato in tutti i grandi uffici, le imprese, gli spazi di co-working, le scuole e le università. Secondo l’AD di ReLearn Leonardi, inoltre, il sistema:

Non è ancora un’operazione in tempo reale, ma permette di ottenere report accurati che agevolano i clienti nella gestione rifiuti. Al netto di differenziate scorrette, dove basta poi un’azione di comunicazione, potrebbero emergere criticità che magari riguardano realtà terze come il distributore di snack. […] I metodi di misurazione risalgono per lo più al paleolitico: si guardano i sacchi, a volte si pesano. Noi entriamo nel dettaglio e questo ci permette anche di fornire consigli, suggerire miglioramenti. Perché la vera soluzione al problema dei rifiuti è proprio di non produrli.

I risultati di ReLearn

L’azienda ha già attivato diversi progetti pilota in questo senso, e va detto che i risultati emersi sono stati più che soddisfacenti: basti pensare che le primissime sperimentazioni hanno permesso di migliorare l’efficienza della raccolta differenziata e quindi del riciclo di circa il 58%.

Si tratta dunque di una soluzione interessante ma soprattutto preziosa per l’ambiente, che proprio alla luce delle sue enormi potenzialità è stata in grado di attirare l’interesse di diverse realtà: il concetto di cestino intelligente basato sull’IA di ReLearn è stato abbracciato da realtà come Iren e Veolia, dall’Università Bocconi di Milano, dal Centro Internazionale di Formazione dell’ILO di Torino, ma anche da importanti spazi di co-working come Talent Garden e dal Comune di Trapani.

Il caso Hooly

Scopriamo insieme le realtà italiane che di recente hanno sviluppato dei particolari cestini per riciclare i rifiuti sfruttando l'Intelligenza Artificiale.
Rifiuti domestici

L’Italia si è dunque dimostrata uno dei Paesi più all’avanguardia a livello internazionale per quanto riguarda lo sviluppo di cestini basati sull’IA. Tuttavia, questo tipo di tecnologia non è stata messa a punto soltanto da ReLearn: di recente, infatti, il giovane imprenditore Nicholas Zeoli dell’azienda Hooly ha sviluppato un cestino intelligente simile, che riconosce e smista automaticamente i rifiuti, avvisando gli utenti quando è pieno. Ma le sue funzionalità vanno oltre la semplice raccolta differenziata: Hooly è infatti progettato per educare i cittadini su queste pratiche, oltre a generare statistiche precise sull’eliminazione dei rifiuti.

Il suo funzionamento è simile a quello di ReLearn: il cestino è infatti equipaggiato con sensori che attivano il sistema quando viene inserito un rifiuto, una telecamera che analizza l’oggetto e un altro sensore per determinarne il peso. Il riconoscimento e la classificazione dei rifiuti avvengono attraverso l’uso di tecniche di deep learning e machine learning, con un sistema addestrato tramite Intelligenza Artificiale generativa, che continua ad allenarsi nel corso del tempo analizzando i dati raccolti. Il cestino gestisce completamente lo smistamento dei rifiuti e richiede tra l’altro l’intervento umano solo per lo svuotamento.

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Alberto Muraro

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