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Enea sperimenta l’arredo urbano mangia smog

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CityTree è un pannello ricoperto da muschio in grado di assorbire fino a 240 tonnellate di CO2 all’anno e ridurre il particolato in percentuali interessanti nell’area circostante. Una sperimentazione che nelle grandi città è già iniziata.

Si chiama CityTree ed è l’innovativa infrastruttura vegetale che migliora la qualità dell’aria in città, grazie alla sua capacità di abbattere in modo sensibile le concentrazioni di polveri sottili. Il dispositivo tecnologico è stato testato nell’ambito del progetto europeo CityTree Scaler, che ha visto la partecipazione di Enea, Cnr – Istituto di Scienze dell’atmosfera e del clima (Isac) e Consorzio Proambiente, in collaborazione con la startup tedesca Green City Solutions che ha prodotto il pannello. I risultati della sperimentazione sono stati pubblicati sulla rivista online open source Atmosphere.

CityTree assorbe fino a 240 tonnellate di CO2 all’anno

CityTree è un pannello autoportante lungo 3 metri, alto 4 metri e profondo 60 centimetri, ricoperto da una varietà di muschio che riesce ad assorbire fino a 240 tonnellate di CO2 all’anno. Si tratta di una soluzione di arredo urbano green pensata per quei quartieri o aree hot-spot prive di parchi, giardini e aree vegetate dove l’inquinamento dell’aria è particolarmente elevato ed è in grado di operare come un vero e proprio filtro vegetale, con una potenzialità pari a 275 alberi in città. “La sua efficacia è localizzata nella zona in prossimità del pannello, che corrisponde a un’area grande circa 200 metri quadrati” sottolinea Felicita Russo, ricercatrice Enea del Laboratorio Inquinamento atmosferico. CityTree si avvale di un impianto di irrigazione completamente automatizzato, dotato di un sistema per la raccolta di acqua piovana e di rilevatori di temperatura e umidità che garantiscono la massima efficienza delle colture e il minore consumo di acqua. Per valutare l’efficacia di questa infrastruttura i ricercatori del Cnr e del Consorzio Proambiente hanno condotto campagne di misura in tre diversi condizioni meteorologiche a Modena, che si trova in una delle aree più inquinate d’Italia, la Pianura Padana. “Nella modalità di filtraggio – spiega Maria Gabriella Villani, altra ricercatrice Enea del Laboratorio Inquinamento Atmosferico – il dispositivo garantisce una riduzione fino al 15% del PM10”. Ma i risultati nell’area circostante al pannello filtrante sono stati molto incoraggianti per altre tipologie di particolato come il PM2.5 (fino a -20%), il PM1 (fino a -13%), le particelle ultrasottili (-38%) e il black carbon (-17%).

Nelle grandi città si sperimentano soluzioni per ridurre l’inquinamento atmosferico

Questa soluzione green ad oggi ha trovato una certa diffusione in città come Londra e Berlino, dove sono stati installati sia in ambienti indoor (aeroporti, centri commerciali e dentro capannoni di produzione industriale) sia all’esterno: all’entrata di scuole, nei centri città e nei piazzali presso sedi di importanti aziende. In questi contesti, lo scopo delle installazioni è quello di ottenere zone di aria pulita, fornendo anche un luogo per una pausa, un punto d’incontro e d’informazione, un accesso internet e una postazione di ricarica elettrica. “CityTree possono essere installati al posto delle normali pensiline alle fermate degli autobus – sottolinea Villani – oppure nei canyon urbani, luoghi in cui le strade cittadine sono fiancheggiata da edifici su entrambi i lati, creando ambienti poco ventilati e di conseguenza molto inquinati. Una riduzione molto localizzata della concentrazione di inquinanti durante le ore di punta potrebbe essere interessante per limitare l’esposizione della popolazione allo smog”. Tecnologie come CityTree, da sole, non possono risolvere il problema dell’inquinamento atmosferico in città. “Ma rappresentano comunque soluzioni smart per migliorare la qualità dell’aria – conclude Russo – e più in generale, la qualità della vita, tutelando la biodiversità, riducendo gli effetti delle isole di calore e riqualificando il tessuto urbano con nuovi luoghi di aggregazione”.

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Redazione

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