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Energia: aumenta la necessità di sistemi di raffrescamento sostenibili per le case

isola di calore
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L’aumento delle temperature e l’invecchiamento della popolazione porteranno a consumi crescenti per il condizionamento e a maggiori emissioni. Il 75% delle costruzioni europee è inefficiente dal punto di vista termico. L’Agenzia europea per l’ambiente suggerisce una strategia di raffreddamento sostenibile

Le temperature raggiunte quest’anno, con il caldo record dell’estate (in Gran Bretagna per la prima volta sono stati toccati i 40 grandi) ci fanno riflettere sull’avvertimento dell’Agenzia europea dell’ambiente (AEA) contenuto in uno dei suoi briefing: aumento delle temperature legato alla crisi climatica, invecchiamento della popolazione e maggiore urbanizzazione, rendono la popolazione sempre più vulnerabile al calore e fanno aumentare la domanda di raffrescamento degli edifici. E la soluzione non potrà puntare, spiega l’Agenzia, su sistemi di raffrescamento attivi e inefficienti come l’aria condizionata, che aumenta i consumi di energia.

Il surriscaldamento degli edifici potrebbe colpire il 20% della popolazione europea

Le ondate di calore sono, insieme alle inondazioni, il modo più evidente in cui il surriscaldamento globale e l’estremizzarsi dei fenomeni climatici bussano alla nostra porta. “Le ondate di caldo hanno causato tra 77mila e 129mila morti nei 32 Paesi membri dell’Agenzia europea per l’ambiente tra il 1980 e il 2020, rappresentando tra l’86% e il 91% delle vittime causate da eventi estremi legati al clima” spiega l’Agenzia. Secondo i ricercatori gli studi attuali rivelano che fino al 20% della popolazione potrebbe essere colpito dal surriscaldamento degli edifici in diverse aree dell’Unione europea, soprattutto nelle città, a causa del noto fenomeno delle isole di calore urbano. Senza soluzioni mirate assisteremo a un aumento incontrollato di condizionatori e consumi di energia. Per questa regione l’Agenzia suggerisce di adattare il parco immobiliare per proteggere i cittadini dall’aumento delle temperature, in modo tale da non compromettere gli obiettivi di sostenibilità e neutralità climatica dell’Unione europea. E di farlo in modo equo e socialmente giusto.

L’energia per il raffrescamento degli edifici è triplicata tra 2010 e 2019

La maggior parte del parco immobiliare europeo è stato costruito prima dell’introduzione degli standard di efficienza termica, e quasi il 75% delle costruzioni è inefficiente. Quasi la metà degli ospedali e delle scuole nelle città europee si trova in aree con forti effetti di isola di calore. “Nei 19 Paesi dell’area dell’euro, la quantità di energia finale utilizzata per il raffrescamento negli edifici residenziali è triplicata tra il 2010 e il 2019” scrive l’Agenzia. Si tratta di una quota minima dei consumi totali: mediamente lo 0,4 % nei 27 Paesi dell’Unione, ma che secondo il trend attuale potrebbe crescere fino ad una media compresa tra l’8 e il 9% nel 2050. E già oggi in Paesi come Malta, Cipro e Grecia raggiunge – rispettivamente – valori dell’11%, 10% e 5%. Questi consumi sottoporranno la rete elettrica a sollecitazioni per le quali non è stata progettata. Inoltre, l’aumento di condizionatori alimenta l’emissione di ulteriore CO2.

La strategia di raffreddamento sostenibile degli edifici

Dei condizionatori non si potrà fare a meno, soprattutto i soggetti più fragili, come le persone anziane. “Se è necessario un raffreddamento attivo (ad esempio a causa di lunghe ondate di caldo e/o problemi di salute critici), i sistemi di raffreddamento dovrebbero essere il più efficienti possibile ed equamente accessibili da gruppi vulnerabili”. Ma l’AEA suggerisce una strategia di raffreddamento sostenibile, per ridurre al minimo il ricorso al condizionamento. Misure che dovranno dare priorità agli investimenti nelle tecniche di raffreddamento passivo come le nature based solutions e alle soluzioni di raffreddamento urbano come le infrastrutture verdi (ad esempio corridoi verdi, parchi e alberi nelle città, corridoi del vento). Sarà inoltre necessaria – e l’UE sta già spingendo in questa direzione come parte del cammino verso la neutralità climatica – una profonda ristrutturazione energetica degli involucri edilizi, con scelte sartoriali per i singoli edifici, combinando soluzioni passive e/o attive. La progettazione degli edifici dovrà limitare il fabbisogno energetico, ad esempio utilizzando forma e orientamento appropriati, schermature solari attive e passive (compresi tetti e pareti verdi) soluzioni che consentano ventilazione e raffrescamento naturali (ad es. patii e atri).

Cosa possono fare i cittadini per rinfrescare la casa in modo sostenibile

Infine, parte delle misure indicate dall’Agenzia riguardano i comportamenti individuali. “In uno scenario normale – scrive l’AEA – il consumo energetico per la climatizzazione in Francia dovrebbe raddoppiare tra il 2020 e il 2050, mentre in uno scenario che adotta buone pratiche di comportamento è previsto il dimezzamento”. Tra le buone pratiche suggerite: impostare i termostati per il condizionamento dell’aria a una temperatura di 27°C; minimizzare l’aria condizionata quando le finestre sono aperte; stabilire le diverse temperature di raffreddamento in base all’utilizzo delle stanze; raffreddamento solo di stanze selezionate in determinati momenti della giornata. “Portando al minimo l’impatto del cambiamento climatico sulla salute – sottolinea l’AEA – si ridurrebbero le disuguaglianze e si allevierebbe la povertà energetica estiva”.

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