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FabricNano, per rendere competitiva la bioplastica

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La start-up punta a ridurre il prezzo della plastica biodegradabile immettendo nel processo produttivo la glicerina grezza in una logica di economia circolare.

Dimezzare il costo di produzione della plastica biodegradabile, arrivando a 1-1,5 dollari al chilo, per renderla competitiva con quella di origine petrolchimica. La sfida arriva dalla startup FabricNano, che punta sulla produzione di bio-plastica grazie alla sua tecnologia FabricFlow. Sul mercato esistono già le plastiche biodegradabili ottenute con la fermentazione cellulare, un procedimento paragonabile a quello per la produzione della birra, con costi proibitivi perché si tratta di tecnologie artigianali, non scalabili. La novità offerta da FabricNano, startup fondata dall’ingegnere statunitense Grant Aarons e dal fisico italiano Ferdinando Randisi è la semplificazione del processo di produzione. “Usiamo degli enzimi che ci permettono di modificare la glicerina grezza – spiega Randisi – e la utilizziamo come reagente nella sintesi di composti organici più complessi. In questo modo si ottiene la materia prima necessaria, in una modalità che ci permette di ingegnerizzare la produzione di bio-plastica”. “La glicerina grezza – aggiunge il fisico – è prodotta in abbondanza come materiale di scarto dal processo produttivo del biodiesel. In Brasile devono addirittura bruciarla per disfarsene”. Insomma, FabricNano trasforma lo scarto in “materia prima seconda” e invece di finire in discarica la glicerina rientra nel processo produttivo, in una logica di economia circolare.

Un dollaro al chilo, il traguardo della sostenibilità economica

“Ogni anno – spiega Grant Aarons – la produzione globale di plastica raggiunge quota 380 milioni di tonnellate, di cui solo l’1% è costituito da bio-plastica”. Il divario è incolmabile. Se non si riducono i costi di produzione la plastica biodegradabile non potrà essere un sostituto del prodotto di origine petrolchimica. Il traguardo della sostenibilità economica è arrivare ad un costo di 1-1,5 dollari al chilo. Per raggiungere questo obiettivo FabricNano ha raccolto 12,5 milioni di dollari grazie al fondo di venture capital Atomico, nato con l’obiettivo di finanziare le start-up high tech e la partecipazione di investitori e business angels internazionali come il co-fondatore di Twitter Biz Stone, l’attrice Emma Watson, ambasciatrice sostenibilità delle Nazioni Unite e l’ex CEO di Bayer Alexander Moscho. L’investimento totale è stato di 16 milioni di dollari destinati a formare un gruppo di 30 ricercatori e allestire un laboratorio di avanguardia. Ferdinando Randisi è ottimista. “Vogliamo arrivare sul mercato in poco più di un anno. Nel 2021 ci concentreremo sull’efficienza e i costi della nostra tecnologia FabricFlow. Siamo i primi al mondo a proporre una produzione non artigianale di bioplastica”.

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Redazione

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