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L’economia collaborativa: verso un futuro più verde e condiviso

Un patto tra persone
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La sharing economy, anche chiamata economia della condivisione in italiano, rappresenta una delle trasformazioni più significative nell’ambito dei modelli economici contemporanei. In un mondo sempre più connesso e digitale, questa forma di economia ha guadagnato rapidamente popolarità, ridefinendo in maniera sostanziale il modo in cui le persone accedono a beni e servizi. Vediamo dunque più nel dettaglio cos’è questo fenomeno, quali sono le prospettive future che ci offre e i suoi innumerevoli vantaggi.

Indice

Cos’è la sharing economy: la definizione

Ecco tutto quello che è necessario sapere sull'economia della condivisione, anche chiamata sharing economy: qui tutti i vantaggi che ci può offrire.
Una ragazza sfrutta un servizio di bike-sharing

Come suggerisce il nome, la sharing economy è un modello economico basato sulla condivisione di risorse, servizi e beni tra individui che condividono il medesimo obiettivo. In contrasto con l’approccio tradizionale di possesso individuale, la sharing economy favorisce l’accesso temporaneo e la condivisione di risorse, ad esempio, attraverso piattaforme digitali. Non si tratta di un concetto del tutto nuovo: tuttavia, l’avvento della tecnologia e delle piattaforme online ha notevolmente amplificato la portata e l’efficacia di questa pratica.

Comprendere il valore della sharing economy

Come anticipato (e come sicuramente saprete) il concetto stesso di comunità esiste da migliaia di anni, ma è stato solo con l’avvento di internet e con l’utilizzo dei big data che la domanda e l’offerta per la condivisione dei beni si è finalmente incontrata.

Le economie della condivisione, anche denominate peer-to-peer, consentono a singoli e gruppi di guadagnare denaro dai loro beni, dal loro tempo libero o da entrambi. In un’economia della condivisione, beni inutilizzati come auto parcheggiate e stanze libere possono essere affittati a breve termine e utilizzati così in maniera particolarmente efficiente: basti pensare, giusto per fare un esempio, che secondo i dati forniti dal Brookings Institute i veicoli privati rimangono inutilizzati per il 95% del tempo.

L’evoluzione della sharing economy

Uno dei primi settori a essere trasformato dalla sharing economy è stato proprio quello del car sharing, con piattaforme come Zipcar e Car2Go che hanno permesso ai loro utenti di noleggiare veicoli per brevi periodi di tempo. Successivamente, la sharing economy si è estesa ad altri settori, come quello dei viaggi, con Airbnb, il trasporto con Uber e Lyft, e persino la condivisione di spazi di lavoro con piattaforme come WeWork. Altri esempi di economia della condivisione che sono emersi negli ultimi anni includono anche:

  • Piattaforme di prestiti peer-to-peer che permettono ad alcuni clienti di prestare denaro ad altri individui a tariffe più convenienti rispetto a quelle disponibili presso i tradizionali istituti di credito;
  • Piattaforme legate al mondo della moda che permettono di vendere o noleggiare abiti in disuso;
  • Piattaforme di lavoro freelance che permettono ai lavoratori freelance, dai giornalisti agli artigiani, di trovare impieghi pubblicati da altre persone alla ricerca di collaboratori.

I vantaggi della sharing economy

Scopriamo insieme tutte le enormi potenzialità per il nostro futuro rappresentate dall'economia della condivisione, anche chiamata sharing economy.
Una ragazza lavora al computer in un bar

Per molti versi, l’economia della condivisione è l’opposto del consumismo a cui siamo stati a lungo abituati: piuttosto che comprare e consumare senza limiti, spesso sprecando enormi risorse, con questo modello si riesce ad ottimizzare ciò che abbiamo, con un impatto sul pianeta Terra decisamente più limitato.

Tra i suoi punti di forza troviamo dunque:

  • La possibilità di limitare gli sprechi sia per quanto riguarda la produzione di nuove risorse per la fabbricazione di beni, sia per quanto riguarda la gestione dei prodotti non più in uso;
  • La possibilità di avere accesso a prodotti e servizi a prezzi significativamente inferiori, rendendoli così accessibili a un pubblico più ampio;
  • La possibilità di recuperare una parte dell’investimento iniziale attraverso la rivendita di prodotti, garantendo così un ritorno economico e contribuendo alla sostenibilità finanziaria individuale;
  • La salvaguardia dell’ambiente: con l’economia della condivisione si riducono gli sprechi e si limitano i consumi di risorse.

Le critiche alla sharing economy

Le critiche che sono state sollevate riguardo alla sharing economy riguardano soprattutto la poca chiarezza a livello normativo. In una situazione simile, infatti, chi offre un determinato servizio potrebbe riuscire ad applicare prezzi molto più bassi rispetto ai propri concorrenti: il rischio potenziale di concorrenza sleale è dunque più elevato rispetto ad altri settori.

La mancanza di supervisione da parte delle autorità può portare a gravi abusi nei confronti di acquirenti e venditori nella sharing economy: basti pensare ai diversi casi segnalati di telecamere nascoste in alcuni appartamenti per gli affitti brevi.

Vi è anche la preoccupazione diffusa che alcune informazioni condivise su una piattaforma online possano generare discriminazioni razziali e di genere tra gli utenti. C’è, insomma, ancora molto lavoro da fare a riguardo.

Per concludere

In definitiva, per quanto non sia ancora perfetta, la sharing economy presenta indubbiamente molti punti a suo favore e, proprio per questo, si prospetta come uno degli strumenti più promettenti e interessanti di gestione delle nostre preziosissime risorse in futuro. Una volta risolti alcuni problemi di fondo potremo finalmente sperare in un avvenire più verde, sostenibile e partecipativo.

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Alberto Muraro

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