Il progetto per il riciclo delle pale eoliche in via di dismissione proposto da Greenthesis è stata una delle best practice presentate nell’ambito dell’evento organizzato da Tremonti Srl a Francavilla al Mare (CH) “L’innovazione passa dal territorio: il sistema a servizio della transizione ecologica”.
Anche per gli impianti di energia da fonti rinnovabili è scoccata l’ora della circolarità. Anche per essi valgono le regole della transizione ecologica e anche per loro si stanno moltiplicando i progetti per riciclare soprattutto pannelli fotovoltaici e, più recentemente, anche le pale eoliche in dismissione.
Proprio su quest’ultima opzione è nata un’idea progettuale capitanata dal gruppo Greenthesis, nata, appunto, dalla necessità di dover gestire in tempi rapidi la dismissione progressiva del parco eolico italiano più datato, necessità impellente per effettuare il revamping grazie alle nuove tecnologie in campo, che stanno cambiando drasticamente gli scenari in termini di performance. Sono già in campo da tempo, infatti, delle nuove e più efficienti turbine, ovvero con minor diametro e maggior potenza, quindi notevolmente più efficienti, che stanno mettendo fuori gioco le vecchie pale, da qui ai prossimi 5-10 anni. Questo significa che a breve ci sarà la produzione di enormi quantità di pale a fine vita, ovvero di rifiuti, che andranno gestiti, un tema particolarmente sentito a livello nazionale tanto che ha trovato spazio anche all’interno del PNRR con una linea di finanziamento dedicata.
Nonostante si tratti di un tema caldo, appare ancora abbondantemente sottovalutato dalla polirtica e persino dagli attori economici, come dimostra lo stesso scarso interesse mediatico.
Il progetto di Greenthesis
Non manca chi ha deciso di muoversi d’anticipo, come il gruppo Greenthesis, realtà aziendale che gestisce 19 impianti di trattamento e valorizzazione di rifiuti in tutta Italia, che ha messo in campo una ipotesi progettuale per realizzare una soluzione innovativa per il recupero dei materiali provenienti dalle turbine in dismissione.
Percorso condiviso sin dall’inizio con tre dei principali produttori di energia eolica in Italia, Enel, Edison ed Erg, ci spiega Damiano Belli, amministratore delegato di Greenthesis – in occasione della due giorni organizzata dalla società Tremonti tra il 17 e 18 giugno a Francavilla al Mare (Ch) per discutere di sostenibilità, innovazione e territorio –, che ha richiesto un sforzo importante persino per comprendere la tipologia, la qualità e la quantità dei materiali da valorizzare, partendo da presupposto che ancora oggi la dismissione delle pale ha quale univo sbocco la discarica. Un palese nonsense nell’impegno verso la decarbonizzazione che tutti i paesi dell’UE si sono posti da tempo.
Questo accade perché, sebbene le pale siano composte prevalentemente da vetroresina, hanno in realtà una struttura interna molto complessa, vi si ritrovano, infatti, anche fibre particolarmente rinforzate, soprattutto con materiali in vetro e varie combinazioni di polimeri, e ancora legno, schiume in PVC, legno, metalli e così via”. Materiali che risultano mischiati, quindi, necessitando attenti processi di selezione e trattamento.
L’eolico in Italia
Per avere un’idea della posta in gioco basta citare qualche dato. Secondo le stime del Gestore Sistemi Elettrici (GSE), nel 2023 l’eolico sul territorio italiano ha generato 23,4 TWh, coprendo il 7,6% della domanda elettrica del paese (il 9,1% della produzione nazionale). Nel nostro paese sono censiti 6.067 impianti, la maggior parte dei quali si trova in Basilicata (1.469), poi Puglia (1.391) e Sicilia (916), mentre rispetto alla potenza installata è in assoluto la Puglia quella più performante con 3,1GW. Oggi l’energia eolica è la terza fonte rinnovabile per generazione: rappresenta il 20,7% del totale delle Fer elettriche. È quindi evidente come nei prossimi anni serva una filiera integrata, distribuita principalmente al sud, per recuperare i materiali dei parchi in via di dismissione.
Un lavoro di squadra
Per capire come valorizzare al massimo la combinazione di questi materiali, Greenthesis, insieme agli altri due partner, stanno portando avanti diversi progetti di ricerca al fine di individuare nuovi sistemi di trattamento su scala industriale capaci di recuperare le diverse frazioni, soprattutto la vetroresina. In particolare quest’ultima, necessita di essere pura e in generale di alta qualità, condizione indispensabile per potere avere un mercato nell’industria manifatturiera, compresa quella dedita alla produzione di nuove pale eoliche. La costruzione di un mercato di sbocco soprattutto della vetroresina recuperata dalle pale è un tema cruciale, almeno quanto lo è la stessa capacità di costruire una filiera di riciclo, perché se manca la domanda si finisce per fare un buco nell’acqua.
Il progetto che ha ottenuto un finanziamento dei fondi PNRR prevede, infatti, la realizzazione di un impianto su scala industriale in grado di lavorare le pale a fine vita in ingresso, fino alla fase finale di granulazione per ottenere un output di qualità per poter reggere nel mercato.
“Per questa ragione, continua l’ingegnere Belli, stiamo portando avanti, parallelamente allo sviluppo dei progetti di trattamento, una percorso di collaborazione con produttori di manufatti in vetroresina con diverse qualità, in modo da rispondere in maniera efficace alle reali richieste del mercato”. Trattandosi di processi d’avanguardia, attualmente servono anche standard qualitativi conformi ai vari cicli produttivi, standard che andrebbero costruiti coinvolgendo tutta la filiera, quindi con un lavoro di squadra che dovrebbe essere guidato dal Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica (MASE).
Un mercato della vetroresina da riciclo tutto da costruire
Un percorso, insomma, che è solo all’inizio e che ancora è costretto a confrontarsi con l’incertezza dello stesso valore di mercato dei materiali recuperati dalle pale, che è sconosciuto persino per la vetroresina. “Servono incentivi – conclude Belli – per sostenere questo tipo di riciclo, alla stregua di quanto è successo con le fonti energetiche rinnovabili, che almeno all’inizio hanno avuto bisogno di incentivi per avviare i progetti industriali. In questo caso il sostegno è necessario essenzialmente per costruire un mercato efficiente per tutti gli output prodotti, con l’obiettivo finale di avere una filiera efficiente, dall’inizio alla fine”.