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Rifiuti hi tech: la discarica? Un destino evitabile

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La tecnologia è sempre più presente nelle nostre vite. Giornalmente utilizziamo svariati dispositivi tecnologici per aiutarci nei più disparati compiti. Questa storia d’amore con l’elettronica ha naturalmente i suoi costi: dobbiamo continuamente smaltire un’imponente mole di rifiuti hi tech. Da una parte abbiamo infatti gli apparecchi che diventano obsoleti mentre dall’altra quelli che, pur perfettamente funzionanti, vengono sostituiti dai loro proprietari quando decidono di dotarsi di strumenti più recenti.

Le stime dell’ONU risalenti al 2021 parlano di 57 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici generate nel corso dell’anno solare. La cifra, già considerevole, è destinata ad aumentare nei prossimi anni. Saranno infatti sempre più numerosi i dispositivi utilizzati sul pianeta, dal momento che la rete cellulare giungerà a coprire anche i più reconditi meandri della Terra.

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L’impatto ambientale dei rifiuti hi tech

La velocità alla quale si muove la tecnologia è impressionante. Non deve stupire il fatto che nel giro di pochi mesi sia già possibile trovare un dispositivo più avanzato rispetto a quello che era di ultimissima generazione fino a poco tempo prima. Ciò spinge tutti quegli utenti che desiderano possedere un telefono, laptop o televisore all’ultimo grido ad aggiornare frequentemente la propria strumentazione. Di conseguenza, l‘apparecchio utilizzato fino a ieri diventa presto uno scarto di cui liberarsi.

Con il termine ombrello rifiuti hi tech indichiamo cellulari, computer, televisori ed elettrodomestici vari dismessi. I 57 milioni di scarti generati due anni fa equivalgono, in peso stimato, a quello di oltre 5mila Torri Eiffel. Com’è facile immaginare, questi rifiuti hanno un considerevole impatto sull’ambiente. Tutti questi dispositivi contengono infatti sostanze da smaltire correttamente perché potenzialmente nocive.

Al fenomeno dell’iper-produzione di rifiuti hi tech, e al loro impatto ambientale, contribuisce l’intera industria, la quale influenza le nostre abitudini di consumo tramite la pratica, totalmente antietica, dell’obsolescenza programmata. Molte apparecchiature elettroniche non sono fatte per durare. Le loro componenti principali (batteria, tastiere, controller da remoto…) si deteriorano rapidamente e vanno sostituite per mantenere la funzionalità del dispositivo. Numerosi utenti, a questo punto, preferiscono cambiare l’intero apparecchio, generando nuovi rifiuti.

Rifiuti hi tech: un cellulare ormai dismesso, rotto e aperto
Tra i rifiuti hi tech i cellulari sono predominanti. Riciclandoli a dovere potremmo recuperare materiali preziosi ed evitare di disperdere sostanze nocive nell’ambiente.

La sfida del riciclo

La corretta gestione e il riciclo dei rifiuti hi tech consentono il recupero di materiali preziosi e possono mitigare le controindicazioni ambientali di questa interminabile ondata tecnologica e di quella che sarà, tra qualche anno, la sua inevitabile risacca. Gli attori che devono farsi carico di uno smaltimento non gravoso sull’ecosistema sono in prima battuta i governi. Produttori e consumatori, però, non possono certo evitare di fare la propria parte. L’obiettivo di preservare le risorse planetarie e ridurre l’impatto ambientale della tecnologia moderna ricade sulle spalle di tutti. Ognuno è responsabile per sé stesso.

Strategie e buone pratiche di smaltimento

Dobbiamo adottare una serie di buone pratiche e mettere in atto strategie ad hoc nella gestione dello scarto elettronico. Le principali, che possiamo iniziare ad applicare oggi stesso, sono le seguenti:

  • Implementare vere politiche di riciclo. Questo spetta a chi prende le decisioni. I governi devono incoraggiare e sostenere il riciclo di rifiuti hi tech. La politica spinga e incentivi la raccolta differenziata nonché la corretta gestione di apparecchiature elettroniche dismesse, garantendo l’accesso a servizi di riciclo adeguati. Chi ci rappresenta occupa quel posto a causa nostra, dunque prestiamo attenzione all’impegno ambientale di ogni candidato, quando assegniamo le nostre preferenze in cabina elettorale.
  • Promuovere l’Esteso Produttore Responsabile (EPR). L’EPR è un metodo di gestione del rifiuto che incoraggia le aziende a sviluppare prodotti riciclabili e seguire processi di fabbricazione maggiormente sostenibili. Implementandolo sull’intera filiera nazionale è possibile imporre al produttore un’assunzione di responsabilità sull’intero ciclo di vita dei suoi brevetti.
  • Sviluppare avanzate infrastrutture per il riciclo. Per trattare efficacemente gli scarti, ci si può affidare a stabilimenti di ultima generazione, che bonifichino al meglio i dispositivi dismessi e si facciano carico dell’estrazione di terre rare e materiali preziosi.
  • Educare e acquisire consapevolezza. Il cittadino deve essere informato su come smaltire e riciclare rifiuti hi tech nella maniera più pulita possibile.
  • Donare e riutilizzare. Ogni volta che sostituiamo un dispositivo ancora funzionante, consideriamo la possibilità di donarlo a organizzazioni no-profit o partecipare a iniziative di riciclo, come ad esempio il programma di riuso indetto da Amazon. Eviteremo così di creare scarti e aiuteremo chi abbia possibilità economiche inferiori alle nostre.

Come evitare un destino in discarica per i rifiuti hi tech

Adottando una visione sostenibile nella gestione del rifiuto tecnologico è possibile evitare l’invio degli scarti in discarica, ove sono destinati a marcire e inquinare. Incoraggiamo l’adozione della circolarità, premiando i produttori che sviluppino prodotti durevoli, aggiornabili a lungo e facilmente riparabili, magari offrendo anche il ritiro al termine del ciclo vitale (che in Italia è obbligatorio per legge, anche senza acquistare nulla, ma non tutti i rivenditori applicano correttamente la normativa).

Prolungare la vita utile delle apparecchiature riduce la necessità di produrre nuovi dispositivi. In questa maniera, si limita la produzione di nuovi rifiuti.

Il semplice cittadino deve essere parte attiva nel processo, educato sulla corretta gestione del rifiuto e sensibilizzato a comportarsi in maniera corretta. Riusare e donare possono diventare due parole d’ordine per l’utente. In aggiunta, leggi e normative devono essere chiare e venire applicate correttamente. Serve a poco scrivere decaloghi e articoli come questo se poi quanto divulgato non si mette in pratica, e occorrono addetti i quali verifichino che tutto si svolga per il meglio e inn trasparenza.

Incorporando questi pilastri basilari nella nostra cultura tecnologica, saremo in grado di tracciare una nuova strada virtuosa. Abbiamo bisogno di adottare una gestione dei rifiuti hi-tech più intelligente, a livello mondiale, al fine di abbracciare la sostenibilità e preservare le limitate risorse del nostro pianeta.

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Mattia Mezzetti

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