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RPET: il materiale ecosostenibile per l’industria della plastica

Due bottigliette d'acqua di plastica
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Sappiamo ormai molto bene quanto la plastica possa essere dannosa per il nostro ambiente. Non è certo un mistero che le materie plastiche siano tra le principali cause di inquinamento dell’ambiente che ci circonda, con effetti particolarmente nocivi sulla salute dei nostri mari. Basti pensare alle enormi quantità di rifiuti di questo tipo che nel corso dei decenni si sono accumulati negli oceani, andando a formare delle vere e proprie enormi isole di plastica molto dannose per la biodiversità marina.

Proprio alla luce degli effetti nocivi dell’uso sconsiderato della plastica, soprattutto di quella monouso, negli ultimi anni la comunità internazionale, supportata dal lavoro degli scienziati, ha cercato non solo di liberarsi il più possibile di questo materiale ma si è anche attivata per la ricerca di alternative concrete e sostenibili. Tra queste troviamo anche il RPET, un nuovo materiale di tendenza particolarmente “green” proprio perché riciclato. Vediamo insieme tutte le curiosità nel merito della questione.

Indice

Cos’è l’RPET

Il RPET può rappresentare una valida alternativa green alla classica plastica: scopriamo insieme qualche curiosità in più a riguardo.
Provette in laboratorio

Il termine RPET deriva da plastica PET (polietilene tereftalato) riciclata, un materiale spesso utilizzato come sostituto del PET vergine. Il PET normale è una delle plastiche più comuni utilizzate nell’imbottigliamento: ancora oggi infatti la maggior parte delle bottiglie d’acqua è infatti costituita di questo materiale.

Nel momento in cui una bottiglia d’acqua o un altro oggetto in PET viene riciclato viene successivamente macinato e fuso in granuli. I granuli risultanti sono per l’appunto quello che chiamiamo RPET e possono essere modellati in diverse forme a seconda dell’utilizzo che ne andremo a fare. Il RPET può resistere a temperature fino a 70℃ e, ovviamente, presenta in generale delle caratteristiche piuttosto simili al PET.

Dove viene usato il RPET

Nella maggior parte di casi si utilizza il RPET per creare contenitori trasparenti, leggeri e resistenti per alimenti di vario tipo, ma anche per alcune bevande. Questo tipo di materiale è riciclabile al 100% ed è attualmente la plastica riciclata più comune non solo negli Stati Uniti ma anche nel resto del mondo. Basti pensare che secondo i dati dell’Associazione della resina PET (PETRA), “più di 1,5 miliardi di tonnellate di bottiglie e contenitori in PET usati vengono recuperati negli Stati Uniti ogni anno per il riciclo”.

Secondo quanto dichiarato dall’organizzazione Plastics Europe, inoltre, il settore dell’imballaggio ha prodotto il 40,5% della domanda di plastica in Europa nel solo 2020, ed è importante ricordare che in questo ambito il PET è in assoluto l’opzione più diffusa. Possiamo dunque affermare che il RPET abbia dunque segnato una vera e propria svolta nel contrasto all’accumulo di rifiuti di plastica in Europa.

Ma i vantaggi del RPET non si limitano soltanto agli imballaggi, tutt’altro. Questo tipo di materiale può infatti essere usato per qualunque tipo di prodotti, compreso quelli tessili. Tutti i vestiti che vengono attualmente pubblicizzati come “realizzati con bottiglie d’acqua riciclate” sono interamente fatti di RPET. Tuttavia, il processo che genera tessuto a partire da questo materiale è abbastanza diverso da quello utilizzato, per esempio, per le bottiglie riciclate: in questo caso infatti più che fondere il PET originale in granuli tale materiale plastico viene trasformato in fibre da filare.

Come definire un prodotto RPET

Affinché un prodotto venga classificato come contenente RPET dovrà necessariamente contenere quantità minime di materiale riciclato. Tuttavia, è importante ricordare che alcuni Paesi non hanno ancora definito con precisione tali quantità minime, e non ci sono regole a livello dell’UE che impediscono alle aziende di pubblicizzare un prodotto con appena l’1-5% di contenuto riciclato come “riciclato”.

In generale sarebbe meglio definire un prodotto RPET solo se contiene almeno un 51% di materiale riciclato al suo interno.

La plastica RPET è riciclabile all’infinito?

A questo punto potrebbe sorgere in alcuni una domanda piuttosto spontanea: quante volte si può riciclare la plastica? Il RPET ci garantirà sempre una buona qualità per quanto riguarda il prodotto finale o rischierà di sfaldarsi nel corso del tempo?

Una bottiglia di PET può certamente essere riciclata diverse volte. Sebbene con il passare del tempo si possa generare una rottura delle catene polimeriche, che andrà a degradare la viscosità del PET, le macchine che lo riciclano sono solitamente in grado di aggiungere additivi per migliorarne la qualità e, di conseguenza, la resistenza.

I benefici ambientali

Il RPET è un tipo di plastica riciclata oggi molto utilizzato: ecco tutto quello che c'è da sapere a riguardo.
Tappi di plastica colorati

Non dimentichiamoci che l’utilizzo di plastica riciclata comporta un risparmio del 75% sui combustibili fossili durante la produzione e ulteriori 5 punti percentuali durante il processo di incenerimento.

Gli articoli che vengono realizzati con plastica riciclata consentono una riduzione delle emissioni di anidride carbonica nella nostra atmosfera del 70%. Il poliestere riciclato richiede inoltre il 90% di acqua im meno rispetto al poliestere tradizionale e le bottiglie riciclate contribuiscono a prevenire l’inquinamento oceanico, senza contare che tutto il settore legato al riciclo contribuisce a generare migliaia di posti di lavoro in tutto il mondo.

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Alberto Muraro

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