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Sovescio: come funziona? Quali vantaggi porta all’ambiente?

Sovescio: un campo in primavera, prima dello sfalcio delle essenze utilizzate per la pratica
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Il termine sovescio è proprio del vocabolario dell’agronomia. Con questa parola indichiamo la pratica di interrare apposite colture, con lo scopo di mantenere o aumentare la fertilità del terreno. La tecnica associa scopi meramente agricoli, come una maggiore fertilizzazione in vista del prossimo raccolto, a considerevoli vantaggi per l’ambiente.

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Come funziona la pratica del sovescio?

La tradizionale pratica del sovescio è uno dei metodi più efficaci – nonché totalmente naturali – per fertilizzare il terreno. Può essere utilizzata sia nella coltivazione professionale di una azienda agricola, sia in quella privata del piccolo orticello di casa. L’obiettivo è apportare sostanza organica per nutrire il terreno. Al fine di riuscirvi si semina appositamente una coltivazione, interrandola senza attendersi alcun tipo di raccolto, bensì trinciandola non appena spunta fuori dal suolo.

Le essenze destinate a uso di sovescio vengono interrate nel momento del massimo rigoglio. Esse hanno l’unico scopo di venire tagliate non appena abbiano svolto il loro ruolo di concimazione verde, come la si definisce, dal momento che questa pratica presenta un altissimo valore ecologico. Quel che interessa al coltivatore è infatti ciò che avviene al di sotto del livello del suolo, dove non può vedere. La biomassa sepolta si decompone e, man mano che si sfibra, viene aggredita da microrganismi che vivono nella terra, i quali banchettano con la coltura di sovescio, moltiplicandosi naturalmente e aumentando di conseguenza la loro benevola azione di nutrimento per il terriccio da coltura.

Questa pratica rappresenta un apporto di sostanza organica al terreno eccellente. Il sovescio è perfettamente in grado di sostituire l’operato del più utilizzato letame e può anche integrarne l’azione, qualora il compost non sia sufficiente per ricoprire l’intera superficie da coltivare. L’espediente si rivela particolarmente indicato nel caso in cui occorra ripristinare la fertilità di un terreno molto impoverito o sfruttato in precedenza.

Nel gergo degli agronomi, il sovescio è una coltura di copertura (detta anche cover crop, nel lessico anglosassone delle moderne biotecnologie) piantumata per essere trinciata o sfalciata, nel caso in cui si voglia dismettere un terreno per modificarne la destinazione d’uso, ad esempio da campo coltivabile a giardino di decorazione.

Sovescio in vigna
In vigna il sovescio è molto utilizzato; specialmente presso aziende agricole biologiche.

Tutti i benefici del sovescio

La pratica del sovescio apporta numerosi benefici al terreno ove si porta avanti, molti dei quali sono profondamente collegati tra loro. Esso infatti:

  • Apporta cibo, in grande quantità, ai microrganismi terricoli. In tal maniera il loro metabolismo renderà disponibili, per qualunque coltura pianteremo successivamente, tutti gli elementi nutritivi contenuti nella biomassa verde. Queste minuscole creature che abitano la terra sono fiere alleate dell’agricoltore all’interno di una coltivazione sana.
  • Rende il terreno più soffice e facilmente lavorabile. Il merito principale, in questo caso, è delle radici dei vegetali interrati per il sovescio.
  • Consente un migliore accumulo di riserve d’acqua all’interno dello strato superficiale del suolo.
  • Impedisce la perdita di nutrienti trattenendoli dove si procederà con la semina.
  • Permette di tenere il terreno sempre coperto, anche quando non vi sia nessuna coltivazione, così da preservarlo da venti e intemperie.
  • Aumenta la fertilità e la ricchezza del suolo, aumentandone la produttività.

Il sovescio occupa il terreno per un periodo variabile. Per essere efficace, l’intervallo di tempo nel quale lasciarlo agire non dovrebbe mai essere inferiore ai 2 mesi o superiore ai 6. La differenza si deve principalmente a due fattori: in quale periodo dell’anno si porta avanti la pratica e quali specie si scelgono per farlo. Il periodo di ottobre è uno dei più indicati per procedere, e si rivela anche strategico: le specie interrate nascono e iniziano a crescere con le temperature autunnali, prima di restare come congelate in inverno e sbocciare grazie al tepore primaverile. Un terreno che protegga il sovescio non resterà nudo nei mesi più rigidi, proteggendosi da intemperie ed erosione.

La pratica è stata riscoperta in tempi recenti, dopo lunghi decenni di dominio della fertilizzazione con letame. Oggi è una tecnica apprezzata e molto utilizzata nell’agricoltura biologica.

Vantaggi ambientali

Il primo, e forse principale, vantaggio del sovescio in chiave ambientale sta nel fatto che si tratta di una pratica completamente naturale. Non c’è nulla di chimico in questa tecnica. Come hanno notato i coltivatori biologici, se è vero che i fertilizzanti possono massimizzare i raccolti nel breve e medio periodo, sul lungo termine essi finiscono per impoverire il terreno, rendendolo meno produttivo. Chi fertilizza in maniera biologica deve rinunciare a una parte di raccolto ogni anno, ma potrà servirsi dello stesso terreno più a lungo.

L’impatto ambientale del sovescio è irrisorio e il suo impiego garantisce la completa salvaguardia, e la quasi totale preservazione, della biodiversità propria di ogni singolo appezzamento di suolo.

Tra le essenze vegetali selezionate per l’interramento ne troviamo di efficaci contro la proliferazione di specie infestanti, così come di prelibate per insetti e microrganismi indigeni. Le piante capaci di giocare questo ruolo disputano una partita importante nella difesa dell’equilibrio naturale. Grazie al sovescio proteggiamo il suolo da erosione e ruscellamento, fenomeni naturali inevitabili e particolarmente diffusi nel nostro Paese, a causa della sua morfologia prettamente collinare.

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Mattia Mezzetti

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