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Una guida alle “interferenze” dei siti contaminati

Ambiente e salute
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Con “Ambiente e salute nei siti contaminati”, un gruppo di ricercatori italiani ha messo a punto una dispensa sulle conseguenze dell’esposizione ai contaminanti per la salute umana

di Luigi Dell’Olio

“Abbiamo utilizzato un vocabolario accessibile che permette a chiunque di poter comprendere con una certa profondità informazioni chiave sulle molteplici discipline scientifiche coinvolte negli studi sull’ambiente e la salute dell’ecosistema e dell’uomo”. Mario Sprovieri, dirigente di ricerca presso l’Istituto per lo studio degli impatti antropici e sostenibilità in ambiente marino (Ias) del Cnr, introduce così lo spirito di “Ambiente e salute nei siti contaminati”, libro di fresca pubblicazione che si avvale anche dei contributi dei ricercatori Liliana Cori, Fabrizio Bianchi, Fabio Cibella e Andrea De Gaetano. Il volume raccoglie i frutti di una ricerca scientifica multidisciplinare, dedicata agli effetti sull’ecosistema e sulle popolazioni dei fenomeni di degrado ambientale prodotti dalle attività umane, con particolare attenzione ai Siti di Interesse Nazionale, dove sempre più spesso le comunità sono disponibili a partecipare ai processi decisionali per trovare le soluzioni ai problemi esistenti e delineare le prospettive future.

Dottore possiamo dire che non è un libro per soli addetti ai lavori, ma punta a coinvolgere il più vasto pubblico possibile, nella consapevolezza di quanto sia importante che le comunità facciano sentire la propria voce: è così?

“Sì è così. E a tal proposito una sezione del libro è dedicata alle attività di citizen science e al coinvolgimento di ampi strati della popolazione, con contributi che mostrano l’importanza e il ruolo che gli attori territoriali possono giocare”.

Spesso si fatica a dimostrare un collegamento tra siti contaminati e ampia diffusione di alcune patologie nelle popolazioni dei territori interessati. Quale la sua opinione in proposito?

“La difficoltà è intrinseca alla problematica, che impone di parlare di interferenze dei contaminanti sulla salute dell’uomo, più che di rapporti causa-effetto lineari chiaramente deducibili da semplici meccanismi di risposta. La complessità e non linearità associate ai processi che regolano la salute dell’uomo e la dinamica dei contaminanti nell’ambiente rendono inappropriata l’identificazione di semplificati processi relazionali. Lo studio di settori particolarmente sensibili della popolazione, come le coppie bimbo-mamma, rappresenta certamente un raffinato strumento di indagine per individuare le relazioni tra esposizione ai contaminanti e risposta dell’organismo”.

Guardando al futuro, in che modo l’evoluzione tecnologica può accelerare il risanamento delle aree contaminate?

“In maniera importante. Molti gruppi di ricerca sono impegnati nello sviluppo di sistemi di recupero ambientale che siano in grado di ridurre o di evitare gli effetti dei contaminanti presenti nel suolo o nelle acque sulla salute dell’ecosistema e dell’uomo. È necessario puntare a recuperare fattivamente le zone contaminate, dove è altrimenti impossibile la riqualificazione in termini socio-economici. Il nostro testo affronta in questa direzione il tema della bio-economia circolare e la necessità di rivedere in maniera significativa lo sviluppo dei territori e il loro reinserimento in un ciclo produttivo più efficace e ambientalmente corretto”.

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