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Albero di Natale: quale scelta è più sostenibile per l’ambiente?

Albero di Natale: un padre e sua figlia attorno alla pianta addobbata
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Tempo di Natale, dilemma annuale: è meglio acquistare un albero di Natale finto che si può riutilizzare (e ci si augura che lo si faccia), o uno vero che finirà gettato via? Chi è abbastanza sensibile da riflettere sulle conseguenze ambientali delle sue scelte, potrebbe essersi trovato, nei giorni scorsi, a domandarsi che cosa fare. Quale albero di Natale è più sostenibile? Meglio optare per il vero, più bello ma più difficile da gestire, o il finto, riutilizzabile ed economicamente ammortizzabile in più anni?

Albero di Natale artificiale: pro e contro

Vediamo subito che cosa significhi preferire un albero artificiale. Secondo i dati di Nature Conservancy, organizzazione ambientalista con sede negli Stati Uniti, è la Cina a spedire circa il 90% del totale di questi abeti, se così vogliamo chiamarli, in tutto il mondo. Il materiale con il quale vengono realizzati è PVC. Esso non è biodegradabile e libera una massiccia dose di gas a effetto serra. Sia durante la produzione, sia quando lo si lavora. Tra le plastiche conosciute e ampiamente utilizzate, il PVC è una delle più difficili da riciclare.

Secondo le stime di Carbon Trust, un albero artificiale alto due metri produce circa 40 chili di anidride carbonica. Un abete vero, di dimensioni simili, privo di radici, non raggiunge neppure i 3,5 kg. Meno del 10% della controparte. Stando a questi numeri, per mantenere l’impatto ambientale di un albero di Natale finto al di sotto di quello di un nuovo abete ogni anno occorrerebbe accertarsi di riutilizzare lo stesso per un periodo variabile tra i 10 e i 20 anni. Se da una parte, dunque, si evita di tagliare e sradicare piante vere dal suolo, dall’altra non è corretto ritenere a priori che, in questa maniera, si porti avanti una scelta amica dell’ambiente.

È meglio tagliare alberi veri?

Il problema principale dell’utilizzo di alberi veri è l’impatto delle loro piantagioni. In alcuni casi, esse sono talmente ampie e strutturate che sostituiscono, parzialmente o completamente, gli ecosistemi naturali. Vi sono studi che sottolineano questo dramma, come ad esempio quello di Ellipsos. L’acquisto di piante vere contribuisce a mantenere in vita un giro d’affari davvero notevole. C’è un business dietro l’albero di Natale che fatichiamo a immaginare. Nella sola Europa, escludendo dunque gli USA, questo mercato è piuttosto grande. La Danimarca è il maggior esportatore europeo, con una produzione di 11 milioni di alberi all’anno

Il Belgio, secondo esportatore continentale, ospita produttori di alberi dal fatturato stimato in 35 milioni di euro. I conti in tasca a questi imprenditori li ha fatti la Commissione Europea, rendendo noto quanto si guadagni con le dedorazioni domestiche natalizie e, in particolare, con l’abete. Se il presepio addobba le case dei cattolici, e di chi vive in un Paese tradizionalmente cristiano, come per esempio l’Italia o la Spagna, l’albero è invece preparato anche da chi non crede.

Dunque, che cosa è bene fare?

Albero di Natale: un albero addobbato in soggiorno
È meglio optare per un albero di Natale vero o uno finto?

Sviscerati i possibili pro e contro di ambedue le opzioni, resta ora da rispondere alla domanda più importante. Se volessi decorare casa nella maniera meno impattante per il pianeta che mi ospita, che cosa dovrei fare? Optare per un albero finto, accettando le questioni ambientali legate alla sua produzione e accertandomi di riutilizzarlo più e più volte, fino ad ammortizzarle, oppure, preferire la soluzione naturale.

Tutto dipende dalla situazione di ciascuno. Non esiste una risposta univoca da scrivere in un articolo come questo, che dica fate in questo modo e non nell’altro. Dopotutto, le possibili variabili sono molteplici. Qualcuno potrebbe vivere in prossimità di un bosco nel quale gli arbusti andrebbero comunque tagliati. E allora farebbe bene ad approfittarne e a procurarsi una pianta vera. Altri potrebbero servirsi di alberi finti, ma non prodotti con un polimero come il PVC, bensì in un materiale meno impattante.

Buone pratiche per gestire il nostro albero di Natale

Al di là delle specifiche peculiarità e delle possibili casistiche, vediamo alcune buone pratiche che si possono portare avanti per compiere la scelta più ecologica. The Carbon Trust ci suggerisce di tenere a mente queste due prassi, a seconda della decisione che prendiamo.

  • Se acquistate un albero vero, assicuratevi che sia coltivato localmente. Per impattare ancor meno, accertatevi di andare a prenderlo di persona, a piedi (idealmente) o in auto, così da procurarvelo senza costringerlo a passare per un sistema di trasporto iper-inquinante. Spesso i mezzi che muovono queste piante sono grandi e potenti, dotati di motori tutt’altro che amici dell’ambiente. 
  • Se invece scegliete l’artificiale, fatelo con cognizione di causa e accertatevi che duri il più a lungo possibile. Non seguite gusti o capricci decidendo di cambiarlo ogni anno per averne uno nuovo, più grande o di un’altra colorazione. Così facendo, si perderebbe il vantaggio di ricorrere a questa soluzione.

L’albero di Natale vero non diventa un rifiuto dopo le feste. Una volta terminato il periodo, assicuratevi di liberarvene in modo responsabile, per esempio donandolo a qualcuno che possa e voglia piantumarlo di nuovo o lo trasformi in concime. Durante le ferie invernali, la sostenibilità non va certo in vacanza.

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Mattia Mezzetti

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