Li definiamo boschi urbani spontanei e sono quelle macchie che si formano nei pressi delle città. Per esempio in aree industriali e militari dismesse, in cantieri edili non ripristinati o aree agricole lasciate incolte. I processi culturali ed ecologici da cui traggono origine non sono sempre programmati, né prevedibili. SImili foreste possono rappresentare una delle soluzioni da mettere in campo contro il cambiamento climatico.
I boschi urbani spontanei, la cui nascita non è sempre dovuta a intervento antropico, sono stati oggetto di vari studi. Le ricerche ne hanno sottolineato l’importanza per il benessere umano e animale, nonché il ruolo di primo piano che giocano nella tutela della biodiversità. Due recenti studi approfondiscono il ruolo e le dinamiche di questi boschi in Italia.
Il primo evidenzia le opportunità che offrono al disegno urbanistico. In particolare, si fa riferimento all’incremento della multifunzionalità degli spazi aperti delle città. I boschi urbani spontanei contribuiscono alla conservazione della biodiversità e al contrasto del fenomeno dell’isola di calore urbana. Non solo. Possono ripristinare suoli degradati, o addirittura contaminati, oltre a prestarsi come luogo adatto ad attività didattiche e ricreative. La pianificazione urbanistica ignora queste formazioni. Nella migliore delle ipotesi le considera come occupanti temporanee di aree che dovrebbero essere oggetto di trasformazione.
In un secondo studio, gli stessi autori del precedente hanno analizzato 19 boschi urbani spontanei, distribuiti in tutta la penisola italiana. Pur presentando caratteristiche profondamente diverse, ciascuno di loro rappresenta una nuova opportunità per gli ecosistemi. Agevolano infatti il perseguimento di politiche di rigenerazione urbana. Queste macchie boschive, indigene e spontanee, suggellano una nuova alleanza, all’apparenza piuttosto improbabile, tra città e natura.
Natura e città, un’alleanza possibile
I boschi urbani rappresentano una possibile soluzione per contrastare le ondate di caldo e ostacolano l’espansione incontrollata della cementificazione. Spazi verdi di questo tipo, autoctoni e collocati all’interno del tessuto urbano, si pongono come tempio verde e meta di elevato interesse per il turista. Una ordinata coabitazione tra città e natura rappresenta un buon esempio di riqualificazione urbana. Tale processo, volto a migliorare e trasformare una determinata area urbana, dal singolo quartiere all’intero distretto, sa rendere l’area su cui insiste più funzionale, sostenibile, attraente e vivibile per residenti e visitatori. Una simile iniziativa può riguardare sia aree in salute sia zone in stato di abbandono o degrado.
In Italia, secondo un’indagine coordinata da Coldiretti e portata avanti da LegAmbiente, ogni città non dispone di più di 33,9 metri quadrati di verde. La media si riduce considerevolmente nelle metropoli, con valori che oscillano tra i 6,3 di Genova, i 16,5 di Roma, i 18,1 di Milano e i 22,6 di Torino. Ciononostante, nel nostro Paese ci si sta adoperando affinché boschi urbani e aree verdi cittadine aumentino. Sono infatti svariate le amministrazioni affezionate a queste macchie boschive, le quali si pongono come importante risorsa per contrastare il cambiamento climatico.
Cos’è un bosco urbano e perché è importante oggi
Per boschi urbani si intendono le reti di foreste e alberi che si trovano in aree urbane o attigue alle città. In un contesto di forte urbanizzazione e crisi climatica, come quello attuale, i centri abitati sono tra gli ambienti dove le temperature e l’inquinamento atmosferico hanno raggiunto i livelli più critici. Le macchie boschive urbane stanno emergendo come nature-based solutions (NBS) efficaci nel mitigare gli effetti della crisi climatica all’interno delle città e promuovendo aree urbane più verdi, sane, resilienti e vivibili. Tra i maggiori benefici delle foreste urbane segnaliamo:
- il miglioramento della qualità di aria e acqua;
- la conservazione e protezione della biodiversità;
- il rafforzamento del benessere e della salute dei residenti;
- la mitigazione delle isole di calore che caratterizzano le città moderne.
Forestare le città rappresenta una soluzione economica, duratura ed ecologica per preservare la diversità e mitigare il cambiamento climatico. Se fino a non troppi anni fa si tendeva a combattere la possibile insorgenza di macchie nei centri urbani, ritenendole foriere di sporco e disordine, oggi la tendenza è quella di farne tesoro. I benefici del bosco urbano sono ormai chiari e conclamati e, in questo momento storico, non è certo il caso di rinunciare ad armi che possano darci una mano nella battaglia per il pianeta.

La strategia di forestazione urbana pianificata
La conservazione della biodiversità gioca un ruolo fondamentale per raggiungere gli obiettivi
dell’Accordo di Parigi e dell’Agenda 2030. Essa fornisce un importante contributo al sequestro e
all’immagazzinamento di carbonio, oltre che all’adattamento al cambiamento climatico.
In Italia, le politiche per il clima e la transizione ecologica sono affidate alla Strategia Nazionale di
Adattamento ai Cambiamenti Climatici (SNAC) e al Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti
Climatici (PNACC). Esiste anche una Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (SNSvS) e una Strategia Nazionale per la biodiversità. Sono stati poi varati il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima 2030 (PNIEC), finalizzato alla decarbonizzazione del Paese; la Strategia Italiana di Lungo
Termine sulla riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra e il Programma Nazionale di Controllo
dell’Inquinamento Atmosferico (PNCIA).
Il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è il primo strumento di concreta attuazione degli
obiettivi perseguiti dalle strategie politiche. La forestazione urbana pianificata è parte integrante di esso.
Riforestare significa piantumare e gestire alberi appena interrati, arbusti e piante di altro genere all’interno dell’ambiente urbano. La pratica non si limita all’azione di piantare alberi in città, come si potrebbe erroneamente pensare, bensì implica un approccio olistico e integrato. Questo comprende progettazione, creazione e mantenimento delle foreste urbane. Se consideriamo l’integrazione di alberi e arbusti lungo le strade, nei parchi, nei cortili delle scuole e addirittura sui tetti degli edifici, capiamo rapidamente quel di cui si sta scrivendo.
Realizzare progetti di forestazione di questo tipo significa rafforzare la presenza di zone verdi e boschi urbani in grado di collegare aree rurali e abitate, trasformando il paesaggio. Nel mondo, e anche in Italia, architetti e paesaggisti si stanno attrezzando per dare vita a foreste integrate nelle città.
Progetti di successo in Europa e in Italia
Il bosco urbano rappresenta una presenza importante per il paesaggio su cui si colloca, l’ambiente, l’area che serve e i suoi abitanti. Nel Vecchio Continente, abbiamo numerosi esempi di foresta urbana che vale la pena visitare, alcuni dei quali si trovano proprio nel nostro Paese.

Bosco Verticale a Milano
Il progetto residenziale di riqualificazione urbana firmato dallo studio di Stefano Boeri è probabilmente l’esempio di bosco urbano più noto d’Italia. Situato nel quartiere di Porta Nuova, a Milano, che sta subendo una riqualificazione piuttosto importante in chiave green, si costituisce di due torri, alte rispettivamente 110 e 76 metri. Ambedue sono completamente rivestite da alberi e piante, con il verde che si coniuga perfettamente al cemento. Questo innovativo progetto architettonico è stato concepito per migliorare la qualità dell’aria e la biodiversità in città, garantendo un colpo d’occhio completamente nuovo, tanto da apparire persino straniante, a chiunque visiti il capoluogo lombardo.
Bosco di Centocelle
Lecci, pioppi, olmi, farnie e roverelle, si stanno piantumando proprio in questi giorni, assieme ad altre 425 piante. Queste, complessivamente, serviranno a garantire un assorbimento di anidride carbonica pari a 47,7 tonnellate annue. L’intervento di forestazione urbana è parte della prima fase di realizzazione di un più ampio piano di riqualificazione del Parco di Centocelle. L’area, con i suoi 126 ettari, costituisce un fondamentale polmone verde, in un’area densamente popolata, tra via Casilina e viale Togliatti. Il masterplan completo, progettato da AKA Architetti, mira a una totale riqualificazione del parco. Questo municipio della capitale potrà presto godere dei benefici di un parco urbano.
Parco della Vettabbia
il Parco della Vettabbia, che prende il nome dal Naviglio Vettabbia che lo attraversava e anticamente era navigabile, si trova all’interno del Parco Agricolo di Milano Sud. Si compone di un lungo susseguirsi di viali alberati, collocati in mezzo al verde. Gli interventi realizzati e quelli previsti definiscono un vasto ecosistema agroforestale. Il progetto mira a innescare e diffondere nuovamente un efficace processo di riqualificazione ambientale e paesaggistica.
Gli obiettivi del restyling sono il recupero delle acque filtrate dal vicino depuratore per uso irriguo o produttivo; la riorganizzazione dell’attività agricola nell’area con valenza ambientale; il favoreggiamento del riassetto ecosistemico-multifunzionale dell’intero ambito; la strutturazione di un luogo fondamentale del sistema fruitivo, didattico e culturale del Parco Agricolo Sud Milano nonché l’offerta di una molteplicità di funzioni per il recupero del patrimonio dell’edilizia rurale interno all’ambito di intervento.
Esempi europei
Anche in Europa troviamo boschi urbani virtuosi e rigogliosi. Il Bosco Metropolitano di Madrid è uno degli esempi più interessanti di riqualificazione urbana che abbiamo all’interno della UE. Si tratta di una vera e propria foresta, nel cuore della città, lunga 75 chilometri. Essa è vastissima e conta mezzo milione di nuovi alberi.
Il Tiergarten di Berlino è situato nel quartiere centrale di Mitte. È tra i più antichi della città e offre ampie aree verdi, sentieri per passeggiate e percorsi ciclabili. Al suo interno si trova la Colonna della Vittoria, ben nota a chi conosce la capitale tedesca.
La Darndale Doughnut di Dublino, attualmente in allestimento, sarà una foresta urbana di 4500 metri quadrati, collocata nei sobborghi della città. 3000 alberi di specie autoctone come quercia, betulla, salice e nocciolo verranno piantati secondo uno schema che ricorda la forma di una ciambella, da cui il nome del bosco urbano. Il progetto supporterà la comunità del distretto di Darndale, uno dei quartieri più svantaggiati di Dublino. L’intenzione, oltre che ambientale, è quella di favorire lo sviluppo sociale locale, promuovendo il benessere e la salute dei cittadini tramite inclusione e coesione.