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Acqua potabile: in Madagascar parte il progetto Heliowater

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Sviluppata dalla francese Marine Tech, la tecnologia Helio sfrutta pannelli fotovoltaici e grandi sfere alimentate ad acqua marina per ottenere acqua potabile. Ogni modulo da 1 mq produce 10 litri di acqua adatta al consumo.

Circa due miliardi di persone, stimano Organizzazione mondiale della sanità e Unicef, non dispongono di servizi di acqua potabile sicuri e esenti da contaminazioni. Quello dell’acqua potabile, su un pianeta coperto per 70% della sua superficie da mari, fiumi e laghi, è ancora oggi uno tra i problemi più drammatici per l’uomo. Sono tanti i progetti tecnologici ed umanitari per arginare questa carenza. Grazie ad una tecnologia francese, Rotary Club ha lanciato il proprio: Heliowater.

Acqua potabile e educazione al suo utilizzo

È a South Amboasary (Madagascar) che il Rotary Club Parigi-Nord e il Rotary e-club Nouvel horizon, insieme al Rotary Club Antananarivo Vovonana, con il supporto dell’amministrazione comunale di Amboasary, hanno deciso di realizzare il primo progetto Heliowater. Obiettivo: fornire acqua potabile gratuita a una scuola elementare di 600 bambini, grazie all’installazione di una “fattoria” Helio. E avviare un programma educativo sulle pratiche igienico-sanitarie dell’acqua. Per il progetto, Rotary ha puntato sulla tecnologia Helio, sviluppata dalla francese Marine Tech: grandi sfere trasparenti montate su telaio metallico, che utilizzano l’energia solare per trasformare l’acqua del mare e l’acqua non adatta al consumo, in acqua potabile e pulita. Grazie a pannelli fotovoltaici l’acqua del mare viene fatta evaporare; quando il vapore arriva a contatto con le pareti condensa e le goccioline vengono raccolte e incanalate. L’alta temperatura interna distrugge germi e batteri. Ma per rendere potabile l’acqua, il sistema prevede anche la rimineralizzazione. La struttura viene consegnata inscatolata, è facile da assemblare e secondo il fornitore garantisce prestazioni mai raggiunte prima: ogni modulo da 1 mq produce 10 litri di acqua al giorno (in condizioni di irraggiamento solare di 8 kW/mq al giorno), sufficiente a dissetare fino a 5 persone. Il modulo è completamente riciclabile, ha bisogno di scarsa manutenzione e garantisce una vita utile di almeno 30 anni.

20mila dissalatori attivi nel mondo

La desalinizzazione per distillazione è una delle prime forme di trattamento dell’acqua impiegate dall’umanità ed è ancora oggi una soluzione di trattamento popolare in tutto il mondo. Nei tempi antichi, molte civiltà utilizzavano questo processo sulle loro navi per convertire l’acqua di mare in acqua potabile. Oggi la gran parte degli impianti industriali funzionano grazie al processo dell’osmosi inversa: l’acqua contenente molecole di sale viene forzata attraverso una membrana semipermeabile (un filtro), in cui le molecole di sale, più grandi, non attraversano i fori della membrana, mentre quelle d’acqua, più piccole, lo fanno. Secondo l’Università di Yale, oggi ci sarebbero circa 20mila dissalatori attivi al mondo. I più importanti utilizzatori di acqua dissalata, spiega lo U.S. Geological Survey, si trovano nel Medio Oriente (principalmente Arabia Saudita, Kuwait, Emirati Arabi Uniti, Qatar e Bahrain), che utilizza circa il 70% della capacità mondiale; e in Nord Africa (principalmente Libia e Algeria), dove si trova circa il 6% della capacità mondiale. Tra i paesi industrializzati, gli Stati Uniti sono uno dei più importanti utilizzatori di acqua dissalata, soprattutto in California e Florida, insieme a Israele e Australia.

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Redazione

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