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Aerei a idrogeno: il futuro del volo sostenibile

Aerei a idrogeno: un velivolo in decollo
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Senza ombra di dubbio, il trasporto aereo è, a oggi, oggi uno dei settori più inquinanti. Si pensi che, stando ai dati dell’International Council on Clean Transportation (ICCT) , il 2,4% delle emissioni globali di CO2 proviene dagli scarichi dei motori aerei. Si tratta di una percentuale significativa. Se tutta la popolazione mondiale prendesse anche soltanto un volo all’anno, le emissioni provocate dal traffico aereo potrebbero superare quelle complessive degli Stati Uniti. Ogni individuo che decide di volare emette 285 grammi di CO2, per ciascun chilometro. L’automobile, comunque poco amica dell’ambiente, non ne produce più di 42, per passeggero, a chilometro.

Alla luce di quanto appena evidenziato, risulta evidente che ci occorrono delle alternative. E al più presto. Difficilmente potremo sbarazzarci del traffico aereo nottetempo, ma è certamente possibile sperare nello sviluppo di nuovi combustibili per gli aerei e ripensare, in parallelo, alle nostre abitudini di viaggio più in generale.

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A proposito di nuovi motori e combustibili, occorre segnalare l’incoraggiante tentativo portato avanti da una tra le più note compagnie aeree low-cost, EasyJet, e l’azienda leader di settore nella produzione di motori per velivoli, Rolls Royce. Le due realtà hanno portato a termine, con successo, il primo test al mondo di un motore a idrogeno per aerei commerciali. La prova a terra è stata effettuata con un motore Rolls-Royce AE 2100-A interamente alimentato a idrogeno. Per produrre il combustibile si è sfruttata energia eolica e marina. L’operazione è avvenuta presso un impianto dell’European Marine Energy Centre nelle isole Orcadi, parte del Regno Unito.

In una nota stampa, le due aziende hanno descritto il risultato ottenuto come una pietra miliare nel settore del trasporto aereo:

“Si tratta di un passo importante, a dimostrazione di come l’idrogeno possa essere il carburante in grado di guidare l’aviazione verso l’obiettivo di operare a zero emissioni di carbonio. Quello appena tenuto è un banco di prova fondamentale nelle strategie di decarbonizzazione di Rolls-Royce ed EasyJet.”

Che cosa attendersi

Per quanto riguarda il proseguimento dell’iter, ancora ampiamente sperimentale, i prossimi passi prevedono una lunga serie di ulteriori test a terra. L’ambizione a lungo termine delle due aziende partner è quella di arrivare a effettuare i primi voli nei prossimi anni. Idealmente, EasyJet vorrebbe raggiungere emissioni zero, per ogni singolo velivolo della sua flotta (333 aeromobili, con altri già ordinati) non più tardi del 2050. Secondo il raggiante Johan Lundgren, amministratore delegato della compagnia aerea low-cost:

 Questo test è la prova del successo della collaborazione tra Rolls-Royce ed EasyJet. Continueremo a impegnarci per sostenere questa ricerca innovativa, perché l’idrogeno è in grado di farci compiere un enorme passo in avanti lungo la strada verso l’azzeramento delle emissioni dell’intero settore del trasporto aereo entro il 2050”.

La partnership è nata proprio per perseguire la campagna globale Race to zero delle Nazioni Unite. Il dossier vede infatti la sottoscrizione di ambedue le aziende. L’iniziativa è dedicata a tutti gli attori non governativi – università, operatori finanziari, aziende, città, regioni – impegnati nel raggiungimento della neutralità carbonica entro la metà del secolo. La strada resta però ancora molto lunga ed è più che probabile, va detto, che la gran parte degli aerei continuerà ad affidarsi ai tradizionali motori a reazione anche oltre il l’obiettivo del 2050. Questa eventualità appare oggi una concreta possibilità, dati i ritmi a cui sta procedendo la transizione, tanto nel generale quanto nel settore specifico.

Cosa comporterà il passaggio agli aerei a idrogeno

La riconversione dei mezzi di trasporto, ad ogni modo, non sarà sufficiente, da sola, a favorire la transizione ecologica dell’intero settore della mobilità aerea. Oltre alla riconversione dei velivoli stessi, infatti, il passaggio a motori a idrogeno richiederà una riprogettazione integrale e completa degli aeroporti. I sistemi di rabbocco e rifornimento dovranno essere completamente ripensati, così come le modalità di custodia e protezione del combustibile. Non pensiamo dunque che, una volta pronto il motore, potremmo immediatamente passare alla fase operativa dell’esercizio dei voli con propulsori puliti.

Considerata questa difficoltà, numerose altre aziende stanno cercando di sviluppare motori completamente elettrici. Anche questa soluzione, comunque, richiederà nuove riconversioni e necessiterà di una diversificazione totale delle infrastrutture aeroportuali rispetto alla loro concezione attuale. Se prendiamo in considerazione questi aspetti, ci accorgiamo di come non sia concepibile una rivoluzione del settore dall’oggi al domani. Che il futuro sia quello di una propulsione pulita, a idrogeno o elettrica, è certo. Resta però da vedere quanto tempo servirà per metterla in pratica. Il rischio è che, continuando a temporeggiare, si finisca per arrivare troppo tardi.

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Mattia Mezzetti

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