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Avremo presto un Atlante digitale dei mari italiani

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Prende il via con il coordinamento di ISPRA un progetto di mappatura ad altissima risoluzione delle coste e dei fondali costieri italiani. Ed entro giugno 2026 nascerà l’Atlante digitale dei mari italiani, uno strumento prezioso per la protezione degli habitat e delle specie marine.

 
“Prende il largo il più grande progetto di mappatura e ripristino degli ecosistemi marini, il piano MER (Marine Ecosystem Restoration) del PNRR, un vero e proprio laboratorio di restauro degli habitat e osservatorio dei fondali che traccerà la rotta per interventi futuri”. Lo fa sapere l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA). È stata infatti assegnata la gara d’appalto per mappare gli habitat costieri dell’intero litorale italiano: ISPRA ha selezionato il consorzio guidato dalla società Fugro, che utilizzerà la tecnologia LiDAR.

Le rilevazioni e le elaborazioni previste dal piano MER, finanziato con un fondo da 400 milioni di euro per il periodo 2022-2026, rafforzeranno il sistema nazionale di osservazione degli ecosistemi marini e costieri avviando una campagna senza precedenti di monitoraggio delle coste italiane, che restituirà dati ad altissima risoluzione, migliorando il processo decisionale dei governi locali per la protezione degli habitat e delle specie marine.

“Grazie alla tecnologia LiDAR creeremo l’Atlante digitale dei nostri mari”, ha detto il Presidente ISPRA, Stefano Laporta. L’intero progetto sarà concluso entro il giugno 2026.

Cos’è la tecnologia LiDAR

Acronimo dell’inglese light detection and ranging, il LiDAR è una tecnologia di laser-scanning usata per l’esecuzione di rilievi topografici ad alta risoluzione, che sfrutta un impulso laser per misurare la distanza degli oggetti in base ai tempi di ritorno del segnale ‘riflesso’ (lo stesso meccanismo dei radar).

Le frequenze usate sono quelle dell’ultravioletto, della luce visibile o del vicino infrarosso. Questo permette a LiDAR di ‘vedere’, e quindi descrivere con immagini, oggetti anche molto piccoli, di dimensioni pari alla lunghezza d’onda usata. È infatti molto sensibile agli aerosol e al particolato.

Oltre al LiDAR, per il piano MER verranno impiegati sensori ottici collocati su aeroplani, gravimetria aerea (tecnica che utilizza sensori che misurano la gravità) e sensori satellitari multispettrali, oltre a un veicolo sottomarino autonomo.

Il monitoraggio della costa e degli habitat marini profondi

Le attività di rilievo verranno condotte su tutto il territorio costiero nazionale (arrivando a coprire una superficie di oltre 10 mila kmq) e prevedono la mappatura delle praterie di posidonia oceanica e cymodocea nodosa. Il sottomarino a guida autonoma garantirà l’osservazione diretta di 4.000 km di costa; il progetto prevede inoltre una mappatura completa della fascia di terra fino a 800 metri dal mare.

“Grazie ai rilievi condotti su tutta la costa per un totale di 7.500 km – spiega ISPRA in una nota – avremo informazioni estremamente preziose sia nell’ambito della scoperta di nuove specie e habitat, che nell’ambito della conformazione dei fondali per la geotermia”.

“Il sensore LiDAR – aggiunge Maria Siclari, direttore generale ISPRA – ci consentirà di creare lo scrigno in cui custodiremo la biodiversità marina. La mappatura degli habitat marini profondi si occuperà di censire anche più di 70 monti sottomarini, da 500 fino a 2.000 metri di profondità, indagando aree che non sono mai state monitorate e che sono quasi completamente sconosciute”. Grazie a questo progetto, prosegue, “potremo identificare gli habitat marini costieri con una elevata risoluzione e fornire informazioni dettagliate sulla batimetria e la morfologia della costa, consentendo di effettuare previsioni affidabili sui fenomeni di erosione costiera e la vulnerabilità delle coste in caso di eventi estremi quali le mareggiate e le inondazioni costiere”.

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