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Camini e stufe a legna: multe e soluzioni per una casa ecologica

Un falò
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Per decenni le persone sono state abituate a riscaldarsi all’interno delle loro abitazioni con camini e stufe a legna, rimasti ancora in molte case e spesso utilizzati, va detto, a sproposito: per quanto il loro tepore possa certamente fare piacere, e per quanto la legna sia un’opzione certamente economica, questo tipo di opzione di riscaldamento ha un impatto ambientale davvero molto importante. Non è un caso, d’altra parte, se si è deciso di assegnare multe salate a chi continuasse ad utilizzarli nonostante i divieti. Ecco tutto quello che c’è da sapere su questa delicata questione e quali possono essere le soluzioni più ecologiche per rimanere al calduccio tra le nostre quattro mura.

Indice

Gli svantaggi della combustione a legna

Le multe per chi usa camini e stufe a legna

Le soluzioni di riscaldamento sostenibili

Gli svantaggi della combustione a legna

C'è ancora chi utilizza caminetti e stufe a legna, senza rendersi conto che può incappare in multe salate: ecco come risolvere il problema.
Il comignolo sul tetto di una casa

Anche se l’abbiamo utilizzata a lungo in passato, la legna da ardere all’interno di camini o stufe presenta diversi tipi di svantaggi e pericoli, e questo tanto dal punto di vista della nostra salute quanto dal punto di vista ambientale. Ecco quali sono i contro della combustione a legna dentro casa:

  1. Inquinamento dell’aria: la combustione della legna rilascia una serie di inquinanti nell’aria, tra cui particelle sottili, monossido di carbonio, idrocarburi e composti organici volatili. Questi inquinanti possono avere effetti negativi sulla qualità dell’aria e sulla salute umana.
  2. Emissioni di gas a effetto serra: la combustione della legna rilascia anidride carbonica (CO2) nell’atmosfera, contribuendo così al cambiamento climatico. Anche se la legna è considerata una fonte di energia rinnovabile, la sua combustione può evidentemente contribuire alle emissioni di gas serra.
  3. Rischio di incendi: l’uso di camini e stufe a legna comporta il rischio di incendi, specialmente se non vengono seguite le precauzioni di sicurezza. Una scintilla o una brace possono cadere dal camino o dalla stufa e innescare un rogo in pochi secondi.
  4. Accumulo di residui e ceneri: l’uso regolare di camini e stufe a legna comporta l’accumulo di residui di cenere e creosoto nei condotti del camino, che possono richiedere una manutenzione regolare.
  5. Efficienza energetica limitata: le stufe a legna e i camini non sono particolarmente efficienti dal punto di vista energetico. Molta dell’energia prodotta dalla combustione della legna viene dispersa nell’ambiente anziché essere trasformata in calore utile. Questo può rendere costosa e insostenibile la produzione di calore a lungo termine.
  6. Diffusione di malattie respiratorie: l’inalazione di particelle fini rilasciate dalla combustione della legna può aumentare il rischio di malattie respiratorie, soprattutto per chi ha già problemi respiratori, come l’asma.

Le multe per chi usa camini e stufe a legna

Attenzione alle multe che potreste beccarvi per avere un camino o una stufa a legna: scoprite qui come risolvere il problema.
I tetti di un gruppo di case

In base alle normative vigenti in alcune Regioni italiane chi fa uso di questo tipo di sistemi di riscaldamento per la propria casa rischia di incorrere in sanzioni anche molto salate. In particolare in Lombardia è vietato dal vietato dal 1° gennaio 2020 sia installare generatori di calore alimentati da biomassa da legno sia usare generatori di calore domestici con 0 o 1 o 2 stelle. Norme simili sono in vigore anche nel vicino Veneto dove secondo la delibera n. 836/17 che dal dicembre 2017 è stato imposto il divieto di utilizzo di generatori di calore domestici con 0 o 1 o 2 stelle e di installazione di generatori inferiori a 4 stelle. Sulla stessa lunghezza d’onda sono inoltre le normative in materia valide per Piemonte ed Emilia Romagna.

Ogni singola Regione gestisce l’utilizzo di stufe e camini a legna e le relative multe. Chi non si adegua alle indicazioni della delibera in Lombardia, per esempio, può incorrere in una multa che va da un minimo di 500 euro ad un massimo di 5.000 secondo quanto riporta l’articolo 27, comma 4, della Legge regionale n. 24/2006.

Chi avesse bisogno di sostituire la propria stufa o il proprio caminetto per adattarsi alle normative vigenti potrà in ogni caso beneficiare di alcuni preziosi bonus ancora in vigore: si potranno ottenere agevolazioni fiscali eseguendo lavori di ristrutturazione, di efficientamento energetico o attraverso il cosiddetto Superbonus 90%.

Le soluzioni di riscaldamento sostenibili

Posto che camini e stufe a legna, come abbiamo visto, non sono la migliore soluzione possibile e anzi andrebbero sostituiti quali sono le alternative esistenti per riscaldare casa in maniera sostenibile? Vediamole qui di seguito.

  1. L’isolamento termico: la prima tappa per ottenere un riscaldamento sostenibile in casa è garantire un adeguato isolamento termico, in grado di impedire la dispersione di calore attraverso le pareti, il tetto e i pavimenti, consentendo di mantenere una temperatura confortevole all’interno della casa con una minore necessità di riscaldamento. Ciò significa che sarà necessaria meno energia per mantenere la temperatura interna desiderata. Il cappotto termico è una delle soluzioni più diffuse.
  2. Impianti di riscaldamento ad alta efficienza: un’altra soluzione è il riscaldamento a pompa di calore. Questi sistemi sfruttano l’energia termica presente nell’aria o nel terreno per riscaldare la casa, riducendo al minimo l’uso di combustibili fossili. Le pompe di calore sono estremamente efficienti e possono funzionare sia per il riscaldamento che per il raffrescamento. Inoltre, possono essere integrate con impianti fotovoltaici per sfruttare l’energia solare.
  3. Il riscaldamento con l’energia solare: l’installazione di pannelli solari fotovoltaici sul tetto può fornire elettricità pulita per alimentare il riscaldamento elettrico, compresi sistemi come le pompe di calore elettriche. Inoltre, è possibile utilizzare l’energia solare per riscaldare l’acqua attraverso i pannelli solari termici, riducendo così la necessità di riscaldamento elettrico o a gas per l’acqua calda.
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Alberto Muraro

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