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Capannori capitale europea del riuso

Capannori
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La comunità di Capannori è riuscita a coinvolgere aziende e produttori, con passione e intelligenza, per trovare soluzioni innovative e sostenibili per migliorare la gestione dei rifiuti.

Una cittadina di 46mila abitanti capitale europea della buona gestione dei rifiuti. È l’ambizione di Capannori (provincia di Lucca), primo Comune italiano ad avere aderito nel 2007 alla strategia “rifiuti zero” teorizzata dall’americano Paul Connet, ordinario di chimica e tossicologia alla St. Lawrence University. La filosofia sposata è quella di considerare i rifiuti non come scarti, ma come risorse da riutilizzare come materie prime seconde e, allo stesso tempo, lavorare per abbattere la quantità di rifiuti prodotti. I risultati sono buoni: Capannori vanta una percentuale di raccolta differenziata dell’88% e l’adozione del compostaggio domestico da parte di 3.500 famiglie, con una tariffa dei rifiuti invariata dal 2011. Certo l’obiettivo rifiuti zero, che il Comune si era prefisso di raggiungere al 2020 sembra piuttosto un’utopia, dato che a valle di raccolta, riciclo e riutilizzo rimane sempre una quantità di materiale non compostabile e non riciclabile che, inevitabilmente, finisce in discarica o in impianti di termovalorizzazione.

Il Centro ricerche rifiuti zero

Analizzare quella frazione residua, non riciclabile, per capire come gestirla è il compito del Centro ricerche rifiuti zero, che analizza quantità e tipologia dei rifiuti raccolti. “Li prendiamo direttamente dai sacchi – racconta il direttore del Centro Rossano Ercolini – li classifichiamo e cerchiamo di capire se c’è un problema di comunicazione ai cittadini, che non hanno capito dove conferire un particolare rifiuto, oppure ci sono veri e propri errori di progettazione di alcuni materiali che, allo stato attuale, non sono riciclabili. In quel caso, lo segnaliamo alle aziende”. Il caso più famoso, quello delle capsule di caffè Lavazza, che nel 2011 non erano compostabili. Il Centro ricerche costruì un caso studio, venne invitato all’Innovation Centre di Torino insieme ai rappresentanti di azienda e Confindustria e, nel 2015, Lavazza presentò le sue prime capsule di caffè compostabili. “L’esperienza del nostro Centro – aggiunge Ercolini – rappresenta una storia di empowering di una piccola comunità, che con pochi mezzi economici ma con grande passione e mettendo in moto le giuste competenze è riuscita a coinvolgere produttori e aziende, contribuendo ad elaborare soluzioni innovative e sostenibili”. Una vera e propria rivoluzione culturale.

L’economia sociale dei rifiuti

A Capannori anche i mozziconi di sigaretta hanno una seconda vita. Il progetto Focus prevede il loro recupero e utilizzo, in parte per ricavarne una base per la coltivazione in vivaio di piante ornamentali e arbusti. In parte per destinarli alla produzione di biocarburante, in aggiunta all’utilizzo di alghe. E per potenziare lo smaltimento domestico dei rifiuti organici c’è il progetto pilota “Adotta un lombrico”, che mette a disposizione di 30 famiglie un kit di compostiera con lombrichi rossi e la consulenza di un esperto, per ottenere un humus di qualità da reimpiegare come concime per il giardinaggio o l’agricoltura, usufruendo di uno sconto sulla tariffa dei rifiuti. Daniele Guidotti, responsabile del Centro del riuso di Capannori, spiega che quello legato a recupero e riuso dei materiali è un vero e proprio indotto economico. “All’inizio eravamo un gruppo di volontari, poi ci siamo trasformati in cooperativa sociale, con venti dipendenti professionisti nell’arte del recupero, alcuni con fragilità sociale. Raccogliamo indumenti, mobili e gli diamo nuova vita”. I 28mila chili di vestiti raccolti nel 2020 sono stati distribuiti a famiglie bisognose, ma anche venduti nell’emporio sociale. Mentre i mobili vengono recuperati nella falegnameria e solo il 5% prende la strada della discarica. La comunità è consapevole e mediamente ben informata. Ma in ogni caso una squadra speciale, composta da personale Ascit (l’azienda che si occupa dell’igiene urbana nel Comune di Capannori) e agenti della Polizia municipale, risponde alle chiamate dei cittadini che segnalano rifiuti abbandonati per la strada. Interviene, indaga e, se risale al responsabile dell’abbandono, sanziona.

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Redazione

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