In un’Europa che punta a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, l’approvazione della direttiva europea Case Green conferma la volontà delle istituzioni di accelerare la riduzione del consumo energetico nel settore edilizio. Secondo le stime della Commissione europea, gli edifici dell’UE sono responsabili del 40% del consumo energetico. Gli stessi causano il 36% delle emissioni di gas a effetto serra. La direttiva prevede, a partire dal 2028, che tutti gli edifici di nuova costruzione siano a emissioni zero e dotati di tecnologie solari. Gli edifici residenziali esistenti dovranno raggiungere la classe di prestazione energetica E entro il 2030 e D entro il 2033.
Per quanto riguarda gli edifici non residenziali e pubblici, occorrerà raggiungere gli stessi obiettivi entro il 2027 e 2030, rispettivamente. Al fine di garantire la conformità di tali requisiti, e delle effettive prestazioni green, il tema delle certificazioni è sempre più centrale. Non a caso, ha acquisito rilevanza anche nel settore immobiliare. Per l’architettura e l’edilizia sostenibile, che puntano all’efficienza energetica, esistono diversi tipi di attestati ambientali. Tra gli altri, vi è la certificazione LEED. Questa tiene in considerazione un set più completo di fattori, rispetto alle sole prestazioni energetiche dell’edificio, per valutarne la sostenibilità.
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La certificazione LEED
Il Leadership in Energy and Environmental Design, o LEED, è uno schema di certificazione a carattere volontario. Permette di valutare il livello di sostenibilità ambientale degli edifici. È stato messo a punto nel 1998 dalla U.S. Green Building Council (USGBC), organizzazione non-profit con sede a Washington. La certificazione LEED è oggi tra le più diffuse al mondo, nel campo dell’edilizia. Si può rilasciare a edifici residenziali e commerciali, di nuova costruzione o da restaurare. Si attribuisce un punteggio a seconda delle caratteristiche di sostenibilità raggiunte dall’immobile, sotto differenti aspetti, e in base a questo si elargisce la certificazione.
In Italia, la certificazione LEED è stata introdotta dal Green Building Council Italia (GBC Italia), un organismo promosso dalla società consortile Distretto Tecnologico Trentino. GBC ha il cichiarato obiettivo di trasformare il modo in cui gli edifici e le comunità sono progettati, costruiti e gestiti. Oggi il LEED è riconosciuto e implementato in oltre 160 paesi. Attualmente, sono più di 120 mila i progetti accreditati.
Ottenere la certificazione LEED
Per ottenere la certificazione è necessario dimostrare la conformità a determinati requisiti. Questi concernono il risparmio energetico e idrico, la riduzione delle emissioni di CO2, la qualità ecologica degli interni, i materiali e le risorse impiegati, il progetto e la scelta del sito. In particolare, il sistema si basa sull’attribuzione di crediti. La loro assegnazione è simile a quella dei voti scolastici. A seconda dei punteggi ottenuti in ciascun ambito esaminato l’edificio raggiungerà un determinato livello di certificazione. Si parte da un minimo di 40, per acquisire una certificazione LEED base, fino a un massimo di 110, corrispondente alla certificazione LEED Platinum.
L’analisi concerne l’intero ciclo vitale dell’edificio: dalla progettazione alla costruzione. Essa attribuisce un peso differente alle diverse aree di valutazione. Questo significa che, nella determinazione del punteggio finale, il grado di compliance ai requisiti energetici ha un peso maggiore rispetto, per esempio, a quello relativo alla qualità degli ambienti interni o all’ubicazione.
Le domande del questionario LEED sono formulate in modo da verificare tutti gli aspetti richiesti. Il test valuta le caratteristiche ambientali del sito (luogo) in cui sorge o sarà costruito l’edificio. Dà un voto alla qualità degli spazi circostanti e alla presenza, o meno, di verde urbano in cui fare attività all’aperto. I quesiti mirano inoltre a incoraggiare lo sviluppo di una mobilità sostenibile e multimodale nonché la scelta di soluzioni ecologiche che garantiscano, di conseguenza, una riduzione delle emissioni di gas serra e dell’inquinamento atmosferico.
L’importanza di questo attestato
Grazie alle linee guida e alle strategie di progettazione e costruzione, la certificazione LEED può contribuire a ridurre i consumi e le emissioni degli edifici. In questo modo si migliorano le performance ambientali delle costruzioni e il loro impatto. È possibile abbattere – secondo le stime fornite dal framework LEED – fino al 40% il fabbisogno energetico di un edificio. Si riducono poi del 40% le emissioni di CO2, e della stessa percentuale il consumo d’acqua complessivo. In fase di costruzione, inoltre, si produce fino al 70% di rifiuti solidi in meno.
Gli edifici dotati di certificazione LEED assicurano il rispetto di determinati livelli di comfort e alti standard abitativi. Ciò si deve alla stringenti direttive per migliorare la qualità dell’aria e degli ambienti interni, ridurre l’esposizione ad agenti tossici e promuovere stili di vita sani. Scelte in questa direzione possono avere ricadute positive sul benessere delle persone che abitano tali immobili. Alcuni tra i problemi più diffusi nella popolazione mondiale, da quelli respiratori fino alla depressione e allo stress, sono spesso dovuti alla respirazione di aria insalubre in casa.
L’apprezzamento degli immobili certificati
Non a caso, soprattutto a seguito della pandemia di Covid-19, durante la quale è aumentata la consapevolezza dell’importanza di abitare in ambienti salutari, gli edifici LEED hanno riscontrato tassi di occupazione più alti. Gli affitti e i prezzi di vendita di queste infrastrutture sono pressoché ovunque maggiori rispetto alle controparti senza certificazioni. Uno studio datato 2021 e intitolato Green Is Good: Sustainable Office Outperforms in Class A Urban Markets, ha rilevato che, dal 2018, gli asset certificati LEED hanno avuto in media un prezzo a metro quadro del 21,4% più elevato rispetto alle controparti non certificate. Gli affitti medi sono più alti di dell’11%.
Gli asset immobiliari con certificazione LEED risultano essere investimenti coerenti con la direzione normativa legata alla finanza sostenibile che l’Unione Europea ha in mente di intraprendere.
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