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Come funziona il razionamento dell’acqua per crisi idrica?

Il razionamento dell'acqua è una risposta alla desertificazione
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Il nostro Paese, come diversi altri nel mondo, sta attraversando una sempre più crescente crisi idrica. Uno stato di emergenza che, per via della forte siccità registrata negli ultimi anni, a periodi alterni, mette a rischio colture in ogni parte della nazione. A essere maggiormente colpito dal disastro idrico è il Nord. In numerose zone si attraversano periodi nei quali non piove, con consistenza, per lunghi mesi. Quando accade, il governo prende sempre in considerazione la misura del razionamento dell’acqua.

Tipicamente, la soluzione si valuta prima per uso agricolo e soltanto in seconda battuta per quello civile. Ciò non toglie che si invita sempre al rispetto di alcune buone regole di risparmio idrico. Anche a livello domestico.

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Guida rapida contro l’emergenza idrica


La questione dell’emergenza idrica non interessa soltanto l’Italia, ma, com’è noto, l’intero pianeta o quasi, dal momento che dipende da cambiamenti climatici che riguardano tutta la Terra. L’acqua è fondamentale, e lo sappiamo, non solo per uso personale, ovvero bere e lavarsi, bensì anche per l’agricoltura, l’allevamento e l’industria. Una risorsa tanto importante, che normalmente andrebbe protetta e tutelata, sta diventando paradossalmente sempre più rara e preziosa. Alla luce di ciò, bisognerebbe farne tesoro, risparmiando ed evitando sprechi. Basti pensare che il bacino del Po, il più grande fiume italiano, attraversa lunghi periodi di secca con elevata frequenza.

Situazioni come quella della scarsità di neve sulle Alpi, che fortunatamente non interessa ancora ogni singolo inverno, sebbene si teme che la direzione in cui si stia andando sia proprio quella; del livello dei laghi in costante e ininterrotta diminuzione o della temperatura superiore alle medie stagionali ci segnalano come la situazione sia piuttosto grave. L’acqua potabile è limitata, anche su un pianeta come il nostro dove questo elemento è tanto diffuso. Dal momento che soluzioni come quella della potabilizzazione dell’acqua salata non appaiono percorribili (il dispendio energetico per mantenere in funzione i dissalatori sarebbe insostenibile), dobbiamo essere noi a tutelare la preziosa risorsa.

Cosa si intende per razionamento dell’acqua?

Razionamento dell'acqua: un suolo in desertificazione
Quando la risorsa idrica è troppo scarsa, si prende in considerazione il razionamento dell’acqua


Dietro alla frasazione di razionamento dell’acqua non si cela altro che la riduzione dell’erogazione, in funzione di parametri ben specifici e di una gestione più oculata delle risorse. La cosa è abbastanza semplice da dire ma piuttosto complicata da attuare, allo stato attuale delle cose. Il razionamento si concretizza con l’interruzione in determinati orari, solitamente notturni, della corrente elettrica. Che cosa c’entra l’elettricità? È la sua potenza che consente – o impedisce, naturalmente – l’erogazione dell’acqua. Quando si abbassa la pressione, l’acqua non raggiunge più le utenze durante le fasce orarie prestabilite.


Per affrontare il problema della siccità, sempre più presente nel nostro Paese, si invoca molto spesso il razionamento dell’acqua. In Italia, questo provvedimento è stato preso svariate volte in passato, specie nel corso della bella stagione, quando le precipitazioni sono scarse.

La valle del Po, bacino idrico che si ritrova frequentemente in grande sofferenza, è spesso oggetto di questa misura. Il grande fiume è determinante per le colture di mais, grano, cereali, ortaggi e frutta. Tutti prodotti che richiedono l’apporto di molta acqua. In un’area del genere, limitare l’utilizzo del prezioso fluido può essere deleterio per numerosi agricoltori ma, come si suol dire, per contrastare mali estremi occorre prendere provvedimenti estremi.

Tutti possiamo fare la nostra parte

Le cause principali della siccità sono macroscopiche e non vengono causate dal comportamento delle persone in una determinata area circoscritta. Questioni come il surriscaldamento globale e la desertificazione del pianeta non dipendono da nessuno di noi ma, contemporaneamente, sono figlie del comportamento irresponsabile dell’intera società, di cui tutti facciamo parte. Il principale colpevole dei deleteri cambiamenti climatici che minacciano il pianeta e, dunque, la vita di ognuno di noi, è l’uomo. Chiunque condivida le narrazioni alternative o negazioniste è un ignorante, o ha qualcosa da guadagnare da questa situazione.

La prima cosa che possiamo fare, nel nostro piccolo, è mettere in pratica buone abitudini per risparmiare acqua. Si tratta di semplici azioni del quotidiano che consentono un razionamento dell’acqua volontario, a casa o nei nostri altri ambienti di vita. Non ci vogliono sforzi particolari per intraprendere le azioni riportate di seguito, come ad esempio:

  • montare un frangigetto sul rubinetto. Questo semplice miscelatore, che si installa senza troppa fatica, spesso in completa autonomia o, in rari casi, con l’aiuto di un idraulico, ci aiuta a risparmiare una media di 8mila litri all’anno, per una famiglia di quattro persone;
  • riparare perdite a scarichi e rubinetti;
  • preferire uno scarico con pulsanti regolatori del getto;
  • curare la propria igiene facendosi una doccia ed evitando il bagno. Nel primo caso, si utilizzeranno non più di 60 litri d’acqua. Nel secondo, anche 150;
  • chiudere sempre il rubinetto quando ci si insapona, si lavano i denti o si fa la barba. Anche in questo caso, i litri di acqua risparmiati annualmente saranno nell’ordine delle migliaia;
  • preferire lavatrice e lavastoviglie invece di lavare a mano, ma utilizzare gli elettrodomestici soltanto a pieno carico;
  • lavare l’automobile solo quando occorra veramente farlo;
  • sfruttare i rimasugli dell’acqua di cottura per annaffiare le piante;
  • evitare di riempire piscine da giardino e curarsi invece di raccogliere l’acqua piovana, riutilizzabile per irrigare.

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Mattia Mezzetti

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