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Come prevenire l’inquinamento elettromagnetico?

Un esperimento scientifico
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La presenza diffusa di sistemi di telecomunicazione sul nostro territorio (come le classiche antenne per la trasmissione radio o tv) ci impone delle serie riflessioni riguardo all’influenza che i campi elettromagnetici hanno sulle nostre vite e su quelle degli animali che condividono con noi il pianeta Terra. Da tempo infatti ci interroghiamo sul modo in cui l’espansione della rete elettrica e l’urbanizzazione diffusa possano avere un impatto sulla nostra salute. Ecco perché si parla di inquinamento elettromagnetico, legato per l’appunto all’esposizione prolungata a onde che non possiamo vedere ma che alla lunga potrebbero avere preoccupanti conseguenze.

Scopriamo dunque tutto quello che è necessario sapere nel merito della questione, con un focus particolare sulle modalità di prevenzione dell’inquinamento elettromagnetico.

Indice

Cos’è l’inquinamento elettromagnetico

Scopriamo insieme che cos'è esattamente l'inquinamento elettromagnetico e come possiamo contrastare questa minaccia.
Torre televisiva illuminata

Quando ci riferiamo all’inquinamento elettromagnetico pariamo della generazione di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici di natura artificiale, distinti dunque da fenomeni assolutamente naturali come il campo elettrico prodotto dai fulmini. Questi campi si originano da varie fonti, come impianti radio-TV, telefonia mobile, elettrodotti per la distribuzione e trasformazione dell’energia elettrica, dispositivi biomedici, o ancora impianti industriali e elettrodomestici. Mentre alcuni sistemi sono progettati per emettere onde elettromagnetiche, altri, come gli impianti elettrici e i dispositivi di consumo, le emettono involontariamente nell’ambiente circostante, e proprio per questo devono essere correttamente e attentamente monitorati.

Le onde, nello specifico, presentano una frequenza (la velocità di oscillazione) che viene espressa in Herz e che ci permette di dividerle essenzialmente in due categorie:

  • Le onde a bassa frequenza sono quelle da 0 Hz a 10 kHz e includono i campi emessi dagli elettrodotti a 50 Hz;
  • Le onde ad alta frequenza (quelle da 10 kHz a 300 GHz) sono quelle emesse da impianti di telefonia o radio e tv

Generalmente, tanto più alta sarà la frequenza di queste onde, tanto maggiori saranno le implicazioni sulla salute umana.

La Legge quadro n. 36/2001

Proprio in considerazione delle possibili conseguenze delle onde elettromagnetiche ad alta frequenza l’opinione pubblica è sempre più sensibile a questa tematica. Il nostro Paese ha iniziato ad attivarsi seriamente nel merito della questione con la creazione della Legge quadro n. 36 del 2001 con la quale ci si è impegnati a:

  • Costituire specifici catasti (nazionali e regionali) delle sorgenti di campo elettromagnetico come supporto per le attività di controllo;
  • Informare la cittadinanza sui rischi delle onde elettromagnetiche;
  • Sviluppare adeguate attività di pianificazione e controllo in materia.

Gli effetti dell’inquinamento elettromagnetico

La comunità scientifica è al lavoro da anni per cercare di identificare con maggior precisione che tipo di problematiche potrebbe comportare un’esposizione prolungata a certe onde elettromagnetiche.

Quello che sappiamo con certezza è che le radiazioni non ionizzanti possono causare un aumento della temperatura cellulare attraverso effetti termici, che sono proporzionali alla dose di radiazione ricevuta. Tuttavia, per quanto riguarda gli effetti biologici delle radiazioni non ionizzanti più nel concreto non esiste una chiara correlazione tra la dose (ovvero l’intensità del segnale) e gli impatti sul corpo umano.

Non è esattamente una passeggiata valutare gli effetti a lungo termine sulla salute di queste onde e le relazioni causa-effetto si basano ad oggi principalmente su studi epidemiologici piuttosto limitati. Questi effetti possono manifestarsi attraverso sintomi soggettivi come ad esempio mal di testa, irritabilità, affaticamento, difficoltà di concentrazione e insonnia; non è però da escludere tra tali sintomi possano presentarsi anche condizioni molto più serie come tumori o malattie degenerative. Di queste problematiche se n’è parlato in modo approfondito in uno studio del 2007 intitolato “Mobile phone use and glioma risk: A systematic review and meta-analysis“.

Come prevenire l’inquinamento elettromagnetico

Scopriamo insieme tutti i rischi dell'inquinamento elettromagnetico e gli strumenti che abbiamo a disposizione per limitarne gli effetti.
La punta di un’antenna

Abbiamo per fortuna a nostra disposizione una serie di strumenti utili per proteggerci da una minaccia simile. Si tratta in realtà di poche semplici accortezze che possiamo avere nella vita di tutti i giorni, tra cui:

  • Evitare di sostare troppo vicino al forno microonde in funzione;
  • Usare le apparecchiature elettroniche alla massima distanza possibile;
  • Non dormire con il telefono accanto. Meglio ancora sarebbe spegnerlo durante la notte;
  • Preferire chiamate al cellulare di breve durata e utilizzare il proprio smartphone in condizioni di ottima ricezione del segnale;
  • Posizionare le varie antenne (televisione, wi-fi, router etc) nei luoghi meno frequentati della casa
  • In generale, limitare il tempo trascorso vicino a dispositivi elettronici come telefoni cellulari, tablet, laptop e dispositivi wireless di varia natura;
  • Tenere spenti i dispositivi non in uso: cerchiamo di spegnere i dispositivi wireless elettronici quando non ne abbiamo bisogno per ridurre l’esposizione alle loro onde elettromagnetiche;
  • Assicurarsi che gli apparecchi elettronici e le relative infrastrutture siano conformi alle normative di sicurezza e rispettino i limiti di esposizione raccomandati.

Non avere a che a fare che con le onde elettromagnetiche nel mondo attuale è praticamente impossibile: questo però non vuol dire che con alcuni banali comportamenti non si possano limitarne i danni.

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Alberto Muraro

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