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Cresce la produzione di rifiuti urbani, soprattutto nelle grandi città

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Ripresa del pendolarismo e dei flussi turistici dopo la pandemia hanno portato un aumento della produzione di rifiuti, soprattutto nelle grandi città. Ma in modo più contenuto rispetto all’aumento del Pil e dei consumi delle famiglie. La fotografia nel Rapporto “Rifiuti urbani 2022” di Ispra.

Cresce la produzione di rifiuti urbani in Italia nel 2021. Tanto più nelle grandi città. Rispetto al 2020, l’incremento medio nazionale è del 2,3%, ma nei 16 Comuni con popolazione residente al di sopra dei 200 mila abitanti sale al 2,8%. È quanto emerge dal Rapporto Rifiuti urbani di Ispra 2022, frutto dell’attività di raccolta, analisi ed elaborazione di dati da parte del Centro nazionale dei rifiuti e dell’economia circolare di Ispra, con il contributo delle Agenzie regionali e provinciali per la protezione dell’Ambiente.

La produzione dei rifiuti urbani è disallineata dalla crescita economica

La media nazionale della raccolta differenziata si attesta al 64%; non tutte le Regioni dispongono però di strutture sufficienti a trattare i quantitativi prodotti. Finisce ancora in discarica il 19% dei rifiuti urbani, quasi 5,6 milioni di tonnellate. E nonostante nell’ultimo decennio il ricorso a questa forma di smaltimento si sia ridotto del 52%, occorre dimezzarlo in tempi brevi. Il costo medio nazionale annuo pro capite di gestione dei rifiuti urbani è pari a più di 194 euro per abitante; nel 2020 era 186 euro circa. “La ripresa del pendolarismo e il ritorno del turismo in Italia, dopo la crisi pandemica – scrive Ispra – sono tra le principali cause dell’aumento della produzione di rifiuti urbani in Italia nel 2021”. La cui crescita è tuttavia inferiore a quella del Pil e dei consumi delle famiglie, rispettivamente al 7% e 5%. Il che conferma, secondo la vice-ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Vannia Gava, il disallineamento tra produzione dei rifiuti e andamento degli indicatori socio economici.

Oltre 2 miliardi di euro del PNRR per la gestione dei rifiuti e l’economia circolare

Gli obiettivi europei al 2025 per gli imballaggi sono praticamente già raggiunti per tutte le frazioni di imballaggio, ad eccezione della plastica. “È necessario – precisa Ispra – incrementare il riciclaggio di quest’ultima pari al 47%, per raggiungere l’obiettivo del 50% intervenendo con nuove tecnologie di trattamento, soprattutto per quelle tipologie di rifiuti che sono ad oggi difficilmente recuperabili mediante processi di tipo meccanico”. Sul fronte dei rifiuti organici, la quota avviata al trattamento nel 2021 cresce di 190 mila tonnellate (3%). Oltre la metà degli impianti operativi per la gestione dei rifiuti – 657 in tutta Italia – si occupa di trattare questa frazione. Sul fronte del PNRR, il 2021 è stato l’anno della prima attuazione del Piano grazie all’adozione delle riforme associate alla missione transizione verde ed economia circolare (M2C1). Obiettivo è dotare tutto il Paese di una rete omogenea di impianti di trattamento e riciclo dei rifiuti, colmando il divario esistente fra Nord e Centro-Sud e riducendo i conferimenti in discarica. Sono 2,1 i miliardi di euro destinati alle due linee di investimento per le attività di gestione dei rifiuti (1,5 miliardi di euro) e a progetti innovativi di economia circolare (600 milioni di euro).

Quali sono le Regioni che fanno più raccolta differenziata

Il rapporto evidenzia che i rifiuti urbani esportati dall’Italia nel 2021 sono stati tre volte superiori a quelli importati: 659 mila tonnellate portate fuori, a fronte di un import di 219 mila. Campania e Lazio sono le Regioni che esportano di più. Austria, Portogallo e Spagna i Paesi dove destiniamo i rifiuti urbani. Chi supera l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata sono Veneto (76%) e Sardegna (75%). Molto vicino a raggiungere il target anche l’Abruzzo (quasi 65%), seguito da Toscana e Valle d’Aosta. Significativo balzo in avanti per la Basilicata che sale al 63% con un aumento di 6 punti rispetto al 2020. Ancora al di sotto del 50% la Sicilia (47%) che, tuttavia, fa segnare un progresso importante di quasi 5 punti rispetto alla percentuale dell’anno precedente. Come negli anni precedenti, i livelli più elevati di raccolta differenziata si rilevano per la provincia di Treviso, che nel 2021 raggiunge l’89%, seguita da Mantova (86%) e Belluno (84%). Tra le città metropolitane è in crescita Cagliari con il 74%.

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