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Un miliardo e mezzo di euro dal recupero degli imballaggi

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Secondo il Conai dal riciclo e recupero degli imballaggi nel 2021 sono stati ottenuti benefici ambientali per un miliardo e mezzo di euro, tra materia recuperata, energia generata dalla valorizzazione energetica, CO2 evitata e indotto economico generato.

Un miliardo e mezzo di euro di benefici ambientali. È quanto hanno generato lo scorso anno il riciclo e il recupero degli imballaggi delle aziende aderenti al Consorzio nazionale imballaggi, che ha presentato nei giorni scorsi il suo nuovo Rapporto di sostenibilità. Una cifra a cui si arriva sommando 614 milioni di euro, corrispondenti al valore della materia recuperata grazie al riciclo, 10 milioni di euro derivati dal recupero energetico degli imballaggi non riciclabili e 625 milioni dall’indotto economico generato. A cui si aggiungono 276 milioni di euro per la CO2 non emessa grazie al riciclo, calcolati sulla base della direttiva 2009/33 del Parlamento europeo. Non è poco, considerando la forte immissione di imballaggi sul mercato dopo l’uscita dalla fase acuta della pandemia, di cui il lavoro del Consorzio avrebbe potuto risentire. Così però non è stato.

L’83% dei rifiuti da imballaggio nel 2021 sono stati recuperati

Nel 2021, oltre 10,5 milioni di tonnellate di rifiuti di imballaggio sono state avviate a riciclo e 1,3 milioni di tonnellate a recupero energetico: è stato recuperato quasi l’83% dei rifiuti e il 73% avviato a riciclo consolidando, nonostante la crescita delle quantità di pack immesse sul mercato, i risultati raggiunti nel 2020. Un risultato che supera abbondantemente il 65% di riciclo totale chiesto dall’Europa ai suoi Stati membri entro il 2025. “Una grande vittoria – ha commentato Luca Ruini presidente Conai – per la nostra economia circolare e una nuova dimostrazione di come le città siano sempre più miniere urbane che producono risorse, non rifiuti”. Più nel dettaglio, la carta rappresenta il 42% dei rifiuti di imballaggio avviati a riciclo in Italia, seguita da vetro e legno, entrambi intorno al 20%. Per il recupero energetico prevale l’incidenza della plastica, con il 69% dei quantitativi totali avviati a valorizzazione energetica, principalmente plastiche miste.

Chi è Conai e come funziona

Conai, nato sulla base del Decreto Ronchi del 1997, contribuisce per il 50% al tasso di riciclo dei fiuti di imballaggio nazionale. È un consorzio privato, al venticinquesimo anno di attività, che raggruppa produttori e utilizzatori di imballaggi, al quale aderiscono circa 760mila imprese. Sono sette i consorzi di filiera di cui indirizza le attività, per garantire il raggiungimento degli obiettivi previsti dalla legge, con una funzione di raccordo con la pubblica amministrazione: Ricrea per l’acciaio, Cial per l’alluminio, Comieco per la carta e il cartone, Rilegno per il legno, Corepla per la plastica, Biorepack per la bioplastica e Coreve per il vetro. Le aziende aderenti versano un contributo obbligatorio che rappresenta la forma di finanziamento del Conai.

Ogni anno l’attività di Conai evita il riempimento di 8 discariche

“I benefici ambientali prodotti in 25 anni di attività – si legge nel Green economy Report 2021 di Conai – hanno permesso di evitare il riempimento di 183 nuove discariche di medie dimensioni, l’emissione in atmosfera di 56 milioni di tonnellate di anidride carbonica (equivalente alle emissioni di circa 130mila voli Roma-New York andata e ritorno) e il risparmio di 63 milioni di tonnellate di materia prima, l’equivalente di circa 6.300 Torri Eiffel”. Nel documento è inoltre riportata un’analisi della decarbonizzazione della filiera del riciclo e recupero degli imballaggi e vengono indicati gli obiettivi al 2025 del sistema nazionale e consortile. L’attività di Conai nel 2021 ha evitato il consumo di quasi 26 terawattora di energia primaria, equivalenti al consumo medio annuale di elettricità per uso domestico di circa 7 milioni di famiglie italiane. Il sistema di riciclo ha consentito di evitare il consumo di circa 5 milioni di tonnellate di materia vergine. Nel dettaglio, 285mila tonnellate di acciaio, che è pari a 739 treni Frecciarossa; 16mila tonnellate di alluminio, che corrisponde a circa 1,5 miliardi di lattine; un milione e 318mila tonnellate di carta, il corrispettivo di 528 milioni di risme di fogli formato A4; 916mila tonnellate di legno, l’equivalente di 42 milioni di pallet; 519mila tonnellate di plastica, che corrispondono a 11 miliardi di flaconi in PET per detersivi da un litro; 140mila tonnellate di bioplastica, cioè 28 milioni di sacchi di terriccio da 20 litri; e un milione e 796mila tonnellate di vetro, pari a 5 miliardi di bottiglie di vino da 0,75 litri. “Un lavoro di gestione dei rifiuti di imballaggio – conclude Conai – che ogni anno evita il riempimento di circa 8 discariche di medie dimensioni”.

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