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Fire weather: quando il clima favorisce gli incendi e cosa fare per prevenirli

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Il termine inglese fire weather descrive l’insieme di condizioni meteo che favoriscono il rischio di incendi. Esso dipende da una serie di fattori. Innanzitutto, il caldo, ma occorrono anche altri ingredienti: vento, bassa umidità e vegetazione secca. Il fenomeno è in aumento in tutta Europa. Principalmente, riguarda l’area mediterranea, spesso caratterizzata, ultimamente, da estati che presentano tutte le caratteristiche necessarie a favorire roghi. Anche le regioni italiane ne sono colpite di frequente, con le giornate a rischio che si fanno sempre più numerose, nella bella stagione.

Cos’è il fire weather e perché è aumentato

Il tempo da incendio, come suonerebbe la traduzione italiana dell’espressione fire weather, si riferisce dunque all’insieme delle condizioni meteorologiche che favoriscono l’innesco e spingono la rapida propagazione degli incendi boschivi. Fenomeni di questo tipo sono molto diffusi, in estate, nei mesi più roventi. Il cambiamento climatico sta indubbiamente contribuendo all’aumento di queste condizioni, rendendo i roghi più frequenti e intensi. Il global warming, infatti, accentua proprio i fattori necessari a stimolare incendi: alza la temperatura, porta siccità, limita l’umidità e sostiene forti venti. 

Utilizzando la definizione della NASA, il fire weather crea un insieme di condizioni nelle quali aumenta il rischio di incendi e propagazione. L’ente aerospaziale statunitense si è munito di uno strumento ribattezzato Global Fire Weather Database (GFWED). Il sistema integra diversi fattori meteorologici, come i dati sul vento e quelli sulle precipitazioni, al fine di valutare il rischio di incendi. GFWED fornisce dati globali, e coerenti, sul tempo da incendio. Questi modelli si rivelano utili per i ricercatori e i gestori del fuoco, e possono essere applicati a livello locale. 

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Ingredienti del rischio incendi

Indipendentemente dalla localizzazione geografica, gli ingredienti base del fire weather sono quelli già segnalati: alte temperature, bassa umidità, venti forti e vegetazione secca. La miscela di queste condizioni è quella che causa i roghi più tremendi, difficili da gestire e domare. Per questo motivo, i Vigili del Fuoco stanno portando a termine corsi di aggiornamento che li mettano in grado di intervenire tempestivamente, o, ancor meglio, prevenire l’innesco. Alla presenza simultanea di due dei quattro fattori, o ingredienti come li abbiamo chiamati, le squadre antincendio entrano in preallerta.

Dove si concentra il rischio in Italia e in Europa

Le zone calde europee, così come quelle italiane, sono le più meridionali. È in queste aree, infatti, che è più semplice trovare la compresenza degli elementi che favoriscono il fire weather. Come ci informano i mass media, ogni estate scoppiano incendi ampi e difficili da contenere in Paesi quali Grecia, Spagna, Portogallo e Italia. Relativamente alla nostra penisola, solo l’arco alpino e alcune aree appenniniche possono ritenersi al sicuro. I quadranti più problematici sono collocati in Sicilia, Sardegna, Calabria e Basilicata.

Gli strumenti per prevedere e monitorare il fire weather

Esistono strumenti simili al GFWED, di proprietà della NASA, per prevedere e monitorare il rischio incendio. Quelli a disposizione dei Vigili del Fuoco e dell’Unità Anticrisi italiana sono tre:

  • il Fire Weather Index (FWI), letteralmente Indice Meteorologico di Rischio Incendio, è un sistema numerico. Restituisce cifre che consentono la valutazione sul potenziale di sviluppo e diffusione degli incendi boschivi. Stima il rischio combinando informazioni sulle condizioni atmosferiche. Più alto sarà l’Indice, maggiore sarà la probabilità dello scoppio di un rogo difficile da controllare.
  • L’IFI, Indice di Pericolo di Incendio, è un indicatore meteorologico che stima il potenziale di propagazione degli incendi boschivi. Esso si basa su dati come temperatura, umidità e velocità del vento. Viene calcolato tenendo in seria considerazione il sistema FWI e altri sottoindici. Non a caso, frequentemente i due indici riportano dati sovrascrivibili.
  • Anche il Local Fire Index, o LFI, si muove in parallelo all’FWI. Esso estrapola però dati più limitati e circoscritti, concentrandosi su quanto avviene in un’area contenuta. Da qui l’aggettivo local.
Fire weather: un letto di foglie secche
La vegetazione secca è uno degli elementi che maggiormente favorisce il fire weather

Come leggere i bollettini di allerta incendi

In una situazione di pericolo considerevole, i Vigili del Fuoco emettono un bollettino di allerta incendio, al fine di avvisare la popolazione, e le autorità, della minaccia. Il bollettino è pensato per essere semplice e comprensibile a chiunque. La severità della previsione è rappresentata attraverso lo stesso codice di colori che caratterizza i semafori in strada.

Quando non si segnala nulla di particolare, il bollettino è di colore verde. Il giallo rappresenta rischio moderato e possibili disagi a livello locale; l’arancione aggiunge un grado di pericolo, avvertendo che i fenomeni potrebbero essere intensi e i danni a beni e persone considerevoli; il rosso è il grado massimo. Il coefficiente di rischio è elevatissimo, così come il potenziale distruttivo del rogo. Tipicamente, all’emissione di un bollettino in codice rosso segue una rapida evacuazione dell’area.

Le aree percorse da incendio sono in aumento

Copernicus ha pubblicato una statistica secondo la quale gli incendi boschivi legati al fire weather hanno danneggiato un’ampia superficie del nostro Paese nelle scorse estati, specie in aree prettamente forestali. I dati che abbiamo inserito qui sotto, in pratica tabella, ci danno un’idea di quanto il surriscaldamento globale devasti il nostro territorio:

RegioneSuperficie complessiva percorsa da incendio (in chilometri quadrati)Superficie forestale percorsa da incendio (in chilometri quadrati)
Sicilia742,4100,8
Calabria177,629,9
Sardegna25,24,8
Campania18,83,2
Piemonte4,63,1
Lazio23,72,8
Puglia40,22,7
Abruzzo5,32,5
Liguria6,12,4
Basilicata17,22
Toscana2,31,1
Lombardia1,51,1
Valle d’Aosta1,10,4
Molise1,90,3
Trentino0,010,01

Nel 2023, anno al quale si riferiscono questi dati, in Italia abbiamo perso il 36% di superficie in più rispetto al 2022, a causa degli incendi.

Strategie di prevenzione e adattamento: cosa fare

Alla luce dei dati riportati in tabella, e consci del fatto che, anno dopo anno, il conto che ci presenta il surriscaldamento globale si fa sempre più salato, vediamo quali strategie possono essere adottare per prevenire il rischio o, quantomeno, adattarsi e mitigarlo. In Italia, la legge quadro sugli incendi boschivi (353/2000) definisce le strategie di prevenzione, previsione e lotta attiva agli incendi. Fronteggiarli richiede un approccio integrato, che coinvolga gestione forestale, controllo delle attività umane, preparazione delle comunità e pianificazione dell’emergenza.

A livello istituzionale occorre pianificare e avviare attività di previsione, prevenzione e lotta attiva. Tali strategie vanno definite su più piani: nazionale, regionale e locale. È importante focalizzarsi sulla collaborazione tra diversi enti poiché l’approccio integrato può portare più rapidamente al contenimento del rogo; il dialogo tra le autorità non è opzionale. Non deleghiamo però tutto a chi occupa le stanze dei bottoni. Il cittadino svolge un ruolo attivo nella lotta agli incendi boschivi. La sua consapevolezza è imprescindibile.

L’utilizzo responsabile del fuoco deve essere materia di insegnamento nelle scuole e argomento di formazione nelle comunità. Spesso sono le attività antropiche e le leggerezze dell’uomo ad appiccare gli incendi. Un’altra area su cui lavorare è quella delle segnalazioni. Non di rado accade che i roghi siano segnalati quando sono già avviati e il fronte è molto largo. Denunciare velocemente la presenza di fumo o fiamme, anche in momenti nei quali non sembrano pericolosi, velocizzerebbe molto l’intervento dei Vigili del Fuoco e potrebbe contribuire a mantere più delimitate le aree interessate.

Prevenzione tecnica e forestale

A livello gestionale, occorre dividere l’attenzione e le misure antincendio su tre piani. Il primo è quello delle foreste, le zone più vulnerabili durante la bella stagione. Sfalci, pulizia dei sentieri e ripristino ecologico tolgono materiale combustibile al fuoco, il quale si diffonde con molta difficoltà su un’area ben tenuta e curata. In aggiunta a questi accorgimenti di buon senso, consideriamo misure più tecniche utilizzabili nella lotta ai roghi. Disboscamenti selettivi e inserimento di linee e viali tagliafuoco possono confinare l’incendio in quadranti specifici, all’infuori dei quali le fiamme non si propagheranno poiché mancherà loro il combustibile.

Implementare in ogni macchia boschiva zone di questo tipo non è un’operazione celere, ma può fare tutta la differenza del caso tra un incendio che diviene incontenibile perché continua a espandersi, e uno che soffoca a causa della mancanza di materiale da bruciare. Carabinieri forestali e boscaioli dovrebbero iniziare a inserire reticoli di vegetazione non combustibile a tagliare l’interezza del suolo delle macchie, in maniera tale da limitare l’espansione del rogo, la quale avviene in brevissimo tempo in condizioni di fire weather.

Prevenzione tecnologica e digitale

Gli avanzamenti tecnologici ben si prestano alla prevenzione antincendio. Dispositivi quali droni, satelliti, sensori e centraline meteorologiche riescono a monitorare lo sviluppo dei roghi e, prima che si inneschino, a verificare lo stato della vegetazione e rilevare sacche atmosferiche di bassa umidità, possibili foriere di condizioni favorevoli al fire weather. Vi sono poi anche app, accessibili a tutti da smartphone, che collaborano alla prevenzione. MyFire, FireAware e simili applicazioni raccolgono segnalazioni di incendi e allertano tutti gli utenti, oltre che la centralina operativa dei Vigili del Fuoco.

La tecnologia ci aiuta ma è bene ricordare che non sostituisce una chiamata al numero di emergenza 115. Se ci troviamo di fronte a un incendio, telefoniamo sempre ai pompieri e facciamolo tempestivamente.

Azioni dei cittadini

Come già accennato, anche il singolo cittadino può fare molto per prevenire simili situazioni. Ecco alcuni consigli alla portata di tutti, che magari sembreranno banali ma vanno tenuti bene a mente:

  • non accendere mai fuochi in prossimità di vegetazione secca. In simili situazioni, basta una scintilla per far partire un incendio;
  • trovandoci in escursione in zone naturali, magari ricche di vegetazione, raccogliamo eventuali rifiuti infiammabili gettati a terra da qualche passante superficiale;
  • segnaliamo tempestivamente focolai sospetti (lo abbiamo già scritto ma, in questo caso, repetita iuvant);
  • teniamo sgombri i nostri giardini da vegetazione secca, non ha alcun senso rischiare un innesco a due passi dalla porta di casa;
  • manteniamoci informati sui livelli di allerta. Esistono comode app e comunicazioni ufficiali delle autorità, come abbiamo scritto. Premuriamoci di non sottovalutare gli avvertimenti che ci vengono dati. Avere contezza della situazione e agire nei tempi necessari, o addirittura in anticipo, è quello che fa la differenza tra un incendio controllato e una possibile catastrofe.

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Mattia Mezzetti

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