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Il 2023, anno dei disastri umanitari legati agli eventi naturali

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Terremoti e crisi climatica sono state le principali cause dei danni legati agli eventi naturali nello scorso anno. Il valore delle perdite umane ed economiche lo ha stimato il gruppo assicurativo tedesco Munich Re.

Il terremoto in Turchia e Siria nel febbraio, e poi il tifone Doksuri in Cina a luglio e l’uragano Otis in Messico a ottobre: sono questi, secondo la compagnia assicurativa Munich Re, gli eventi naturali più distruttivi avvenuti nel 2023. Solo la punta dell’iceberg dei disastri che l’anno scorso hanno causato, calcola l’assicurazione, 74mila morti e 250 miliardi di dollari di danni. Le perdite coperte da assicurazione sono state ovviamente molto minori del valore complessivo delle perdite: solo 95 miliardi di dollari.

Il valore dei danni, secondo Munich Re, è stato in linea con quello registrato nel 2022, mentre il numero delle morti avvenute a causa dei disastri naturali è salito ben al di sopra della media annuale degli ultimi cinque anni (circa 10mila).

“Dopo anni di relativa calma – si legge in una nota del gruppo assicurativo tedesco – una serie di terremoti devastanti ha provocato disastri umanitari. Circa 63mila persone (l’85% dei decessi totali dell’anno) hanno perso la vita a causa di questi rischi geofisici nel 2023, un numero superiore a quello registrato dal 2010”.

Se i terremoti sono stati i macabri protagonisti dal punto di vista delle perdite umane, le perdite economiche dovute a disastri naturali sono state provocate soprattutto dalle forti tempeste alimentate dal surriscaldamento dell’atmosfera (il 76%), mentre il restante 24% dei danni ha avuto cause geofisiche.

Temperature ed eventi estremi da record

“I record stagionali di temperatura sono crollati uno dopo l’altro nel 2023”, ricorda la compagnia assicurativa, mentre l’agenzia europea Copernicus certifica un aumento medio della temperatura di 1,48°C rispetto ai livelli preindustriali, ad un soffio dal limite di 1,5 fissato con gli accordi di Parigi.

Nel corso dell’anno sono state registrate temperature di oltre 40°C nell’Europa sud-occidentale (in aprile) e in Argentina (a settembre), temperature superiori a 50°C nella Cina nord-occidentale e temperature notturne superiori a 32°C in Arizona nel mese di luglio. Temperature più alte significa maggiore energia nell’atmosfera e fenomeni meteorologici sempre più violenti.

“Il riscaldamento del pianeta, in accelerazione da alcuni anni, sta intensificando i fenomeni meteorologici estremi in molte regioni, con conseguente aumento del potenziale di perdita”, ha dichiarato Ernst Rauch chief climate scientist di Munich Re. “A temperature più elevate evapora più acqua e l’umidità aggiuntiva nell’atmosfera fornisce ulteriore energia per le tempeste più violente”.

Perdite così elevate dovute ai temporali non erano mai state registrate prima, sia negli Stati Uniti che in Europa. In Nord America sono stati distrutti beni per un valore di circa 66 miliardi di dollari (di cui 50 miliardi assicurati), mentre in Europa la cifra è stata di 10 miliardi di dollari, di cui 8 miliardi assicurati.

Oltre a temporali e uragani, in molte regioni siccità e ondate di calore hanno scatenato grandi incendi. In Canada, gli incendi hanno imperversato per diverse settimane, distruggendo oltre 18 milioni di ettari di foresta, un numero mai raggiunto prima.

Gli eventi economicamente più dannosi del 2023

I terremoti nel sud-est della Turchia e in Siria avvenuti a febbraio sono stati la catastrofe naturale più distruttiva dell’anno scorso. La scossa di magnitudo 7,8 della scala Richter è stato il terremoto più forte registrato in Turchia da decenni: 58mila persone circa sono rimaste uccise, innumerevoli edifici sono crollati e le infrastrutture sono state danneggiate in modo significativo. Le perdite complessive sono state stimante in circa 50 miliardi di dollari.

Il secondo disastro naturale più costoso è stato il tifone Doksuri, che nel mese di luglio ha sfiorato le coste delle Filippine per giungere poi in Cina: vento ad una velocità di 180 km/h e piogge intense hanno provocato inondazioni distruttive, con perdite per circa 25 miliardi di dollari. Di questi, solo 2 miliardi erano assicurati: un esempio dell’ampio divario assicurativo che persiste in Cina per i disastri naturali.

Terzo classificato l’uragano Otis, che ha colpito la costa occidentale del Messico a ottobre. Con una velocità del vento arrivata fino a 265 km/h, è stata la tempesta più violenta che abbia mai colpito la costa messicana del Pacifico. Le perdite complessive sono state stimate in 12 miliardi di dollari e quelle assicurate erano pari a 4 miliardi di dollari.

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Redazione

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