Il progetto denominato Pajarola dell’amministrazione comunale di Lendinare (Ro) è stato pensato per rimuovere coperture d’amianto e riqualificare un’area industriale abbandonata da tempo, producendo energia green. Un modello che si vorrebbe replicabile, non solo in Veneto.
Pajarola è il nome del progetto di rigenerazione urbana che è appena nato a Lendinare, comune a due passi da Rovigo, dal nome dell’area in cui sarà realizzato. L’obiettivo è dare spazio alla rigenerazione urbana passando dal trasformare un’area industriale abbandonata e ad alto rischio sanitario, per la massiccia presenza di amianto, in uno spazio sicuro e sostenibile per la comunità locale, dal quale generare energia pulita. Il progetto, guidato da Prosolia Energy, prevede la costruzione di un impianto fotovoltaico da 4,1 MW di potenza di picco. Per l’avvio del progetto è stata eseguita la rimozione di circa 160 tonnellate di amianto dai tetti presenti su un’area di 40.000 metri quadrati, popolata da vecchi capannoni e stalle abbandonate. Una scenografia distopica, che faceva paura non solo agli abitanti della zona.
Un modello replicabile
L’idea di fondo è promuovere un modello di bonifica particolarmente virtuoso, replicabile su tutto il territorio nazionale, adattandosi alle specificità dei siti e ai bisogni delle comunità. “Siamo orgogliosi di ospitare un progetto così significativo per la nostra comunità, che unisce la bonifica ambientale alla produzione di energia rinnovabile”, ha dichiarato Francesca Zeggio, Sindaco di Lendinara. “L’intervento sull’area Pajarola rappresenta un modello virtuoso di rigenerazione sostenibile, che trasforma un sito compromesso in una risorsa per il futuro. Ringraziamo Prosolia Energy per l’impegno dimostrato e per la sensibilità verso il nostro territorio, con un’attenzione concreta anche al verde urbano e alla salute pubblica. Questo è un esempio di come pubblico e privato possano collaborare per generare valore ambientale, economico e sociale. Desidero ringraziare anche il geometra Luca Maragno, funzionario comunale, per la competenza e l’impegno con cui ha seguito l’iter di approvazione del progetto”.
Il progetto prevede anche la piantumazione di circa 30 alberi autoctoni in aree pubbliche in tutta Lendinara, contribuendo a migliorare i paesaggi urbani e la qualità dell’aria. Questi alberi, già maturi, con un’altezza media di 3,5 metri, includeranno specie come olmi, frassini, aceri campestri, tigli e salici.
Non solo Rovigo: le bonifiche di aree inquinate in Veneto
L’amianto dai tetti di molte aree industriali e non è uno dei mali antici d’Italia, paese dove la produzione su ampia scala e lo stesso consumo di pannelli di eternit è esploso sin dagli anni Settanta, stante anche il costo relativamente basso dei manufatti in fibre di amianto. Secondo Osservatorio Nazionale Amianto in Italia sarebbero presenti circa 40 milioni di tonnellate di materiali contenenti amianto, distribuiti in un milione di siti presenti in circa 50mila siti industriali e 42 siti di interesse nazionale tra i quali 10 sono solo di amianto (come la Fibronit di Broni e di Bari; l’Eternit di Casale Monferrato, etc.).
Secondo l’ultimo censimento del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (Ispra), organo tecnico del ministero dell’Ambiente e per la Sicurezza Energetica (MASE) dal 2010 sono complessivamente 2.536 i siti da bonificare in Veneto, di cui 1.291 già concluse, il resto ancora in corso. La provincia di Rovigo, dopo Padova, Vicenza e Venezia è quella con il numero più alto di bonifiche avviata, pari a 15.
La piaga sanitaria e sociale dell’amianto
Secondo il MASE, al 2022 risultavano censiti circa 155.000 siti interessati dalla presenza di amianto, dove il Veneto è tra le Regioni più colpite. La legge 257 del 1992 ha previsto che le Regioni adottino un piano di protezione, decontaminazione, smaltimento e bonifica per difendere la popolazione dai pericoli derivanti dall’amianto. La Regione Veneto ha approvato il proprio Piano Regionale Amianto a fine 1996.
L’Italia è la nazione europea col più alto numero di decessi causati da esposizione ad amianto (fonte: Eurostat) e, a 30 anni dalla messa al bando di questo minerale, le stime dello Sportello Nazionale Amianto parlano di 40 milioni di tonnellate di coperture in eternit da bonificare, all’interno di un milione di siti e micrositi, di cui 50mila industriali.
Rispetto al Veneto, il Secondo rapporto del Registro regionale del Veneto dei casi di mesotelioma ha ricostruito frequenza e andamento nel tempo dei nuovi casi di mesotelioma fra i 4,45 milioni di residenti della Regione, dal 1987 al 2005. In questo arco di tempo sono stati registrati circa 1.100 nuovi casi di malattia; di questi, circa 800 in persone di sesso maschile e quasi 1000 a carico della pleura.
In Veneto la frequenza risulta quindi simile a quella di altre Regioni del Nord, come Lombardia e Piemonte, ma più elevata di quella di tutte le Regioni del Centro-Sud. All’interno della Regione, si osserva inoltre una frequenza doppia rispetto alla media regionale nei maschi residenti a Venezia e nei comuni limitrofi e una frequenza marcata in entrambi i sessi per i residenti Padova e comuni limitrofi. Tra l’inizio e la fine del periodo esaminato, la frequenza della malattia è comunque raddoppiata: non si sono quindi ancora osservati i benefici dell’eliminazione dell’amianto.
I progetti di riqualificazione tra Rovigo e Provincia
Quello appena raccontato non rappresenta comunque un’eccezione. A fine 2023 il Comune di Rovigo aveva annunciato di avere a disposizione oltre 11 milioni di euro (nell’ambito della programmazione europea del PR Veneto FESR 2021-2027) per la realizzazione di iniziative che coinvolgono 13 Comuni del territorio, compreso, appunto, Lendinare. Le linee progettuali riguardano 4 settori di intervento: mobilità lenta, digitalizzazione, residenzialità leggera o Ater e rigenerazione urbana e culturale. In particolare, per questo Comune è prevista la realizzazione di 6 alloggi a servizio delle donne vittime di violenza tramite la riqualificazione dell’ex ospedale civile.
L’impegno dell’UE
Per contrastare gli effetti nefasti sulla salute pubblica, dal 1 luglio 2025 tutti gli Stati membri dell’Unione Europea dovranno aver provveduto all’eliminazione dei “prodotti” di amianto (Regolamento UE 2016/1005) e l’eradicazione delle malattie amianto-correlate rientra tra le priorità “ambiente e salute” dell’OMS per il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile.