Centro di creazione contemporanea dal 2006, l’ex Matadero di Madrid fa il pieno di visitatori e di artisti. Per rinnovare le idee e i linguaggi creativi.
Il Matadero di Madrid, l’ex mattatoio, oggi Centro di creazione contemporanea del Dipartimento di cultura, sport e turismo del Comune, è diventato un’icona della rigenerazione urbana. Uno spazio di sperimentazione architettonica che ha vinto numerosi premi – tra cui il Premio dell’Unione Europea per l’Architettura Contemporanea, il Mies van der Rohe per l’architettura emergente – e un polo artistico e multiculturale, oltre che residenza per artisti, che piace al grande pubblico.
Gli appuntamenti del Matadero di Madrid
Ce n’è infatti per tutti i gusti: gli appuntamenti sono vari e attentamente orchestrati, numerosi gli spazi museali, di incontro e di dialogo, di cinema e teatro.
A riprova della sua popolarità, i numeri parlano chiaro: nella sola settimana dell’arte, a inizio marzo, Matadero ha accolto quasi 20.000 persone. Mentre per il mese di aprile, per celebrare la Giornata internazionale della danza, il programma Danzandero ha visto 20 spettacoli di 18 compagnie e un’ampia varietà di proposte rivolte a tutti i pubblici, da workshop e tavole rotonde a spettacoli dal vivo che trasformeranno in un grande palcoscenico all’aperto la Plaza Matadero, uno dei tanti spazi della cittadella culturale situata nel quartiere di Arganzuela, nella zona di Legazpi.
L’attenzione al pubblico è uno degli assi portanti nell’articolazione delle proposte artistiche del centro. Sperimentazione, creazione e scambio sono le parole chiave. La cultura lo strumento di cambiamento per affrontare le sfide sociali.
La promozione del pensiero critico
Dal 2006, Matadero Madrid si propone come spazio di conversazione e dibattito, per promuovere il pensiero critico e contribuire al rinnovamento delle idee e dei linguaggi artistici. Il centro riunisce arti visive e performative, letteratura, architettura, design e cultura digitale, alla ricerca di proposte interdisciplinari, e il suo funzionamento si regge su istituzioni diverse: dai programmi pubblici, con le relative direzioni artistiche, a una serie di partner privati le cui iniziative contribuiscono a formare un programma ampio, diversificato e multidisciplinare. Le attività sono costruite attraverso la diversità di queste istituzioni e linee di lavoro trasversali e interdisciplinari.
L’architettura del Matadero
All’insegna della pluralità anche gli interventi architettonici che, nel 2005, hanno trasformato il vecchio Mattatoio e Mercato comunale del bestiame, progettato dall’architetto Luis Bellido nel 1910, nell’attuale centro d’arte contemporanea e spazio culturale. Le varie ristrutturazioni dei padiglioni originali sono state realizzate, nel rispetto del carattere del luogo e della sua monumentalità, da diversi studi di architettura della città di Madrid e rappresentano interventi significativi della cosiddetta nuova architettura madrilena.
“Quando sono stati avviati i lavori di riconversione, il Matadero è diventato spazio di ricerca, un campo di prova per urbanisti e progettisti: si è testato come, da un lato, preservare l’involucro, la forma degli edifici, dall’altro come immaginare spazi aperti e permeabili”, ricorda il direttore del Centro José Luis Ramos Romo. Tutte le sale di cui si compone sono attive e dedicate alla cultura, così come gli spazi esterni: dalla plaza Matadero, la calle Matadero e la Placita alla Centrale di Design, il Centro per le Residenze Artistiche e il Centro per le Esperienze Immersive, la Cineteca, lo spazio teatrale, le sale espositive, gli spazi polifunzionali Terrarium e Aulario, il Café Naves e il ristorante La Cantina.
Non manca il noleggio bici, che offre la possibilità di spostarsi nel vicino Madrid Río, un parco urbano di 10 chilometri costruito lungo la riva del fiume Manzanarre, su cui affaccia anche il Matadero. Come il Centro di creazione contemporanea, Madrid Río è frutto di un progetto di riqualificazione dell’area del 2005. Il vincitore del concorso internazionale di idee organizzato dal Comune di Madrid è, in questo caso, l’architetto Ginés Garrido.