Chiudi
Cerca nel sito:

Inquinamento: la Polonia non paga e la Ue passa al prelievo forzoso

Miniera Turow
Condividi l'articolo

La Commissione Ue trattiene 15 milioni di euro dai fondi destinati alla Polonia, che non ha pagato la sanzione comminata per non avere chiuso la miniera di Turow.

Una decisione destinata a fare scuola nell’Unione europea, con ricadute sulla tutela internazionale dell’ambiente e non solo. A metà settembre la Corte di Giustizia europea aveva condannato la Polonia a versare 500mila euro al giorno nel bilancio europeo finché non avesse interrotto l’estrazione di lignite nella miniera di Turów, al confine con la Repubblica Ceca. Il Paese presieduto da Andrzej Duda ha fatto orecchie da mercante e così la Commissione europea ha deciso di passare all’incasso trattenendo 15 milioni (quanto maturato in tre mesi di mora) di fondi europei destinati alla stessa Polonia. Una misura che non ha precedenti, così come mai era accaduto prima che uno Stato membro rifiutasse di pagare una multa. A questo proposito va ricordato che la Corte di Giustizia è un organismo indipendente dalla politica, che ha il compito di garantire l’osservanza del diritto comunitario nell’interpretazione e nell’applicazione dei trattati fondativi dell’Unione europea. E la Commissione, che invece è di nomina politica, è intervenuta per evitare che la sentenza restasse lettera morta.

La risposta polacca

Varsavia ha fatto sapere che presenterà ricorso, ricordando che nei giorni scorsi i premier di Polonia e Repubblica Ceca, Mateusz Morawiecki e Petr Fiala, hanno trovato un accordo di massima sul contenzioso, che ha tratto origine proprio da una denuncia di Praga. L’intesa prevede il pagamento di 45 milioni di euro per continuare a tenere in vita la miniera per altri cinque anni, oltre alla presa in carico di una serie di lavori di messa in sicurezza degli impianti, con la garanzia che questo consentirà di eliminare l’inquinamento delle falde acquifere. La Commissione Ue non ha competenza per intervenire sugli accordi tra Stati e ha controreplicato sottolineando che, anche qualora la causa dovesse essere ritirata, il pregresso “varrebbe comunque”.

Verso un’Unione più incisiva

La diatriba sulla lignite è un test sulla capacità dell’esecutivo comunitario di far rispettare le decisioni della giurisprudenza comunitaria. Il prelievo automatico dei fondi destinati al Paese un tempo nell’orbita sovietica segue il blocco dei 40 miliardi di euro per il Recovery Fund nazionale, dopo che la Polonia ha approvato una riforma che porta la magistratura sotto il controllo del governo nazionale. Una misura che si aggiunge alle leggi contro l’aborto e per il controllo dei media, che ha ampliato il divario con Bruxelles. L’impegno per la transizione ambientale è un tema non meno rilevante per le politiche comunitarie e la Polonia, secondo dati Eurostat, è responsabile di oltre il 10% delle emissioni di anidride carbonica in Europa.

Ultime Notizie

Cerca nel sito