Edilizia e sostenibilità possono dialogare. Ricorrere all’utilizzo di intonaci naturali aiuta il pianeta e consente la realizzazione di strutture più sane, oltre che meno impattanti. Impiegare materiali quali canapa, calce e argilla può rappresentare una svolta nell’approccio all’abitare.
Gli intonaci naturali presentano numerosi benefici, in chiave ambientale e non solo, rispetto ai loro omologhi in cemento. Le caratteristiche che li contraddistinguono, come salubrità degli ambienti interni; traspirabilità; capacità di regolare l’umidità degli spazi; isolamento termico e acustico, nonché sostenibilità ambientale, li rendono estremamente competitivi all’interno di un mercato che propone numerose soluzioni.
L’aggettivo naturale non va sottovalutato. Usare questi intonaci consente di combattere i batteri senza necessità di servirsi di prodotti chimici, contando soltanto sulle difese antibatteriche proprie del materiale, e regala all’abitazione un’estetica piacevole, indipendentemente dalle finiture applicate.
Perché scegliere intonaci naturali per la casa
L’infarinata data nell’introduzione è già sufficiente a comprendere per quali motivi sarebbe consigliabile preferire intonaci naturali a quelli tradizionali a base di cemento. Prodotti di questo tipo non liberano sostanze nocive nell’aria e creano ambienti godibili anche per chi soffra di problemi respiratori, allergie o asma. L’applicazione di terra, calce, canapa o argilla lascia la parete più libera di respirare e favorisce un’areazione più completa, ostacolando l’accumulo di umidità e riducendo il rischio di comparsa delle muffe. Il basso impatto ambientale di questi materiali è vantaggioso anche in fase di smaltimento.
Già in produzione si registra un impatto meno marcato rispetto a quello del calcestruzzo. Vi sono aziende specializzate in intonaci naturali le quali, al fine di massimizzare la sostenibilità del processo, utilizzano aggregati di recupero nelle miscele costituenti. Per esempio, la lolla di riso. Durabilità e fonoassorbenza sono due ulteriori pregi che dobbiamo tenere in considerazione. Agenti atmosferici e intemperie, oltre all’umidità, come scritto, non intaccano i materiali di provenienza naturale che li costituiscono. Fumo, odori e sostanze nocive vengono filtrate dagli intonaci naturali. Essi, parallelamente, sono anche capaci di attutire i suoni, isolando bene gli ambienti e concedendo riservatezza e tranquillità a chi li vive.
I principali materiali utilizzati
Come ci suggerisce il nome stesso, al fine di realizzare intonaci naturali si trasformano materiali reperiti in natura. Le proporzioni variano a seconda della tipologia di intonaco e delle caratteristiche desiderate. In generale, calce e argilla sono i leganti principali, mentre sabbia e cocciopesto sono gli inerti che conferiscono resistenza e stabilità. Una buona miscela contiente svariati materiali, ben amalgamati tra loro.
- La calce è un legante naturale ottenuto dalla cottura di rocce calcaree. È molto resistente e traspirante, dunque permette ai muri di respirare, caratteristica chiave per limitare la formazione di umidità dannosa. Generalmente, è il materiale più utilizzato nella produzione di intonaci naturali;
- l’argilla, probabilmente, è la regina della bioedilizia. Si tratta di un materiale traspirante, versatile e isolante, utilizzabile per creare pareti ventilate e fresche, ideali per l’estate ma ben isolate anche durante l’inverno. Come la calce, è utilizzatissima in veste di legante;
- la sabbia è invece un materiale inerte, tipicamente utilizzato come riempitivo nella malta, accanto a uno o più leganti e, spesso, altri inerti. Conferisce resistenza e stabilità, rafforzando la composizione che diverrà poi intonaco, una volta asciutta;
- il cocciopesto, ricavato da frammenti di laterizi o mattoni, è finemente macinato al fine di conferire resistenza all’intonaco, esattamente come fa la sabbia, ma è scelto per la sua impermeabilità. Una malta contenente consistenti proporzioni di questo materiale resiste bene alle infiltrazioni.
Vi sono poi altri materiali utilizzati durante la produzione di intonaci naturali. Non sono sostituibili a quelli già elencati ma possono essere sfruttati per massimizzare le proprietà isolanti. Perlite, fibre vegetali e aerogel di silice contribuiscono alla creazione di uno strato parietale più spesso, capace di schermare gli spazi interni e offrire una maggiore riservatezza. Di seguito, approfondiamo i punti di forza dei materiali citati.

Intonaco in terra cruda
Gli intonaci in terra stanno riscoprendo una nuova popolarità. Ciò si deve principalmente all’esplosione della bioedilizia. L’abitazione, secondo i costruttori bio, è una sorta di terza pelle per l’uomo, dopo l’epidermide e i vestiti che indossa. Una caratteristica vitale dell’apparato tegumentario, oltre a quelle di circoscrivere e proteggere, è la sua capacità di respirare, nel senso di scambiare gas con l’ambiente circostante. Proprio come la pelle in confronto al corpo, anche la stratigrafia di una parete gioca un ruolo importante in casa.
Gli intonaci naturali in terra cruda non si limitano a proteggere le pareti, bensì regolano anche il microclima interno. Perché ciò avvenga al meglio il materiale deve essere igroscopico, dunque assorbire e rilasciare umidità, in funzione del clima esterno più secco o più umido, a seconda della stagione. Esso mantiene un equilibrio igrometrico ottimale per il benessere abitativo. La terra cruda assorbe e rilascia agilmente vapore acqueo, per circa 300 grammi al metro quadro, nell’arco delle 24 ore.
Un’altra vantaggiosa peculiarità della terra riguarda la sua capacità di purificare l’aria dai cosiddetti composti organici volatili (COV), ovvero molecole tossiche che vengono rilasciate da colle, vernici e svariati altri prodotti chimici. La terra cruda non si limita a proteggere gli spazi che racchiude, ma li sanifica: può infatti ridurre l’esposizione degli interni all’elettrosmog, neutralizzando fino al 70% i campi elettromagnetici. In un’epoca come questa, nella quale la tecnologia spadroneggia e si è impadronita di gran parte del nostro tempo, poter contare su un alleato contro l’elettromagnetismo è davvero importante.
Calce naturale
La calce è il miglior isolante naturale. Impiegata fin dall’antichità per la sua capacità di ridurre le dispersioni di calore e mantenere la temperatura stabile, senza sbalzi, è estremamente traspirante. In questa maniera, favorisce uno scambio costante con l’esterno e previene la formazione di condensa sulle pareti. Grazie alla capacità di assorbire l’acqua superficiale dalla muratura sottrae nutrimento a spore e muffe. Un intonaco a base di calce permette di eseguire rinzaffi sia interni sia esterni. Ciò consente al carpentiere di migliorare la presa (o aggrappo, in gergo) delle malte sulle superfici difficili da intonacare, come quelle prive di cemento. L’uso del rinzaffo non altera il naturale equilibrio igrometrico delle murature.
Miscelare la calce con altri materiali è una pratica piuttosto diffusa, in fase di produzione di intonaco. Una malta arricchita con cocciopesto agisce in maniera eccellente per regolare l’umidità. È infatti in grado di eliminare velocemente quella in eccesso, presente nella muratura, mantenendo ottima resistenza all’azione disgregante dei sali cristallizzati. Il cocciopesto massimizza l’azione di regolazione igrometrica della calce. Quello che denominiamo biointonaco di calce può contenere, all’interno della sua miscela, svariati materiali naturali. Il consueto colore di questo intonaco è il bianco sabbia e la malta si caratterizza per il suo basso contenuto salino.
Canapa e argilla: caratteristiche e prestazioni
Impiegare la canapa come componente di intonaci naturali migliora le prestazioni dell’involucro, sia in termini di risparmio sia di consumi. Ciò significa che è possibile agevolare raffrescamento estivo e riscaldamento invernale, anche in zone dalla significativa escursione termica, e farlo in maniera gradita all’ambiente. Gli intonaci caratterizzati da un’elevata presenza di canapa trasmettono una sensazione di forte benessere, percepita chiaramente all’interno dell’edificio. La coibentazione in canapa è adatta anche a essere collocata nel tetto.
Gli intonaci di fondo in argilla hanno proprietà in comune con quelli a base di calce, a partire dalla regolazione naturale dell’umidità e della temperatura. La terra è naturalmente traspirante e deumidificante ed evita la formazione di muffe. Una miscela di argilla e canapa si rivela particolarmente azzeccata per proteggere il microclima interno. La prima, infatti, collabora dall’interno al lavoro svolto, esternamente, dalla seconda.
La canapa si contraddistingue per un’elevata alcalinità e la non trascurabile capacità di accumulo di calore. Il suo impiego riduce i consumi invernali legati al riscaldamento, oltre a quelli estivi per il condizionamento, e garantisce un ambiente sano, naturalmente privo di polveri. Le miscele di argilla, fibre vegetali e sabbie feldspatiche e/o granitiche si contraddistinguono per le loro importanti proprietà antibatteriche e antistatiche.

Le applicazioni in bioedilizia e nel restauro
Gli intonaci naturali di cui abbiamo diffusamente scritto rappresentano la base della bioedilizia. Questo modo di costruire impiega infatti soltanto quel che ci offre il pianeta. Similmente, anche il restauro storico ne fa uso. I materiali della tradizione, in questa disciplina, sono calce naturale, pozzolana amorfa, pietra, marmo e granito. Questi garantiscono interventi conservativi, nel rispetto delle strutture esistenti e dei materiali originari. Ogni qual volta un restauratore intervenga su supporti non sporchi, ben coesi, poco polverulenti, pitture o rasature non eccessivamente devastate dal tempo, può fare uso delle stesse componenti già descritte, tipicamente utilizzate nelle miscele per biointonaci.