In Lorena, nel nord-est delle Francia, è stato scoperto un giacimento di idrogeno bianco stimato in 46 milioni di tonnellate, per un valore di circa 90 miliardi di dollari. Si tratterebbe della riserva di “oro bianco” più grande al mondo. Potrebbe dare alla Francia la leadership nell’energia pulita e aumentare la sua indipendenza energetica, sebbene lo sfruttamento presenti notevoli sfide tecniche e ambientali ancora tutte da affrontare.
La Francia scommette sull’idrogeno bianco. Una partita importante che potrebbe portare risultati consistenti sia sul fronte della transizione che dell’indipendenza energetica per il Paese d’oltralpe. In Lorena è stato infatti scoperto un giacimento che conterrebbe 46 milioni di tonnellate di idrogeno naturale, il cosiddetto oro bianco.
Individuato dai ricercatori del laboratorio GeoRessources dell’Università della Lorena e del CNRS nell’ambito del programma di ricerca REGALOR, questo giacimento, a circa 1.250 metri di profondità a Folschviller, nel dipartimento della Mosella, è considerato il più grande giacimento di idrogeno al mondo e il valore della riserva, secondo le stime di mercato attuali, si attesta sui 92 miliardi di dollari. Siamo però solo all’inizio, si tratta ora di fare le adeguate verifiche. Lo sfruttamento della risorsa rappresenta una sfida titanica dal punto di vista tecnico e ambientale; sarà necessario sviluppare metodi di perforazione precisi e innovativi per non danneggiare le falde acquifere e le strutture geologiche.
Che cos’è l’idrogeno bianco
A differenza dell’idrogeno verde (prodotto tramite elettrolisi dell’acqua con elettricità da rinnovabili), dell’idrogeno blu (prodotto dalla cattura della CO2) e dell’idrogeno grigio (prodotto dal gas naturale), l’idrogeno bianco è una risorsa naturale che si forma nel sottosuolo in condizioni geologiche specifiche.
Un potenziale immenso per il territorio e per l’Europa
La Lorena, regione tradizionalmente a vocazione mineraria e industriale, è da anni oggetto di prospezioni, volte inizialmente alla ricerca di metano. Proprio in questi giorni, l’azienda La Française de l’Énergie, produttori di energia a basse emissioni, ha rilanciato le proprie attività di perforazione in tre siti della Mosella, in parte con lo scopo di approfondire le ricerche sui giacimenti di idrogeno naturale scoperti nel 2023. Con questa nuova campagna di esplorazione La Française de l’Énergie realizzerà, in collaborazione con il laboratorio GeoRessources, il pozzo di ricerca e sviluppo PTH-2, per cui è stata avanzata anche una richiesta di finanziamento presso il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FEDER).
Questo idrogeno bianco – secondo La Française de l’Énergie – potrebbe rappresentare una svolta decisiva per l’energia pulita in Francia e in Europa, poiché consentirebbe di accedere a un giacimento significativo di idrogeno decarbonizzato vicino a consumatori e infrastrutture esistenti e future. Per la regione il potenziale di rivitalizzazione potrebbe essere immenso, con creazione di posti di lavoro diretti e indiretti, ma gli esperti sottolineano l’importanza della scoperta per il futuro energetico dell’Europa tutta. Il reale impatto economico e per la transizione energetica, dipenderà da cosa si potrà estrarre e da come verrà utilizzato.
Il rapporto 2025 sull’idrogeno del governo francese
A sottolineare l’interesse del governo francese per la risorsa idrogeno e, in particolare, per l’idrogeno naturale presente nel sottosuolo, è il rapporto commissionato dalla Direction Générale de l’Energie et du Climat all’IFP Energies nouvelles (Ifpen) e pubblicato a gennaio 2025. Il rapporto, realizzato tra aprile e novembre 2024 e intitolato “Idrogeno naturale: stato delle conoscenze scientifiche, giuridiche e di accettabilità sociale, inventario mondiale, aree di interesse sul territorio francese”, fornisce approfondimenti scientifici sulle attuali conoscenze sull’idrogeno naturale, nonché informazioni sulla sua esplorazione e il suo sfruttamento a livello globale e nazionale. Il rapporto fornisce inoltre un’analisi giuridica dell’esplorazione e della produzione di idrogeno naturale e valutazioni sull’accettabilità sociale dei suoi utilizzi. La Francia, inoltre, è stato uno dei primi Paesi a riconoscere l’idrogeno nativo come sostanza mineraria attraverso la revisione del codice minerario nel 2022. Questo riconoscimento rende quindi possibile la sua ricerca o il suo sfruttamento tramite specifiche concessioni.
Le caratteristiche dell’idrogeno naturale di Foschviller
L’idrogeno bianco della Lorena si distingue non solo per la sua quantità, ma anche per la sua qualità e per il fatto che questa risorsa potrebbe, secondo i ricercatori, essere quasi “rinnovabile”, per via della presenza di molecole d’acqua e carbonati di ferro nel sottosuolo, che favoriscono rapidi processi chimici di ossidazione e riduzione. Questi processi consentono la rigenerazione continua dell’idrogeno in brevi periodi, da poche settimane a qualche mese. E poiché la riserva di carbonato di ferro è praticamente infinita, la scoperta garantirebbe una produzione continua di idrogeno.
Le problematiche di estrazione e sfruttamento
Nel bacino minerario di Foschviller, il team è ancora in fase di esplorazione e i metodi per l’estrazione dell’idrogeno bianco devono ancora essere definiti. Come raccontato dal quotidiano Le Gaz, Philippe De Donato e Jacques Pironon, i due ricercatori di GeoRessources che hanno scoperto il giacimento, stanno lavorando, in collaborazione con La Française de l’Énergie, per definire le migliori pratiche per sfruttarlo senza danneggiare l’ambiente. La Française de l’Énergie, già attiva in Lorena, è in prima linea nello sviluppo di soluzioni di estrazione ecocompatibili. Questa partnership potrebbe accelerare il processo di produzione e sviluppo del giacimento. Il settore, tuttavia, dovrà affrontare numerose sfide tecniche e logistiche per garantire un’estrazione efficiente e sostenibile. “Le decisioni prese oggi determineranno l’impatto futuro di questo idrogeno sull’economia francese e globale”, riporta Le Gaz in un articolo del 29 giugno.
Le implicazioni per la transizione energetica
La scoperta del giacimento cade in un momento cruciale per la transizione energetica. L’idrogeno verde e quello blu, già considerati un’alternativa pulita ai combustibili fossili, potrebbero accelerare significativamente il processo, poiché le applicazioni dell’idrogeno sono numerose e varie, dall’industria siderurgica all’aviazione civile. Dal Green deal europeo al piano REPowerEU e alla COP28, è stata ripetutamente sottolineata l’urgenza di una rapida transizione verso un’energia più pulita e l’idrogeno bianco potrebbe rivelarsi una risorsa importante per il raggiungimento degli obiettivi climatici internazionali. Va detto, tuttavia, che questo gas è uno dei più difficili da trasportare e stoccare, perché è la molecola più piccola e volatile della tavola periodica degli elementi.





