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La Ruhr, nuova frontiera del turismo culturale

Emscherpark
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Cuore dell’industria mineraria e siderurgica tedesca per oltre 150 anni, il distretto della Ruhr si è riconvertito grazie alla riqualificazione delle aree produttive dismesse e allo sviluppo turistico.

Sentieri tra gli altiforni, gasometri trasformati in piscine per immersioni, fabbriche abbandonate adibite a palestre di free climbing, percorsi ciclabili immersi nella natura. È questo il paesaggio del Parco regionale dell’Emscher, un’area di 320 kmq che collega 17 Comuni tra Duisburg sul Reno e Berkamen in Westfalia, nel distretto della Ruhr. La storia di questa regione, cuore pulsante dell’industria tedesca per oltre 150 anni, è stata segnata da acciaierie e miniere di carbone, ferrovie, porti fluviali e agglomerati urbani. Poi il declino del settore minerario e la crisi mondiale dell’acciaio hanno determinato sul finire degli anni Settanta la chiusura degli impianti e l’abbandono delle attività estrattive, lasciando fabbriche dismesse, terreni e fiumi contaminati, tassi di disoccupazione alle stelle.

Emscherpark

La sfida della trasformazione, conservando la memoria

La realizzazione dell’Emscher Landscape Park, tra il 1991 e il 1999, è stata la via per affrontare la sfida della trasformazione. Attraverso lo sviluppo e il coordinamento di 120 progetti, per un valore complessivo di oltre 6 miliardi di euro coperti per il 40% da fondi pubblici e per il 60% privati, il Land Nordrhein-Westfalen ha dato vita al più grande percorso di riqualificazione mai realizzato in Europa. Per il successo del progetto è stato decisivo il ruolo dell’Iba Emscher Park, ente istituito per promuovere una progettazione partecipata da cittadini e soggetti industriali, improntata a criteri di trasparenza, sostenibilità economica e ambientale. L’Iba ha organizzato bandi internazionali e concorsi di idee per la realizzazione dei nuovi edifici e per il recupero di quelli dismessi. La bonifica dei terreni è avvenuta attraverso il fitorisanamento e il sequestro dei terreni ad alta tossicità all’interno dei bunker industriali esistenti. Passaggi pedonali e corsi d’acqua sono stati collocati in corrispondenza dei vecchi sistemi ferroviari e fognari. Il fiume Emscher, per anni collettore delle acque reflue del distretto della Ruhr, è stato decontaminato grazie all’installazione di impianti di depurazione, all’allestimento di sponde ricche di vegetazione che funzionano da filtro biologico e a un sistema di raccolta e immissione dell’acqua piovana nell’alveo. Le acque reflue sono state convogliate, invece, in un canale sotterraneo.

Nuova vita per l’economia locale

L’Industrial Heritage Trail, il perimetro di 400 km che collega 54 strutture industriali riconvertite e 25 stazioni tematiche che illustrano la trasformazione storica dell’area, attira 3 milioni di visitatori all’anno, un flusso turistico paragonabile a quello di località di fama mondiale come Pompei. L’ex ferriera Meiderich a Duisburg nord è adesso il Landschaftspark, con teatri, ristoranti, negozi, palestra di roccia sulla parete di un silos e centro di immersioni nell’ex gasometro; a Essen, la miniera di carbone Zollverein, dichiarata patrimonio dell’umanità Unesco, è diventata un centro multifunzionale: nella fornace l’architetto Norman Forster ha realizzato il Red Dot Design Museum e il percorso della lavorazione del carbone è stato affiancato da spazi espositivi e bistrot; il Deutsche Bergbau Museum di Bochum, con 8.000 metri quadri di esposizione, è il più importante museo minerario del mondo e il porto fluviale di Duisburg è oggi un borgo residenziale sull’acqua. La trasformazione della Ruhr avvenuta attraverso la bonifica e la riqualificazione delle aree industriali ha affrontato anche le problematiche territoriali, economiche e sociali. Le competenze acquisite dai soggetti industriali in campo ambientale sono diventate un fattore di competitività internazionale; il turismo è il principale driver di sviluppo; musei, teatri, festival hanno fatto della Rhur la nuova frontiera tedesca della cultura, dell’arte e dell’intrattenimento.

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Redazione

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