Nell’ambito di Remtech Expo 2025 il tema dell’uso dell’IA a sostegno delle politiche ambientali è risuonato più volte. Se n’è discusso in maniera approfondita con esperti del settore in un panel a essa dedicata, dove è stato presentato il progetto europeo Artic
Le tecnologie dell’Intelligenza Artificiale (IA) possono contribuire a migliorare la gestione delle risorse naturali ed essere strumenti efficaci nella lotta al cambiamento climatico? È la domanda che ha mosso un intero Panel presente a Remtec 2025, non a caso intitolato “Come l’IA può supportare i procedimenti ambientali”. Una sezione del panel è stata dedicata a comprendere come l’IA può essere utile per la verifica di conformità ambientale, cioè come aiutare chi deve far rispettare le regole, dovendosi districare tra una selva di norme e interpretazioni di queste, non sempre a portata di mano. Fabio Carella di Arpa Lombardia e Giuseppe Sgorbati in rappresentanza di IMPEL (European Network for the Implementation and Enforcement of Environmental Law, network informale tra le autorità responsabili della predisposizione, della implementazione e dell’attuazione della normativa ambientale) hanno provato a fare un primo punto sullo stato dell’arte e sui possibili risvolti futuri.
In particolare, i due relatori hanno presentato i primi risultati del progetto europeo Artic, finanziato dall’UE, nato dalla collaborazione tra IMPEL e ENPE (European Network of Prosecutors for the Environment) – associazione no-profit internazionale nata con lo scopo di promuovere l’applicazione della normativa penale ambientale supportando l’attività dei procuratori specializzati nella protezione dell’ambiente –, insieme al Forum europeo di giudici per l’ambiente (EU Forum of Judges for the Environment – EUFJE) e la Rete europea di eccellenza nel contrasto alla criminalità ambiente denominata Envicrimenet.
Il Progetto ARTIC
Progetto che ha lo scopo di condividere tutte le le conoscenze per sfruttare al meglio, appunto, le potenzialità dell’IA nell’ambito del rispetto nelle norme ambientali.
Il punto di partenza è che questa possa rappresentare uno strumento utile soprattutto per le autorità amministrative e di controllo, impegnate quotidianamente nell’immane lavoro di applicare la corposa normativa ambienta e, principalmente, di verificarne il suo rispetto.
Attualmente, fanno notare i due relatori, l’IA è finora stata utilizzata per:
- Programmazione delle attività ispettive attraverso la profilazione del rischio;
- Potenziamento delle tecniche di osservazione terrestre per il contrasto delle violazioni in materia ambientale;
- Riconoscimento delle eventuali non conformità presenti nei dataset e nei database.
Le potenzialità del Progetto ARTIC
Ma le sue potenzialità, sostengono i relatori, sono numerosissimi, citandone solo alcune:
- Monitoraggio continuo delle emissioni;
- Analisi predittiva e manutenzione preventiva;
- Remote sensing e telerilevamento satellitare, ossia l’utilizzo di immagini multispettrali e iperspettrali da satellite (o droni) per ogni esigenza ambientale;
- Gestione automatizzata dei rifiuti e delle sostanza pericolose;
- Analisi di rischio ambientale e scenari “what-if”, ovvero simulazioni basate su reti neurali e modelli di physics-informed AI per valutare gli impatti di incidenti e definire piani di emergenza;
- Compliance reporting automatizzato per redigere report di comnformità destinati a enti regolatori;
- Monitoraggio della qualità dell’acqua e del suolo;
- Chatbot e assistenti virtuali per regulatory guidance, ovvero per rispondere a ogni dubbio normativo;
- Digital twins degli impianti, ovvero creazione di un “gemello digitale” degli impianti industriali in cui l’IA simula flussi di energia e di materia, individuando possibili inefficienza o non conformità;
- Valutazione della carbon footprint e offesetting, ovvero sofware basati su algoritmi di machine learning per calcolare in modo dinamico le emissioni e suggerire interventi di riduzione.
Per poter sfruttare queste potenziali il progetto sta lavorando, innanzitutto, per fornire le conoscenze di base per una corretta implementazione dell’IA, uniformando i sistemi informativi e individuando i requisiti professionali, tecnici, organizzativi e di governance necessari. Allo stesso tempo il progetto si è fissato l’obiettivo di realizzare un manuale dove riportare “le best practice già in uso presso le istituzioni aderenti al progetto con indicazioni delle condizioni e delle modalità per l’eventuale adozione da parte di altri istituzioni”. Ciò comporta anche una ricognizione rispetto alle norme che finora hanno regolato l’IA, confrontando le vari legislazioni europee, mappando eventuali iniziative normative e regolamentai, fino alla definizione di linee-guida contenenti esempi e casi pratici di utilizzo dell’IA nella giurisdizione, sempre con particolare riguardo alla compliance ambientale.
L’autoapprendimento
La diffusione delle competenze tra i partner del progetto è l’altro asse portante dell’iniziativa. Si prevede in particolare la definizione di “programmi multilivello di alfabetizzazione e formazione e di strumenti rapidi ed efficaci, tra i quali le comunità di pratica e l’autoapprendimento, nel tentativo di stare al passo con la dinamicità della materia”. Saranno organizzati anche “corsi di formazione sui vari aspetti e di addestramento vero e proprio sull’utilizzo di specifici sistemi eventualmente già in uso presso le istituzioni aderenti al progetto in modo da essere diffusi al resto degli interessati”.
Le applicazioni pratiche dell’IA più promettenti
Al momento, le applicazioni di sistemi di IA sulle quali si sta già lavorando nel campo della giurisdizione ambientale, con grandi aspettative, sono:
- Analisi di Rischio (Risk Assessment), soprattutto in ottica di prevenzione rispetto alle violazioni e in particolare per la commissione di reati ambientali;
- Analisi di dati (Data Analytics): la tecnica è mirata ad individuare anomalie, correlabili a violazioni e falsificazioni in complessi insiemi di dati;
- Visione Artificiale (Computer Vision): con la quale è possibile dare un significato ad immagini digitali, per tutti gli scopi per i quali un esame morfologico di “oggetti” può essere rilevante ai fini della protezione ambientale.
Il ruolo dell’UE
L’UE da tempo sta seguendo le evoluzioni sull’intelligenza artificiale, con l’obiettivo di rafforzare la ricerca e la capacità industriale garantendo nel contempo la sicurezza e i diritti fondamentali. Non a caso l’UE ha già adottato una Strategia sull’IA che mira a rendere l’UE un polo di livello mondiale per l’IA e a garantire che l’IA sia antropocentrica e affidabile. Tale obiettivo si traduce nell’approccio europeo all’eccellenza e alla fiducia attraverso norme e azioni concrete. Nel merito, il piano d’azione si concentra sullo sviluppo di tecnologie di IA affidabili per rafforzare la competitività dell’Europa, salvaguardando e promuovendo nel contempo i nostri valori democratici. Mira a portare i benefici dell’IA in vari settori come l’assistenza sanitaria, l’istruzione, l’industria e la sostenibilità ambientale.





