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Mamme NoPfas: da Vicenza in difesa dell’acqua pulita

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Il movimento veneto è impegnato per il risanamento del sito di Trissino. La priorità è sensibilizzare la popolazione sui rischi che si corrono a causa dei Pfas

“Non siamo un comitato, non ci sono tra noi figure decisionali. Siamo tante mamme, e anche alcuni papà, che dedicano una parte del loro tempo per un ambiente migliore”. Michela Piccoli è una delle quattro fondatrici del movimento Mamme NoPfas, nato nel 2017 in provincia di Vicenza e cresciuto rapidamente grazie all’impegno dei volontari, molto attivi anche sui social network.

I rischi

La mobilitazione ha preso il via quando si è scoperto che la falda acquifera dalla quale attingono gli acquedotti di una trentina di Comuni delle province di Padova, Verona e Vicenza registrava alte concentrazioni di Pfas.
Le sostanze perfluoroalchiliche, o acidi perfluoroacrilici, sono una famiglia di composti chimici usati dagli anni Cinquanta soprattutto nella conciatura del pellame, nella produzione di carta e cartone per uso alimentare, nel rivestimento delle padelle antiaderenti e nella produzione di abbigliamento tecnico, per la loro resistenza al calore e l’impermeabilità all’acqua e ai grassi. La loro resistenza ai processi di degradazione fa sì che persistano nell’ambiente e negli organismi viventi dove, in alte concentrazioni, interferiscono con il sistema endocrino, compromettendo crescita e fertilità, con il rischio di causare tumori. Se non smaltiti correttamente nell’ambiente, i Pfas penetrano facilmente nelle falde acquifere e da qui raggiungono i campi, contaminando i prodotti agricoli ed entrando nella catena alimentare.

Le iniziative

“Di fronte a un’emergenza ambientale che non ha pari in Italia e coinvolge 350mila persone circa, abbiamo deciso di attivarci innanzitutto per fare informazione”, racconta Piccoli. “Non volevamo dar vita a una realtà strutturata, con ruoli di vertice, perché siamo tutte impegnate con lo stesso obiettivo: rendere i cittadini consapevoli dei rischi che si corrono e, per questa strada, sollecitare le istituzioni a intervenire”.

Obiettivo bonifica

Sul gruppo Facebook del movimento vengono scambiate informazioni, segnalati studi sui Pfas e si fa il punto sulle iniziative da organizzare. “Ci siamo divisi per competenze: c’è chi si occupa degli aspetti sanitari e di ricerca, chi di organizzare le manifestazioni e portare avanti le battaglie legali”. Al di là delle indagini prese in carico dal Tribunale di Vicenza, che ha da poco rinviato a giudizio 15 ex manager della Miteni (impresa di Trissino che produceva materiali contenenti fluoro principalmente per l’industria agrochimica e farmaceutica) e delle società controllanti, accusati, tra gli altri reati, di avvelenamento delle acque e inquinamento ambientale, alle mamme NoPfas interessa soprattutto il futuro delle nuove generazioni. “L’obiettivo è arrivare alla bonifica del sito contaminato di Trissino, in provincia di Vicenza”, spiega l’attivista. “Abbiamo presentato un progetto messo a punto da un nostro idrogeologo. Comune e Arpa ne hanno riconosciuto la validità e stanno procedendo alla messa in sicurezza, anche se il percorso di prospetta lungo”, conclude.

Mamme Nopfas

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Redazione

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