Ancora in aumento i reati consumati tra mare e costa lungo tutto lo stivale, anche se più della meta si è consumata al Sud. Un peggioramento che si registra soprattutto nell’abusivismo edilizio e nel ciclo illegale dei rifiuti e della cattiva depurazione. Dieci le proposte di Legambiente per fronteggiare l’emergenza.
Continua imperterrito l’assalto al mare e alle coste italiane, con un 2024 che registrata un aumento significativo di illeciti penali accertati dalle forze dell’ordine e dalle Capitanerie di porto, che raggiungono quota 25.063, poco meno di 69 al giorno, un’impennata di oltre il 9% rispetto all’anno precedente. A cui vanno aggiunti i 44.690 illeciti amministrativi, che portano il computo complessivo a 69.753 violazioni accertate in un solo anno con una media di 9,5 per km di costa, uno ogni 105 metri. Sono questi i dati eclatanti dell’ultima edizione del dossier Mare Monstrum di Legambiente, lavoro che anno dopo anno prova a mappare l’aggressione ecocriminale lungo le coste dello stivale. Un impegno che quest’anno assume un valore speciale, essendo stato pubblicato alla vigilia del quindicesimo anniversario dell’omicidio del sindaco pescatore di Pollica (SA) Angelo Vassallo, amministratore che pagò con la vita il suo impegno a difesa del Cilento e in particolare del suo comune.
I dati più salienti
Scendendo un po’ nel dettaglio del dossier, rileva il dato che ben il 50,5% degli illeciti penali è stato rilevato nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa. In Campania se ne sono registrati 4.208, in Sicilia 3.155, in Puglia 2.867 e in Calabria 2.433, seguiti da Lazio (1.696 reati) e Toscana (1.687), Sardegna (1.653), Liguria (1.451), Emilia Romagna (1.197) e Veneto (1.194) per contare solo le prime dieci regioni per numero di reati.
La classifica del mare violato in Italia nel 2024
Regioni | Reati | Persone denunciate | Persone arrestate | Sequestri penali | Illeciti amministrativi | Valore sequestri e sanzioni irrogate |
Campania | 4.208 | 4.532 | 41 | 1.097 | 5.366 | 270.736.526 |
Sicilia | 3.155 | 3.334 | 6 | 400 | 5.116 | 44.379.832 |
Puglia | 2.867 | 3.135 | 42 | 710 | 3.527 | 28.171.970 |
Calabria | 2.433 | 2.543 | 40 | 596 | 3.094 | 28.410.326 |
Lazio | 1.696 | 2.004 | 4 | 362 | 3.392 | 13.195.779 |
Toscana | 1.687 | 1.804 | 0 | 151 | 3.646 | 4.767.835 |
Sardegna | 1.653 | 1.727 | 0 | 148 | 5.813 | 33.050.030 |
Liguria | 1.451 | 1.561 | 0 | 181 | 2.390 | 3.575.257 |
Emilia Romagna | 1.197 | 1.161 | 0 | 97 | 2.723 | 3.578.500 |
Veneto | 1.194 | 1.210 | 0 | 60 | 2.441 | 5.387.248 |
Marche | 1.121 | 1.171 | 0 | 64 | 2.259 | 2.499.751 |
Abruzzo | 967 | 1.125 | 0 | 71 | 1.571 | 4.743.692 |
Friuli Venezia Giulia | 574 | 533 | 0 | 34 | 1.233 | 8.366.003 |
Basilicata | 507 | 587 | 2 | 90 | 1.583 | 2.774.111 |
Molise | 353 | 475 | 0 | 19 | 536 | 2.578.696 |
TOTALE | 25.063 | 26.902 | 135 | 4.080 | 44.690 | 456.215.554 |
Fonte: elaborazione Legambiente su dati delle forze dell’ordine e delle Capitanerie di porto (2024).
*sono esclusi i controlli della Guardia di finanza e del Corpo forestale regionale Sicilia.

Declinando i dati dei reati e illeciti amministrativi in base all’estensione delle coste, emerge però una inedita classifica dell’illegalità, in parte ribaltata rispetto a quella basata sui numeri assoluti, che vede al primo posto la Basilicata (33,6 reati per chilometro), poi Emilia-Romagna (29,9 reati per km), Molise (25,1 reati per km), Veneto (22,9 reati per km) e poi la solita Campania (20,4 reati per km).
Le tipologie di illeciti registrati da Mare Monstrum
Rispetto, invece, alle tipologie di illeciti, come da copione il maggior numero è stato accertato nel ciclo illegale del cemento, a cominciare da quelli connessi all’abusivismo edilizio, che costituiscono il 41,2% del totale (10.332 reati). Come spiega il dossier, “Si tratta di un’autentica piaga che tiene in ostaggio il territorio, la legalità e lo sviluppo del nostro Paese da decenni, che somma al vecchio abusivismo mai demolito i nuovi abusi, che proliferano pressoché indisturbati grazie a un diffuso senso di impunità”.
La seconda grossa fetta della torta è appannaggio del ciclo illegale dei rifiuti insieme alla maladepurazione (7.925 reati), che copre più del 31%, registrando pure l’incremento più significativo rispetto all’anno precedente (+24,4% rispetto al 2023). La depurazione si conferma anche in queste pagine dei mali antichi del Belpaese, “una palla al piede che il nostro paese fatica ancora a staccarsi. Come noto, infatti, sono attualmente quattro le procedure attive nei confronti dell’Italia in tema di collettamento, fognatura e depurazione”.
Balzo anche delle violazioni del Codice di navigazione e nautica da diporto, anche in aree protette, con 2.253 reati (+9,4% rispetto al 2023) e dalla pesca illegale con 4.553 reati (+6,7% rispetto al 2023).
I controlli eseguiti nel 2024
Nel complesso sono stati 935.878 i controlli eseguiti nel 2024 da parte delle forze dell’ordine e delle Capitanerie di porto, anch’essi in leggero aumento (+3,2%), che hanno portato, oltre all’accertamento dei dati appena menzionati, alla denuncia di quasi 27.000 persone (26.902 per l’esattezza), ancora in crescita rispetto all’anno scorso (+43%).

Per Enrico Fontana, responsabile Osservatorio ambiente e legalità di Legambiente, “la morsa delle illegalità lungo le coste italiane richiede interventi urgenti. L’abusivismo edilizio resta una piaga profonda, alimentata dalla presunzione diffusa di poter occupare il demanio marittimo o realizzare manufatti fuorilegge in nome di un presunto “diritto” al godimento privato del mare e dalla scarsa efficacia della risposta da parte delle istituzioni, a partire dai Comuni più esposti al cemento illegale, nonostante l’impegno quotidiano di procure, forze dell’ordine e Capitanerie di porto. Ma il Belpaese è anche ostaggio di uno dei mali più antichi, l’inquinamento frutto della maladepurazione, per cui attualmente pendono quattro procedure d’infrazione da parte dell’Europa a suo carico”.
Le dieci proposte di Legambiente
Per fronteggiare quella che appare anche da queste pagine come una vera emergenza, Legambiente propone ai decisori politici ben 10 azioni concrete
- Ripristinare l’efficacia dell’art.10-bis della legge 120/2020, affidando ai Prefetti l’abbattimento degli abusi edilizi non demoliti dai Comuni.
- Finanziare con 100 milioni l’anno il Fondo per i Comuni che demoliscono abusi edilizi e destinare 50 milioni l’anno a procure e prefetture per l’esecuzione delle sentenze di condanna.
- Rafforzare il contrasto alle occupazioni abusive del demanio marittimo per ripristinare la legalità, tutelare l’ambiente e garantirne la fruizione pubblica.
- Introdurre sanzioni penali per dirigenti che non applicano le norme contro l’abusivismo edilizio e per i funzionari delle aziende erogatrici che stipulano contratti illegittimi con proprietari di immobili abusivi.
- Rilanciare, a livello locale e nazionale, la costruzione e l’adeguamento dei sistemi fognari e di depurazione, integrando la gestione del ciclo idrico con quella dei rifiuti.
- Aumentare la circolarità delle acque reflue e dei fanghi di depurazione, puntando su riuso (non è stato ancora emanato il DPR su questo tema), recupero di materia ed energia, e aggiornando la normativa con regole chiare “end of waste”.
- Garantire la piena attuazione della Direttiva UE 2019/883 sugli impianti portuali per la raccolta dei rifiuti delle navi e introdurre divieti stringenti per lo scarico in mare, come zone speciali di divieto anche oltre le 12 miglia dalla costa.
- Promuovere politiche attive e misure per la prevenzione nella produzione e per la lotta all’abbandono e la dispersione dei rifiuti, per la migliore tutela del mare e della costa.
- Potenziare i controlli delle Agenzie regionali e provinciali protezione ambientale attraverso il Sistema Nazionale SNPA, rendendo operativa la legge 132/2016 con l’approvazione dei decreti attuativi mancanti.
- L’adozione, da parte del Governo e del Parlamento, di adeguati interventi normativi con sanzioni efficaci contro la pesca illegale, non dichiarata e non documentata, per la tutela dell’ecosistema marino.