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Meno rifiuti nel carrello della spesa

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La grande distribuzione sperimenta azioni sostenibili che riducono spreco, imballaggi e scarti

Lo spreco alimentare in Italia vale circa 225mila tonnellate di prodotti all’anno secondo i dati del progetto Reduce (Ricerca Educazione Comunicazione) di Last Minute Market. E continua ad aumentare secondo il Waste Watcher International Observatory on Food and Sustainability, che per il 2021 ha stimato in oltre 1 miliardo di euro lo spreco nella grande distribuzione italiana. Le buone pratiche per ridurre sprechi e rifiuti però si moltiplicano.

Un carrello di buone pratiche

In Sicilia il progetto Ecogdo vede Ipercoop, Despar, Crai e Interspar impegnate sul fronte della sostenibilità attraverso la riduzione dei rifiuti e la lotta agli sprechi: dall’applicazione di sconti sugli alimentari in scadenza, alla promozione di prodotti a filiera corta e con imballaggi ridotti, alla vendita di prodotti sfusi o ecologici. Alcuni punti vendita hanno adottato la pratica del vuoto a rendere per l’acqua minerale in vetro. Altri l’utilizzo di imballaggi poco impattanti per il banco gastronomia, l’installazione di contenitori per la raccolta di pile usate e di fontane di acqua potabile nei pressi dell’esercizio. Quasi tutte le insegne della grande distribuzione si stanno muovendo in questo senso. Nel 2021 Carrefour Italia grazie ad un accordo con l’app Too Good To Go, che collega i clienti a ristoranti e negozi per commercializzare l’invenduto, ha salvato 260mila magic box di cibo vicino alla scadenza, con un risparmio di 650 tonnellate di CO2. Coop recupera oltre 25 materiali diversi, raggiungendo una quota di rifiuti riciclati dell’81%. Bennet arriva al 99% dei rifiuti destinati al recupero. E Eurospin, per il trasporto di ortofrutta e carne, utilizza imballaggi in plastica riutilizzabili che hanno permesso la riduzione delle emissioni di oltre 48mila tonnellate di CO2.

La strada della sostenibilità è possibile

Il percorso virtuoso messo in piedi con Ecogdo è stato accompagnato da una campagna di educazione e sensibilizzazione dei cittadini, protagonisti delle scelte di acquisto e di consumo. E a volte responsabili di comportamenti scorretti come la manipolazione, la rottura o l’abbandono nelle corsie di prodotti refrigerati che poi devono essere buttati. La spesa sugli articoli a basso impatto ambientale resta ancora minoritaria, ma cresce a doppia cifra. Con punte del 35% per i prodotti ecologici.

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Redazione

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