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Pinterest contro le fake news climatiche

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Il social network ha lanciato una nuova politica per tenere fuori dalla piattaforma la disinformazione sulla crisi climatica. Ma qualche dubbio sull’efficacia resta.

Pinterest sfida le fake news sul clima. Il noto social network, infatti, ha lanciato da qualche settimana “una nuova politica sulla disinformazione climatica per tenere fuori dalla piattaforma affermazioni false e fuorvianti sul cambiamento climatico”. Una politica, afferma il social fondato da Ben Silbermann, Evan Sharp e Paul Sciarra, che renderebbe Pinterest “l’unica grande piattaforma digitale ad avere linee guida chiaramente definite contro le informazioni false o fuorvianti sui cambiamenti climatici attraverso i contenuti e gli annunci”.

Fake news-free

La nuova politica, spiega il team del social network, rimuove i contenuti che negano l’esistenza o l’impatto del cambiamento climatico, il ruolo dell’uomo sulla crisi e le basi scientifiche che l’hanno accertato. E poi i contenuti che travisano i dati scientifici, anche per omissione o selezione, “al fine di erodere la fiducia nella scienza del clima e negli esperti”; non mancano i contenuti falsi o fuorvianti su disastri naturali ed eventi meteorologici estremi. Il vaglio dei contenuti riguarda anche i post a pagamento. “Abbiamo aggiornato le nostre linee guida pubblicitarie per vietare esplicitamente qualsiasi annuncio contenente teorie del complotto e disinformazione relative ai cambiamenti climatici”. Secondo Sarah Bromma, head of policy di Pinterest “questa scelta audace è un’espansione delle nostre linee guida sulla disinformazione, che abbiamo sviluppato per la prima volta nel 2017 per affrontare quella relativa alla salute pubblica e, da allora, le abbiamo aggiornate per affrontare problemi nuovi ed emergenti, man mano che vengono alla ribalta. Un altro passo per creare uno spazio sicuro online”.

Gli altri social

Il social da 450 milioni di utenti nel mondo spiega che, nella messa a punto della nuova strategia anti-fake news, ha collaborato con esperti tra cui la Climate Disinformation Coalition e la Conscious Advertising Network. “La disinformazione sulle piattaforme digitali è una seria minaccia al sostegno pubblico necessario per risolvere la crisi climatica”, ha affermato Michael Khoo, responsabile della disinformazione sul clima di Friends of the Earth. “Pinterest ha dimostrato una grande leadership creando uno standard che includa una definizione di disinformazione climatica. Continueremo a premere su tutte le piattaforme per la trasparenza e il reporting sulle loro azioni. Incoraggiamo gli altri a prendere atto degli sforzi di Pinterest per ridurre la disinformazione sui cambiamenti climatici”. Se Pinterest ha, tra i social, il primato di un’iniziativa contro le fake climatiche, non è ovviamente la sola piattaforma ad aver ingaggiato, almeno a parole, una battaglia contro chi usa lo spazio digitale per spacciare falsità. I social più diffusi mettono in campo squadre che, assistite da algoritmi, cercano di tenere a bada le fake news in tutti gli ambiti (come, ad esempio, quello della guerra in Ucraina). Il problema, ha spiegato a Repubblica Fabio Giglietto, professore di Internet Studies all’Università di Urbino e coordinatore del progetto di ricerca sulla disinformazione Mapping Italian News “è che alcune piattaforme hanno da tempo raggiunto una scala per la quale il controllo di quanto viene pubblicato è estremamente difficile. Il problema, in altre parole, è che i social network non hanno la capacità di verificare e moderare i contenuti in tutto il mondo. L’unica possibilità che hanno – ha aggiunto – è aprirsi allo scrutinio esterno di ricercatori e giornalisti indipendenti. Ed è questa è la strada che lentamente stiamo iniziando a percorrere. Solo così possiamo fare in modo che le decisioni prese dalla politica sulle piattaforme possano essere supportate da dati e non dettate dall’emergenza”.

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Redazione

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