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Quale futuro per il biometano in Italia

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Chiude il 20 febbraio il terzo bando del Decreto Biometano. Alta la capacità produttiva messa all’asta, che permetterebbe la realizzazione di 270 impianti da 3 – 4 milioni mc/anno entro il 2026. Una sfida ambiziosa, che delineerà il futuro del biometano in Italia.

Nell’ambito della transizione ecologica e dell’economia circolare, biogas e biometano rappresentano due opportunità particolarmente interessanti. In Europa, secondo il Report 2023 della European biogas association (Eba) i gas rinnovabili ammontano a 21 miliardi di metri cubi, pari al 6% del consumo di gas naturale dell’Unione europea. In espansione a livello comunitario, la produzione di biometano è cresciuta da 3,5 a 4,2 miliardi di metri cubi nel corso del 2022 (+20% in più rispetto alle rilevazioni precedenti).

In linea con questa tendenza, il nuovo Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec) indica che l’Italia deve raggiungere una produzione di 6 miliardi mc di biometano al 2030. Ma, con il lavoro avviato con il Pnrr e seguendo le finalità espresse dal REPowerEu – il piano energetico europeo volto a ridurre la dipendenza dai combustibili fossili russi e accelerare la transizione verde, attraverso il risparmio di energia, gli investimenti in rinnovabili e la diversificazione di approvvigionamento energetico – le potenzialità del settore nel nostro Paese potrebbero essere maggiori. Secondo lo scenario elaborato dal Consorzio italiano biogas (Cib), il potenziale sviluppo di biometano in Italia potrebbe arrivare a 8 miliardi mc al 2030, a cui affiancare una produzione elettrica da biogas pari a 3.200 GWh annui.

Il nostro Pniec, insomma, mira alto. Soprattutto se confrontato con i numeri dell’attuale produzione di biometano in Italia, che hanno seguito finora traiettorie più modeste: oggi ci attestiamo su oltre 500 milioni mc all’anno, prodotti da circa 80 impianti sparsi in tutto il Paese, realizzati dal 2018 in poi e alimentati prevalentemente da forsu (frazione organica del rifiuto solido urbano) e residui agricoli.

Che prospettive per lo sviluppo del biometano in Italia

Una chiara indicazione per capire in quale direzione lo sviluppo del biometano in Italia stia concretamente andando verrà dai risultati del terzo bando del Decreto Biometano 2022, che si chiude il 20 febbraio.

“Il Pnrr – ha sottolineato il presidente del Consorzio italiano biogas, Piero Gattoniha dato il via a una nuova stagione di sviluppo del biometano nel nostro Paese, dando l’opportunità alle aziende agricole di aprirsi a nuovi e diversi mercati. Quest’anno sono partiti i bandi per accedere agli incentivi previsti con il Piano. I risultati fin qui ottenuti vedono l’ammissione di 86 progettualità legate allo sviluppo del biometano. Il vero banco di prova si avrà con il terzo bando partito a fine dicembre e con l’attuazione della norma del DL Asset che ha adeguato gli incentivi biometano all’inflazione”.

Il terzo bando mette all’asta una capacità produttiva di oltre un miliardo di metri cubi all’anno (cifra comprensiva della capacità produttiva non assegnata nei bandi precedenti e delle rinunce), pari a un sesto degli obiettivi complessivi del Pniec. Un numero considerevole. Tanto più se si considera che il primo e il secondo bando dello stesso decreto (che si sono rispettivamente conclusi a luglio e a novembre 2023) hanno aggiudicato una capacità produttiva ben inferiore a quella messa all’asta: circa 350 milioni mc/anno, a fronte di un totale disponibile da Decreto di oltre un milione mc/anno. La capacità aggiudicata dai primi due bandi si distribuisce su circa 100 impianti da realizzare. Ma, come sottolineato dal GSE a fine dicembre, solo per otto impianti sono stati avviati i lavori.

Per Gattoni, “sarà importante proseguire con forza il lavoro già avviato in questi mesi per raggiungere importanti obiettivi: continuare a incentivare una piena partecipazione ai bandi biometano per la transizione ecologica del settore e al contempo consentire la piena prosecuzione degli impianti biogas che non potranno convertire a biometano”.

La scommessa rappresentata dal terzo bando è estremamente ambiziosa. Considerando una capacità produttiva media per impianto tra i 3 e i 4 milioni mc/anno, la capacità produttiva messa sul piatto si tradurrebbe nella realizzazione di oltre 270 impianti. In tempi relativamente stretti, perché per stare nel perimetro del Pnrr e beneficiare appieno degli incentivi previsti dal Decreto Biometano, gli impianti devono essere realizzati e avviati entro il 31 dicembre 2026. Significherebbe, cioè, realizzare in poco più di due anni un numero di impianti che supera di oltre tre volte quello degli impianti realizzati negli ultimi quattro anni.

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